Dove crollano i sogni Dove crollano i sogni

Dove crollano i sogni

Letteratura italiana

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Dalla periferia della Certosa il mare non si vede. Lì la gente tira a campare tra i capannoni dismessi della vecchia Genova operaia che ora non c'è più, all'ombra del grande ponte autostradale su cui s'infrange ogni occasione di riscatto. A Certosa non c'è nessun posto al sole per la diciassettenne Blondi che abita in un buco d'appartamento insieme alla madre, single trasandata che quando non lavora come infermiera in un ospizio, trascorre le serate a bere. L'esistenza della ragazza è tutta lì, inchiodata all'asfalto, tra le panchine dei giardinetti e il bar di Carmine, ritrovo degli ultras della Sampdoria, a bere e fumare con improbabili amici. Blondi ha una storia con il bello e inconcludente Cris, che sogna di comprarsi una moto e intanto passa da una canna a un "tirello" di ero. Lei, di sogni, ne ha altri. Vuole fuggire in Costa Rica per ricominciare. Servono i soldi, però. E l'occasione giusta. Gli scrupoli, invece, si dimenticano in fretta quando si è disposti a tutto - ma proprio a tutto - pur di scappare. Bruno Morchio riporta il noir nei sobborghi del Nord Italia, nelle strade dannate di quel Sud del Nord di cui Genova è la capitale. Con una lingua cruda e nuda stila la confessione in prima persona di un'umanità senza innocenza e senza speranza, per la quale nessun assalto al cielo è più possibile, e il vivere è come terra che trema, e frana, sotto i piedi.



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Dove crollano i sogni 2020-05-10 17:01:42 ornella donna
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ornella donna Opinione inserita da ornella donna    10 Mag, 2020
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Un sogno e la sua realizzazione

Bruno Morchio, dopo aver scritto numerosi testi con protagonista il suo investigatore di carta, Bacci Pagano, torna in libreria con Dove crollano i sogni. Un libro giallo, che non risponde però alle caratteristiche classiche del genere. C’è, infatti, un cadavere, ma l’investigazione non è condotta da un tecnico, un poliziotto o un investigatore o un giudice. C’è una voce narrante, la protagonista, appunto, che racconta una storia a dir poco inverosimile.
Siamo nella periferia genovese, alla Certosa, appunto, dove:
“il mare non si vede. Lì la gente tira a campare tra i capannoni dismessi della vecchia Genova operaia che ora non c’è più, all’ombra del grande ponte autostradale su cui si infrange ogni occasione di riscatto.”
Qui vive la diciassettenne Blondi o meglio Ramona, con la madre, infermiera in una casa di riposo. Una donna amareggiata dalla vita, che nei fine settimana si ubriaca, davanti ad un film, e vomita sul tappeto da pochi soldi. Ramona ha un fidanzato: Cris, il cui padre non fa che mangiarsi tutti i pochi soldi al video poker, e lui fuma erba in continuazione. Storie di vita dannate, segnate. Ma lei sogna un’evasione in un luogo meraviglioso: la Costa Rica.
“E’ il sogno di una vita nuova , la speranza di una rinascita e di un riscatto: quello si che ripaga.”
Per realizzarlo non esita a coinvolgere Cris in un progetto folle, per cui:
“il fatto che sia stata io a spingerlo ad uccidere, usando tutti i mezzi per vincere i suoi scrupoli, non lo ha portato a denunciarmi.”
Cris dovrebbe, infatti, uccidere lo zio ricco per impadronirsi così della sua eredità. Ma qualcosa va storto e il colpevole viene scoperto. E allora? Come fare? Lasciare il fidanzato maldestro alle sue sorti oppure che altro? Come riuscire ad impossessarsi comunque della ricca eredità e fare il tanto agognato salto di qualità?
Bruno Morchio ci conduce, con una prosa cruda e violenta, che non lascia spazio ai sentimenti, nei meandri di una società al limite, dove tutto è giustificato, anche il comportamento più abietto. Un libro la cui lettura è ambivalente: all’inizio addirittura infantile e poco realista, si riprende a metà percorso per rivelarsi inaspettata e curiosa. Non c’è innocenza o speranza alcuna nella trama elaborata con abilità dall’autore. Così come i personaggi pensati da Bruno Morchio sono al limite, bordeline ai massimi livelli. Un libro che sicuramente suscita emozioni contrastanti e vivide, che attrae e respinge al medesimo tempo. Una lettura che induce alla riflessione morale su di una società composta da individui disposti a tutto pur di realizzare quello che, a tutti gli effetti, nulla altro è che un sogno. Un romanzo discutibile nei contenuti, dall’architettura perfettamente elaborata che non concede serenità e che trascina lontano, in orizzonti perduti, il lettore disincantato.

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