I delitti del mosaico
Letteratura italiana
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Dante in cerca della giustizia
Di gialli, oramai, abbiamo riempito la Storia. Questa "moda letteraria" ha contagiato anche gli Italiani e la millenaria storia nostrana.
Dante è un personaggio abbastanza credibile, ha il suo caratteraccio burbero fiorentino, ha la sua innata logica che gli fa elucubrare attentamente ogni indizio, c'è la Firenze medievale in cui alti magnati, popolino, osti e beoni si mischiano e fanno parte della stessa "commedia umana". E poi ci sono i delitti e l'ingiustizia di non avere giustizia per i morti e soprattutto se questi hanno indicazioni più o meno politiche. E tutto è politico nella Firenze 1300.
Il tutto è fluido, scritto con stile scorrevole e apprezzabile; anche il tentativo di un percorso dentro la città (forse poco tarato su quella Firenze...).
Il contenuto è medio (proprio per lo sfruttamento eccessivo del genere, al cui indirizzo generale Leoni si conforma senza troppa innovazione.
La piacevolezza c'è, invece. Probabilmente l'autore si sarà divertito a scrivere, cosa che rende curiosamente fruibile la storia.
Indicazioni utili
Insufficiente
Giulio Leoni ci propone un Dante inedito, calando lo storico vate nei panni di un novello detective, alle prese con enigmatici delitti che sconvolgono la quiete cittadina di una Firenze medievale.
Se l'intento dell'autore era di dare vita ad un romanzo storico a tinte noir, al termine della narrazione si avverte forte la sensazione di una mancata riuscita.
Gli elementi che caratterizzano l'intreccio giallo della trama, sono piuttosto mal congegnati e poco accattivanti, scarseggiano di mordente e di suspense, provocando un costante senso di attesa nel lettore nella speranza che la narrazione assuma maggior consistenza.
La pecca di un buon impianto noir, poteva essere meglio sopportata se il romanzo si fosse dimostrato più solido sul piano storico, offrendo un affresco nitido e puntuale del periodo trattato; purtroppo il lavoro non convince appieno neppure sotto questo profilo, in quanto manca della profondità necessaria affinché il pubblico possa sentirsi immerso nella Firenze dell'epoca, la quale viene tratteggiata sommariamente, per dare invece risalto a numerosi personaggi di cui si fatica a seguirne le orme all'interno del dipanarsi della vicenda.
Di buon livello lo stile linguistico adottato, tuttavia questa qualità non riesce a risollevare il giudizio complessivo del romanzo, che rimane insufficiente, in quanto eccessivamente nebuloso e carente della necessaria incisività.
Sicuramente con questo romanzo Leoni paga dazio per il fatto di essere agli esordi della sua attività letteraria e di non aver avuto ancora modo di affinare e rafforzare le proprie capacità, motivo per cui non è da escludere un assaggio della sua produzione posteriore.