Era di maggio Era di maggio

Era di maggio

Letteratura italiana

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Era di maggio prende il via tre giorni dopo gli eventi che concludono il precedente romanzo, Non è stagione. Perché l’indagine che lì si era aperta, la scoperta di un tentativo di infiltrazione mafiosa all’interno di una società di costruzioni di Aosta, non si è ancora conclusa. Un nuovo omicidio complica ancor di più la faccenda. Mimmo Cuntrera, uno dei rapitori della giovane Chiara Berguet, viene ritrovato morto in prigione. C’è poi il fatto più grave, l’assassinio di Adele, una cara amica del vicequestore, uccisa da un killer mentre dormiva nel letto di Rocco. In Era di maggio il vicequestore è dunque alle prese con due indagini parallele e cercherà di chiudere il cerchio una volta per tutte. Scoprire chi voleva fargli la pelle e impedire alla criminalità organizzata di espandersi ad Aosta. E se la sua vita professionale è assai delicata, anche nel privato Rocco non se la passa meglio.



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Era di maggio 2021-11-15 13:10:33 andrea70
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andrea70 Opinione inserita da andrea70    15 Novembre, 2021
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Pericoloso fantasma dal passato

Dopo il finale drammatico del precedente romanzo, il vice questore Rocco Schiavone scava nel suo passato alla ricerca dell'autore della vendetta nei suoi confronti. Si sposta così continuamente tra Aosta e Roma con la scusa di un plausibile sconvolgimento interiore per quanto accaduto mentre ad Aosta l'indagine precedente sembra avere altri strascichi in una morte in carcere che non è accidentale come sembrerebbe a prima vista.
Intanto il killer si muove nell'ombra per sfuggire alla cattura e tutto un mondo di intrighi e malefatte più o meno sepolte torna in superficie a rendere ancora più complicata la matassa per il vice questore Schiavone.
Quarto romanzo avente per protagonista il poliziotto romano in cui prevale la parte investigativa personale rispetto alle vicende della questura di Aosta e viene sviluppato l'ambiente all'interno del quale Schiavone si muoveva a Roma tra amici fidati ma non penalmente irreprensibili e delinquenti senza scrupoli.
La figura di Rocco Schiavone si delinea meglio nel suo "politically incorrect", aumentano i difetti ma molti di essi hanno dietro la loro croce e in certi momenti il vice questore diventa un pò colui che porta a termine le scorciatoie che spesso nella vita vorremmo sapere o potere prendere.

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Era di maggio 2016-09-05 13:24:20 Natalizia Dagostino
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Natalizia Dagostino Opinione inserita da Natalizia Dagostino    05 Settembre, 2016
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Rocco Schiavone, il vicequestore

La storia noir raccontata da Antonio Manzini è frequentata da tanti personaggi e da innumerevoli intrecci, da Aosta a Roma, due città a cui la mia vita è legata e che mi ispirano nella scelta della lettura.
Vicende umane racchiuse in gabbie psicologiche e storiche. Tutti i personaggi sono prigionieri delle incomprensioni, dei risentimenti incomunicabili, delle nostalgie segrete.

Mi imbatto nel vicequestore Rocco Schiavone, nelle sue abitudini, nei suoi vizi: “doccia, colazione da Ettore a piazza Chanoux, questura, canna mattutina. Alla fine, e soltanto alla fine, visita alla morgue.”p.94

Interessante e dominante la figura di quest’uomo in guerra con sé, con gli altri, con la morte, primordiale e contemporaneo, rozzo e benevolo, scaltro e ingenuo, opportunista e simpatico. Un uomo di potere che si salva dalla miserabilità, coltivando il dolore e assistendo con sguardo vigile l’evoluzione della propria storia.

Vivacissime le sequenze: l’omicidio, le feste, il passato, i sogni. Se il frutto della pace è appeso all’albero del silenzio, in questa storia è il contrario, infatti, assisto ad una sequenza di conflitti, di scambi continui di comunicazioni, talvolta oscure. All’inizio, mi perdo nello scenario complesso di voci ma, presto, i miei cinque sensi collaborano nel riconoscere volti e dialoghi, sintomi e narrazioni.

Antonio Manzini soddisfa decisamente la mia bulimia da libro, capace come pochi di tipizzare i personaggi, di accompagnarli con decisione nei percorsi tortuosi delle loro esistenze. Il romanzo è pronto a diventare un film, con le scene che si susseguono determinate, mai monotone, in spazi e tempi giusti, alternando ombre e luci, etica e malavita, coscienza di sé e abbandono, attrazione e repulsione.

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