Gli angeli di Lucifero
Letteratura italiana
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Opinioni inserite: 4
Il Dan Brown della padania
Sarebbe un peccato discettare troppo sulla trama di questo romanzo, come d'altronde lo è secondo me per qualsiasi romanzo, allungando ciò che già è brevemente riportato sul risvolto di copertina. Ne sciuperebbe il principale pregio: il fattore sorpresa.
Sono diversi e costanti infatti i colpi di scena disseminati nel corso del racconto che rendono la lettura piacevole e appassionante.
Il riferimento a Dan Brown, che ormai è diventato un'unità di misura, è nel trasformare elementi storici, artistici e topografici in enigmi utili alla risoluzione del giallo, e Milano è il contenitore di eccellenza di questa storia. Personalmente mi aspettavo una maggiore profondità di questo aspetto (ma io pecco chiaramente di conflitto di interessi, visto che è la mia città). Così come in altre parti del racconto, una maggiore attenzione a implicazioni storiche e sociologiche avrebbe dato quel qualcosa in più per distinguerlo da una lettura avvincente ma senza pretese.
Oltre al ritmo sostenuto, una seconda rilevante qualità è l'ironia nel rapporto conflittuale fra i due protagonisti, il giornalista Malerba e il commissario Ardigò. Uniti da un'antica amicizia ed entrambi coinvolti attivamente nell'inchiesta, si trovano spesso in contrasto per i diversi doveri professionali: lo scoop da una parte e la riservatezza dall'altra.
Infine una nota polemica: trovo subdolo e ridicolo l'uso di disseminare qua e là tracce di propaganda leghista. Giornalista a La Padania, testata che nel romanzo è «tra le più lette dai milanesi» (!) e portavoce di Calderoli, l'autore evidentemente tradisce il suo coinvolgimento politico nel tirare costantemente in ballo rumeni, slavi, tunisini, albanesi, ecc. come comparse in ruoli di criminali brutti e cattivi.
Ma raggiunge il massimo quando tesse le lodi dell'infallibile Ministro dell'Interno dell'epoca (è il 2009): «…uno che non lascia nulla al caso e lavora 24 ore al giorno per combattere la criminalità organizzata e quella spicciola, con gli ottimi risultati a cui stiamo assistendo. Stiamo arrestando ogni giorno mafiosi, camorristi,...» e bla bla bla.
Be', nel caso non bastasse il titolo del romanzo a fornire un'impronta diabolica.
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MAI PIU'
Milano, 2009
La tomba del marchese Ludovico Acerbi, rappresentante dei potenti e politico seicentesco, è stata profanata. Dal cimitero di Chiaravalle viene trafugato lo scheletro del nobiluomo, soprannominato anche “ il diavolo di Porta Romana”. Il profanatore lascia un messaggio criptato che darà il via ad una serie di omicidi. In tre settimane la città che non si ferma mai conoscerà la paura …. Le vittime avevano in comune i cognomi altisonanti che hanno fatto la storia di Milano. Cognomi di famiglie che avevano avuto rapporti con il marchese Acerbi …
Del caso si occupa il giovane commissario della omicidi Bruno Ardigò. Un lupo solitario, ombroso, single e misterioso. Ma non sarà il solo ad indagare. Alla ricerca della verità, dello scoop e del successo c’è Federico Malerba. Giornalista di una testata locale e vecchio compagno di studi del commissario. I due giovani protagonisti dovranno vedersela con un assassino astuto, che porterà a termine un disegno ben preciso. Un piano con delle tappe divulgate alla polizia e alla stampa tramite strani messaggi …
Il romanzo nonostante superi le 700 pagine è scorrevole. Purtroppo mi aspettavo molto di più. L’ idea dell’autore non c’è. E quante ripetizioni inutili … Ogni volta che i personaggi del libro ( poliziotti, giornalisti,questori, testimoni,..) si incontrano, il lettore deve fare i conti con il racconto dell’indagine dalla a alla z. ED ECCO SPIEGATE LE 720 PAGINE !!!! Il romanzo è una forzatura unica. L’assassino fa di tutto per complicarsi la vita e rendere più pittoresche le sue azioni. Sicuramente ci sono dei motivi ma è tutto inverosimile, improbabile. Si è cercato il colpo di scena creando solo confusione e rendendo ridicolo l’intero disegno criminoso e vendicativo del protagonista negativo. Il commissario e il giornalista, da single incalliti, tristi e solitari si trasformano in latin lover in un batter d’occhio. Si passa dal noir (???) al fantasy !! Vengono evocati angeli luciferini, messe nere, satanismo e trame oscure. Ma in realtà non viene approfondito nessun argomento in questo senso ( nonostante le 720 PAGINE !). Ma si trova spazio per descrivere i sandali delle donne e le loro unghie dei piedi variopinte … per la gioia dei feticisti.
Per la prima volta ho avuto voglia di entrare nel libro e partecipare attivamente al racconto. Li avrei arrestati tutti, chiusi in cella e buttato la chiave. Accusati di insulto all’intelligenza e abuso di pazienza altrui. BOCCIATO.
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La fitta nebbia brianzola del commissario Ardigo e
Bruno Ardigò è il giovane commissario della sezioni Omicidi della polizia di Milano, 36 anni, un carattere ombroso e scontroso. Sempre dedito al lavoro, il suo pane quotidiano sono i crimini, il caffè e le sigarette.
Federico Malerba è il giornalista di punta de "La Voce Lombarda", sa far diventare le piccole notizie degli scoop sensazionali e dei grandi eventi ha l'abilitàdi trovarne le sfacettature più interessanti ed accattivanti per i lettori. 36 anni, laureato in giurisprudenza dove ha conosciuto l'amico Ardigò, è single da poco, ha fascino e le sue giornate si snodano tra redazione, corsa ed il gatto Ottone.
Questi due personaggi, legati apparentemente dal solo percorso di studi, hanno la peculiarità di essere entrambi dediti al lavoro notte e tempo, un duo strampalato ma ben congeniato che si ritrova a dover indagare parallelamente su un serial killer cheha violato la tomba di Ludovico Acerbi, personaggio del'600 milanese molto controverso, che vestiva esclusivamente di nero e che voleva tale monocromia pure nel suo seguito di corte e nei destrieri, denominato dal popolo "Diavolo di Porta Romana".
Questo killer uccide poi tre persone apparentemente molto diverse tra loro: un pubblicitario, un immobiliarista ed un medico, legate solo da dei cognomi che corrispondono a delle casate in conflitto con l'Acerbi.
Un noir made in Italy che mi ha affascinato moltissimo.
La penna di carcano non è velocissima ed il lettore viene continuamente aggiornato sulle indagini da minuziose ricostruzioni delle vicende appena svolte, a volte lo scrittore si perde in descrizoni architettoniche/paesaggistiche che i non milanesi forse colgono come esagerate ma, credo che dalle pagine di questo libro trasudi un amore del giornalista scrittore Carcano per la sua terra e per le bellezze di Milano che sia paragonabile solo con la sua abilità di creare una storia intricata ma congeniata benissimo!
L'assassino non è impossibile da individuare ma, la rincorsa al movente e le trame oscure che si dipanano, si legano alla nebbia brianzola che Carcano fa scendere fino al bellissimo finale in cui emerge il sole a svelarci i misteri de "Gli Angeli di Lucifero".
Non il più bel giallo che abbia letto ma, mi sento di dare il massimo dei voti ad un autore italiano che ha avuto il pregio di mettere nero su bianco una bellissima idea, di ambientarla nella sua terra e di descriverne le sue meraviglie passando attraverso il lato oscuro dei movimenti satanistici ed esoterici, un mix direi geniale ed accattivante!
I due personaggi principali poi, sono descritti splendidamente e le lero emozioni coinvolgono il lettore!
Speriamo di rileggere ancora all'opera il bizzarro duo Ardigò-Malerba!
Bravo Carcano!
Consiglaitissimo!
Buona lettura! =)
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Una nuova coppia di sbirri
In queste sere d’inverno ho terminato di leggere Gli Angeli di Lucifero, opera prima di Fabrizio Carcano.
Il topos del romanzo è la Milano di oggi che l’autore dimostra di conoscere molto bene e che descrive con sapienza e particolarità nei suoi aspetti architettonici tanto da indurre il milanese doc a fare un sopraluogo nella tal via o nella tal piazza perché proprio quel particolare non l’aveva mai notato! Ma non solo: nel romanzo si respira anche la Milano frenetica che pensa come prima cosa al lavoro, attraverso le professioni delle prime tre vittime, un pubblicitario, un immobiliarista trafficone ed un medico e si apre uno squarcio su tre diversi mondi milanesi che vengono descritti ciascuno con i propri chiaroscuri e i propri rituali.
Giorno dopo giorno, dal 7 giugno all’8 luglio 2009, l’autore racconta la storia di un’indagine molto complessa e senza un apparente movente, condotta dal Vice Questore e Capo della Mobile di Milano, Bruno Ardigò. I tre iniziali efferati omicidi sono ricondotti nell’ambito delle sette esoteriche e sataniche e grazie anche al secondo eroe che appare da subito nella storia, il giornalista amico di Ardigò, Federico Malerba, le indagini proseguono tra mille difficoltà e arrivano alla fine a far luce non solo sugli omicidi di oggi, che nel frattempo sono diventati cinque, ma anche a svelare i retroscena, i mandanti e i colpevoli di casi di omicidi rimasti irrisolti negli anni settanta e novanta.
La lettura del romanzo, composto da 718 pagine, scorre rapida e veloce. Il lettore è avvolto e precipitato sempre più nella trama che ha come sfondo il mondo delle sette sataniche. Il tema del satanismo tuttavia non disturba la lettura ed è sempre trattato unicamente in funzione allo sviluppo dell’intreccio e all’utilità delle indagini.
Il Capo della Mobile Ardigò e il giornalista Malerba formano una coppia ben riuscita di investigatori, ciascuno con il proprio carattere e temperamento e ciascuno nel rispetto del proprio ruolo istituzionale, contribuiscono allo sviluppo nitido e pulito della storia, ricca di colpi di scena.
I due uomini sotto certi aspetti ricordano un’altra coppia di investigatori resi celebri da una serie di telefilm, Ellery Queen: un ispettore di polizia, Richard Queen, e suo figlio, scrittore, collaborando in via non ufficiale risolvevano casi di omicidi nella New York degli anni trenta e quaranta.
Ci piacerebbe che l’autore di questo romanzo pensasse ad un seguito, ad una nuova avventura: il Capo della Mobile Ardigò, aiutato dal compagno di studi Malerba, ancora una volta impegnati in una difficile indagine milanese.