Gli annientatori Gli annientatori

Gli annientatori

Letteratura italiana

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«Quand'è iniziato il percorso che mi ha portato a quest'inumana dannazione?» A chiederselo è Giulio Maspero, giovane autore bolognese con due radicatissime passioni: la scrittura e le ragazze. Due strade certe per la rovina. Infatti, tra qualche romanzo più o meno di successo e qualche flirt non proprio innocente, nel mezzo di una calda estate si ritrova senza fidanzata - soprattutto senza la sua casa in cui vivere comodamente - e privo della pace necessaria per completare il romanzo che possa liberarlo, una volta per tutte, dalle insidie di un conto pericolosamente in rosso. Ma poi, in una delle sue serate solitarie in giro per Bologna, si imbatte in un fumettista cialtrone e grottesco in partenza per l'Uruguay, che gli offre di trasferirsi a casa sua per prendersi cura delle piante durante la sua assenza. Una casa piccola, in periferia, senza l'aria condizionata e con vicini invadenti... ma pur sempre una casa gratis. Così Giulio, risollevato da quest'improvvisa fortuna, si trasferisce. Ma perché i vicini, tutti parenti tra loro, sono così gentili e accoglienti? E perché in quella mansarda non ci sono piante? Meglio non chiederselo, forse, visto quant'è affascinante e disinibita la nuova dirimpettaia... Sempre in equilibrio tra reale e surreale, con la consueta abilità Gianluca Morozzi accompagna i suoi lettori lungo una storia in cui, a poco a poco, dalle piccole crepe che si aprono in una situazione comune, filtra l'oscurità inquietante che si nasconde dietro la «normalità».



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Gli annientatori 2018-06-14 03:24:30 Bruno Elpis
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Bruno Elpis Opinione inserita da Bruno Elpis    14 Giugno, 2018
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Il palazzo dei matti

Gli annientatori di Gianluca Morozzi appartengono alla strana famiglia dei Malavolta (“C’è gente strana. Gente che si è sposata tra cugini”).
In questi strani personaggi incappa Giulio Maspero, scrittore di moderato successo, già autore di Zanne e artigli, titolare di una scuola di scrittura con l’ossessione del nuovo romanzo da scrivere: una storia che sfocia nell’assassinio di Kennedy, sulla quale incombe l’incubo della pagina bianca.

I Malavolta occupano cinque dei sei appartamenti di un edificio che si erge in una periferia surreale di Bologna (“Si percepiva davvero un piccolo stacco, tra la parte di strada prima del parco e quella dopo, dove sorgeva il palazzo e scorreva il Reno”) e lì Giulio Maspero, grazie all’offerta di un fumettista, finisce in modo rocambolesco per sfuggire all’endemico problema che lo affligge: sbarcare il lunario, in attesa di agguantare un successo sfuggente ed evanescente.

Tra esperienze erotiche venate di noir (“Veronica amava i film in cui un essere umano subiva un’orrenda e sorprendente trasformazione fisica”), visioni grafiche (“i disegnetti sozzi di Mauro Britos”) e passatempi (“Il puzzle non era servito a sbloccarmi”) nei quali forse si nasconde la chiave di un mistero dinastico, Giulio si dirige verso il centro di un incubo crudele e angosciante.

Giudizio finale: orrifico, chirurgico, spietato.

Bruno Elpis

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