Dura madre
Letteratura italiana
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Noir nuorese
Marcello Fois è un autore – peraltro mio conterraneo – di cui da tempo desideravo di leggere qualcosa di più corposo, dopo averne apprezzato alcuni brevi testi.
Tra le sue opere forse più note, “Dura madre” è un giallo/noir ambientato a Nuoro, città che, sebbene rimanga sullo sfondo discreta e silenziosa, si riconferma set da grande letteratura. Uno strano delitto dà il via a un’indagine che, a poco a poco, finisce per svelare diversi sorprendenti retroscena (alcuni persino agghiaccianti), rimescolando abilmente passato e presente in un gioco continuo d’incastri che affascina e tiene ben desta l’attenzione del lettore. La penna dello scrittore intesse una trama nella quale s’incontrano le storie di molti; le porta con sé il vento o la notte che incombe su giornate d’ombre e ricordi: storie di feroci rancori e antiche vendette; storie di matriarche, il cui cuore è stato indurito dall’amara rassegnazione a una vita che si sognava diversa, e di una terra che, come durissima madre, ai propri figli non concede speranza né perdono.
Eccellente stile narrativo, capace di concedere le giuste pause e le altrettanto giuste digressioni fino a scivolare verso un epilogo in cui “tutta la verità è sulla bocca di tutti”, mentre il linguaggio, un italiano talvolta sobriamente intriso di sardismi, a tratti si fa essenziale, taciturno, quasi muto per raccontare quello che, in fin dei conti, sappiamo da sempre…
“Sappiamo, per esempio, che il pregiudizio è merce comune. Sappiamo che accontentarsi non è necessariamente un modo per arrendersi.
Di fronte allo scatto ineluttabile, al click automatico dei collegamenti naturali, sappiamo abbassare la testa.
Sappiamo che gli altri sanno e che noi impariamo.
Ma ci costa. Ci costa passare per quelli che sopportano, per quelli che comunque capiscono.
Sappiamo che ci piacerebbe non capire, dare sfogo alla rabbia.
Ma siamo tenuti a freno da ceppi antichissimi, troppo pesanti. Strati su strati di teste chinate, di ragionamenti, di comprensione.
[…] Sappiamo che c’è chi ha deciso per noi e che il nostro posto è segnato.
Questo lo sappiamo…”