I cento veli I cento veli

I cento veli

Letteratura italiana

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Come conciliare l’amore per i nostri simili e la coscienza della loro crudeltà? Come restare fedeli alla nostra verità, se è la stessa verità a cambiarci? Conosciamo davvero chi ci è vicino? È lecito scordarsi del passato? E l’odio può essere una forma complicata d’amore? Alessandro è uno di quei giovani rapaci e irresistibili che costellano la multiforme e inquieta galassia degli affari in Italia. Gaia, la sua ragazza, è quel che si dice un «tenero trofeo». Un giorno sparisce, e con lei le certezze di Alessandro, che inizierà una drammatica ricerca. Tra Milano, Trieste e l’Istria, pagina dopo pagina, I cento veli ci avvolge tra le sue spire proiettandoci in una vicenda amara e turbinosa che affonda le radici nel passato, vicino ma rimosso, del ’43, senza farci mancare disillusioni e aspri colpi di scena. Un’avventura che avvince e convince, ricca di intrighi e personaggi indimenticabili, capace di interrogarsi con pragmatica ironia sul nostro tempo scomodo e problematico. L’esordio crudo ed esemplare di un nuovo sorprendente talento.



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I cento veli 2012-07-25 15:02:35 C l a r a
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C l a r a Opinione inserita da C l a r a    25 Luglio, 2012
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Per non dimenticare.

Quando si è trattato di introdurre la scheda all'interno di questo sito, non avendo ancora iniziato la lettura, non ho avuto nessun dubbio nel classificarlo un "giallo".
Un semplice giallo, con tutte le carte in regola per diventare una lettura avvincente e distensiva.

Milano. Un giovane in carriera, fidanzato con una donna silenziosa quanto misteriosa e affascinante. La donna scompare. Mistero. Caccia al colpevole. Fine.

Quanto mi sbagliavo.
Sì, c’è una trama poliziesca, in sottofondo, che emerge di tanto in tanto, ma non è l’asse portante.
Allora come definirlo? Un romanzo storico?
Forse ma non solo. C'è sicuramente una robusta impalcatura storica a sostegno della narrazione, ma solo in funzione dell’inquadramento temporale dei fatti narrati. Infatti la storia si dipana nella contemporaneità e si comprende sullo sfondo storico/geografico riferito alle vicende di Trieste, dell’Istria e della ex Jugoslavia negli anni che vanno dal 1940 al 1947, la guerra e le foibe.
Gli orrori del passato, gli orrori del presente.
E allora cosa dire?
"I cento veli" è un'opera morale. Un romanzo che mira alle viscere dell'animo umano, alla parte più intima e da celare. Di me, di voi e di tutti.
Della guerra e delle brutalità che essa cela e di tutti gli orrori umani che sono passati spesso inosservati.
Due esseri umani.
Preda e cacciatore. Vittima e carnefice. Null'altro.
Popoli che si scambiano le parti, che invertono i ruoli.
Non c'è bene. Non c'è male.
Non c'è buono. Non c'è cattivo.
Con le vittime o con i carnefici? Sapendo che tutto è così ma lo è solo per "ora".
Non c'è una fazione da seguire.
Il male assoluto non è dentro un popolo o dentro un'ideologia. Il male semplicemente dimora nella Specie.
In due uomini diversi ma uguali. Uno il riflesso dell'altro.

Conoscere il passato per non dimenticarlo, rendere giustizia agli orrori ed errori dell’umanità e farne tesoro per la vita del presente e per la costruzione del futuro perché, come dice l’umanista Aldous Huxley, “L’esperienza non è ciò che ti succede, ma ciò che te ne fai di ciò che ti succede”.

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