Dopo tanta nebbia Dopo tanta nebbia

Dopo tanta nebbia

Letteratura italiana

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Lolita Lobosco è stata promossa questore e deve trasferirsi a Padova. Ma gli inizi non sono facili: l'ambiente si rivela più intollerante del previsto, la nebbia confonde i pensieri e mortifica i capelli, l'orizzonte d'acqua di Bari è troppo lontano per curare la solitudine. Anche il lavoro stenta a decollare, e poi, con i nuovi colleghi, proprio non riesce a legare. Solo grazie all'aiuto e ai consigli di Giancarlo Caruso, affascinante vicequestore di origini siciliane, le cose migliorano, mentre un caso di bullismo - la scomparsa, nell'omertà generale, di un ragazzo da uno dei licei più in vista della città del Santo - mette a dura prova il talento investigativo di Lolì. Dopo tanto freddo, intorno e nell'anima, la commissaria più bella del Mediterraneo riesce finalmente a farsi richiamare nella sua amata Puglia, dove pure l'attende un mistero da risolvere: una sensuale arpista è stata massacrata in un appartamento. I sospetti sono tanti, ma c'è uno strano testimone... Alle due estremità della penisola, tra panzerotti e pettole di Natale, la passionale poliziotta barese torna a ricercare la verità, sui luoghi di delitti efferati e nel fondo stropicciato del proprio cuore.



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Dopo tanta nebbia 2019-01-02 08:27:00 Pelizzari
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Pelizzari Opinione inserita da Pelizzari    02 Gennaio, 2019
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Verace donna del Sud

La questora Lolita Lobosco, splendido personaggio che tutti gli amanti dei gialli all’italiana dovrebbero conoscere, si trova ad affrontare un caso in trasferta nella città di Padova, avvolta in tanta nebbia, senza mare, senza sole, senza amore; è un caso che coinvolge ragazzini, che ci mette di fronte al degrado generazionale, purtroppo protagonista di tanti fatti di cronaca attuale. Nella seconda parte del libro la questora, facendo un’anomala domanda di demansionamento, richiede il trasferimento nella sua Bari, con tanto mare, tanto sole e tanto amore e lì affronta un altro caso. Non ho del tutto capito il perché due casi così differenti, ed entrambi di tutto rispetto, siano confluiti per scelta dell’autrice in un unico libro, rimanendo scollegati tra loro quasi da sembrare due racconti autonomi, se non fosse per qualche filo rosso della protagonista, che lega la prima alla seconda parte. Forse sarebbe stato meglio sviluppare di più entrambi, creando due libri distinti. Quello che è certo è che la protagonista è sempre più meravigliosa, una verace donna del Sud di una simpatia irresistibile. E conoscere il lolitese è un privilegio per entrare nel suo bellissimo mondo.

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Dopo tanta nebbia 2017-10-11 09:46:13 ornella donna
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ornella donna Opinione inserita da ornella donna    11 Ottobre, 2017
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Da nord a sud per un caso di bullismo e uno di vio

Torna Gabriella Genisi con la protagonista principale dei suoi libri, Lolita Lobosco, in una nuova avventura dal titolo significativo: Dopo tanta nebbia, Sonzogno 2017.
Gabriella Genisi vive tra Bari e Parigi. Ha inventato, come dicevo, il personaggi di Lolita, prima attrice di sei romanzi precedenti: La circonferenza delle arance, Giallo ciliegia, Uva noir, Gioco pericoloso, Spaghetti all’assassina, Mare nero.
Lolita Lobosco è:
“Tosta e preparata, è bella e non rinuncia al suo lato femminile. Ha quarant’anni, non si rassegna al precariato sentimentale e sogna il grande amore: “Lo troverò prima o poi un uomo fatto a uomo”.
Ed ora divenuta questore deve affrontare a muso duro parecchie difficoltà. In primo luogo il trasferimento a Padova, una città perduta nella nebbia che, come le racconta l’Alligatore, personaggio leggendario:
“Guardi la città, per certi aspetti, lo è. I confessionali sono sempre affollatissimi, ma il Veneto è un formidabile laboratorio criminale. Qui la malavita ha una inventiva pazzesca. Un autentico modello per la criminalità organizzata di tutta Italia. (…) Guardi che qui sta avvenendo una mutazione antropologica che scende fino alle viscere della città. C’è una intolleranza estrema verso la piccola criminalità quotidiana, verso i rom e gli immigrati, poi però si fa finta che la mafia non esista, che non stia contaminando ogni ambito. “.
Ed è in questo ambiente che si trova a risolvere un primo caso, oltre che difficoltoso anche immorale. Riguarda la scomparsa di un ragazzo, dal passato oltretutto doloroso, diciottenne, di nome Christian. Lui è una persona fragile, provata dalla vita, orfano dei genitori, vive con il nonno che non si capacita della sua scomparsa. Inoltre pare fosse vittima di atti di bullismo compiuti all’interno di uno dei licei più prestigiosi di Padova. Il clima di omertà che circonda la scuola sono motivo sufficiente per spingere Lolita ad indagare con più profondità di quanto non abbiano fatto i suoi predecessori. Nel suo lavoro viene sorretta da Giancarlo Caruso, vicequestore affascinane e tenebroso di origini siciliane, che la conquista:
“Era un siciliano di chiara discendenza araba, trasferitosi a Padova. Alto, non era alto. I documenti ufficiali dichiaravano il metro e settantotto della visita militare – (…)- però non gli parevano. (…) Mai giacca e cravatta, nemmeno nelle occasioni ufficiali. A parte questo il soggetto non dispiaceva. Un po’ Serpico, sulla cinquantina Ray-Ban specchiati, barba brizzolata, capelli fluenti in tinta, aria misteriosa….. Mentre parlava era come sentire una carezza sul viso.”
Superato così brillantemente lo scoglio della prima inchiesta, la nostra protagonista non riesce più a rimanere indifferente al richiamo pressante del mare e delle prelibatezze culinarie della sua terra, e così ritorna a Bari. Qui affronta un nuovo caso: la scomparsa di Bianca Empoli, un arpista fiorentina spesso in tournèe, trasferitasi a Bari con il marito, da cui ha avuto due bambini. I sospetti sono molteplici, ma c’è uno strano e fascinoso testimone, incapace di proferire parola…. Ma… forse, chissà.. Tra indecisioni, donne fedifraghe, donne ossessionate dalla gelosia, piatti tipici di cui al fondo del libro troviamo le ricette, confidenze erotiche tra amiche, Lolita trova il tempo di sciogliere, anche in questo caso, il bandolo della matassa.
Dopo tanta nebbia è un giallo brillante ed intrigante, dalla prosa veloce e scorrevole. Il lettore è presto catturato in un vortice altalenante di sensazioni e di emozioni, camminando pari passo con tutti i personaggi che si avvicendano nel testo, e con le loro avventure. Due sono le caratteristiche pregnanti della nostra investigatrice in gonnella: la prima una particolare capacità deduttiva e di osservazione. Infatti lei stessa dice che:
“un commissario, si sa, deve avere gli occhi ovunque; e, non per dire, ma io ce li ho.”
La seconda una indiscussa abilità nell’entrare in sintonia con i testimoni del caso, anche con quelli reticenti. Con una ulteriore e determinante incursione nel campo della letteratura di genere. Vedi il riferimento ad un famoso investigatore uscito dalla abile penna di Massimo Carlotto e all’accenno al commissario Lo Cascio, personaggio creato da Maria Rosaria De Simone in Baby Giulia. Insomma un bel giallo, divertente, ironico, e molto intrigante.

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Consigliato a chi ha letto ed amato gli altri casi di Lolita Lobosco.
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