Cosa resta di noi Cosa resta di noi

Cosa resta di noi

Letteratura italiana

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Edo e Guia sono sposati da quattro anni e il loro sembra un matrimonio di forte complicità. La coppia è però consumata dal desiderio di avere un figlio, che non arriva. L’unione è destinata a sbriciolarsi: Edo deve trattenersi a Viareggio e attraversa un insolito periodo di separazione dalla moglie, assaporando la solitudine del mare d’inverno. Guia si immerge nella stesura del suo nuovo libro. Poi però Edo incontra Anna. Single quarantenne, Anna deve difendersi dall’invadenza, ai limiti dello stalking, del suo ex fidanzato. Fin quando Anna sparisce misteriosamente, dopo un appassionato incontro clandestino con Edo. Da qui la vicenda si avvia verso la deflagrazione. Le indagini per la scomparsa della donna suscitano un circo mediatico fragoroso e invadente, che si insinua velenosamente nelle vite dei personaggi.



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Cosa resta di noi 2024-09-29 14:10:32 Lonely
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Lonely Opinione inserita da Lonely    29 Settembre, 2024
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Bagno Antaura

Edo è il bagnino tuttofare del Bagno Antaura, un lido di Viareggio. Guia è sua moglie e l’amore della sua vita.
Si sono conosciuti proprio al Bagno Antaura, a un evento letterario organizzato proprio da Edo, per la padrona del Lido, la signora Bardi, che scoprirà poi essere la mamma di Guia.
Guia è una aspirante scrittrice, o meglio è in cerca di un editore che la aiuti a pubblicare i suoi libri. Ma il mare, la notte, la noia, gli sguardi complici e Edo e Guia finiscono a fare l’amore nella cabina n. 7.
“Cos’è rimasto dei due sensazionali sconosciuti che eravamo quella sera?”
Su questa riflessione si centra tutto il romanzo.
Così inizia la loro storia che oggi, a distanza di anni da quell’incontro passionale, vive una profonda crisi dovuta a un figlio che non arriva. E negli svariati tentativi per ottenerlo, pian piano l’amore che li univa si spegne.
In questa crepa si insinua Anna.
Anna lavora per una ditta edile che Edo ha contattato per i lavori di ristrutturazione al Lido.
Tra loro nasce una profonda confidenza, sincera e complice allo stesso tempo, che alla fine culmina con un’inevitabile incontro passionale di un solo pomeriggio, dopodichè Anna scompare e di lei si perdono le tracce.
E’ inutile dilungarsi sulla trama, che comunque venga narrata, sembrerebbe molto banale, l’amore vero, il tradimento, i sensi di colpa, la negazione.
Ma questo non è il libro di Simi, quello che lui riesce, sorprendentemente, a fare è legarci ai personaggi, e ai luoghi, oltre che a appassionarci alla storia.
Leggendo vediamo il mare, ne sentiamo l’odore, gli ombrelloni che si aprono in estate e che si chiudono alle prime mareggiate che annunciano l’inverno, sentiamo la sabbia sotto ai piedi, e la malinconia della bella stagione che se ne va, le risa che si dissolvono ai primi temporali estivi, il sole che tramonta sempre prima e che segna i giorni, i mesi, le stagioni, gli anni.
“L’estate ci mette tre mesi per diventare perfetta e lo fa a Settembre. E a quel punto, raggiunta la perfezione può, solo finire.”
Percepiamo, come se fosse nostra la malinconia del protagonista, il suo dolore per l’amore che sta perdendo, il freddo vuoto che gli lascia dentro.
“Mentre inizia a piovere rimango a guardare fuori. In ogni goccia si riflette un minuscolo mondo chiuso sotto una volta trasparente e uguale a tutti gli altri. Sembrava non finisse mai quest’estate, invece stava solo morendo di nascosto. Che la pioggia se la porti via prima che inizi a marcire.”
La trama ci cattura sin dalle prime pagine, un intricato mistero che ci tiene incollati fino alla fine, e che nonostante sia narrata con un pizzico d’ironia, ci lascia tanta amarezza.
Simi ha uno stile inconfondibile, unico, che pur trattando di contenuti, se possiamo dire, banali, ci regala spunti di profonda riflessione, che ci portano anche a rileggere alcuni passaggi.
“Mi sembrò odioso e insopportabile come un’erba infestante. Sono quelli così che vanno avanti, mi dicevo. Gli indifferenti, i voraci, quelli che chi se ne frega…Non sono i migliori…sono semplicemente i più insensibili. Quelli che attecchiscono dove non si dovrebbe, nel freddo e nel marcio, nella sabbia e nelle crepe dell’asfalto. Sono i predatori indomiti…Loro lasceranno la traccia sul Pianeta…dall’alto della loro rapace, intransigente mediocrità.”
Un libro che si divora, un noir, psicologico, ma anche sarcastico, scritto con la giusta leggerezza, senza abbassare mai il ritmo e la tensione narrativa.
Il romanzo è anche un tuffo nel passato, in un tempo nostalgico, fatto di ricordi che ti allontanano dal presente e dalla realtà.
“Il tempo non è sempre lo stesso. Il tempo non è oggettivo, cambia densità, si fa vischioso. Non si ferma mai, è vero, ma altre volte gira su stesso e ha il potere di risucchiarti in un gorgo.”
Una lettura imperdibile per gli amanti del genere.

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Cosa resta di noi 2018-09-10 15:15:59 lapis
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lapis Opinione inserita da lapis    10 Settembre, 2018
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“La morte vista al contrario”

“La morte vista al contrario”. È così che Guia, promettente scrittrice trentenne, chiama nel suo libro quel figlio che proprio non riesce a essere concepito. Bellissima e altezzosa figlia di una ricca famiglia toscana, sposata a un uomo che l’ha innalzata su un piedistallo dorato, Guia ha tutto, proprio tutto. Eppure, quel desiderio insoddisfatto, quel vuoto privo persino della consolazione di un ricordo, finisce per lacerare il suo matrimonio. E Guia si allontana, parte per Roma, ad inseguire un consolatorio successo.

È così che il marito Edo, rimasto in Versilia a gestire la chiusura dello stabilimento balneare dei suoceri, si ritrova solo ad affrontare quel mare autunnale che riflette, con i suoi ombrelloni chiusi, le sue onde grigie e il suo vento gelido, la malinconia di un sogno d’amore che si sta piano piano sgretolando. E finisce per avvicinarsi ad Anna. Anna con la sua bellezza sfiorita, la sua solitudine e i suoi sogni modesti. Anna che, invece, dalla vita ha ricevuto davvero poco.

Sarebbe una scappatella da dimenticare, da nascondere sotto la sabbia. Invece Anna scompare all'improvviso. Morta o fuggita? Questo l’interrogativo che rimbalza su rotocalchi e programmi televisivi, tutti a scavare morbosamente nella vita della semplice impiegata per nutrire l’insaziabile macchina dello show-business. Per Edo, però, l’interrogativo è un altro, perché lui la verità sulla scomparsa di Anna crede di saperla, ma rivelarla significherebbe distruggere definitivamente il proprio matrimonio. Cosa fare allora?

Di più non si può proprio dire perché l’ottimo noir propostoci da Giampaolo Simi merita davvero di farsi scoprire nella sua prospettiva originale e nel suo intreccio per nulla scontato. Lo stile è curato ed elegante, il tono delicato, capace di restituire tutta la malinconia e lo splendore del mare fuori stagione, in cui si specchiano emozioni e stati d’animo. Perché ciò che conta, in questo romanzo, è proprio l’approfondimento psicologico dei personaggi. Uomini e donne all'inseguimento di false chimere, eternamente insoddisfatti, che si scoprono all'improvviso fragili, incapaci di sopportare il peso dei vuoti che portano sulle spalle. Da leggere, perché la verità che racconta è ben più profonda della soluzione di un mistero.

“Nella notte il peso silenzioso della neve aveva schiantato rami di pini che sembravano architravi. Il salmastro fa così. Fuori ti lascia intatto, ma dentro ti svuota e un giorno ti scopri di colpo fragile come le ossa dei vecchi”.

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Cosa resta di noi 2015-08-04 03:18:40 Bruno Elpis
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Bruno Elpis Opinione inserita da Bruno Elpis    04 Agosto, 2015
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Dov'è Anna?

“Dov’è Anna”, così s’intitolava uno sceneggiato degli anni settanta, che aveva per protagonisti due coniugi senza figli. Nello sceneggiato, la moglie scompare misteriosamente…
Anche in “Cosa resta di noi” di Giampaolo Simi i protagonisti, Edo e Guia, non hanno figli e la prima parte del romanzo è efficacemente incentrata sul dramma della sterilità di coppia (“Guia e io non eravamo capaci di metterlo al mondo”).

Guia è rampolla di un’ottima famiglia toscana, nonché scrittrice di belle speranze (“Ora Guia è in una pizzeria di Trastevere a parlare del suo prossimo libro con Franz Donati. Io sono qui, al mare d’inverno, e c’è solo un odore freddo di muffa e di legno umido”); Edo vive per lei (“Non ho più affittato la cabina dodici…”) e amministra la stazione balneare dei suoceri: il bagno Antaura (“Aura è … lo spirito vitale. Antaura è il suo opposto").

Poi Edo conosce Anna e, provocato dall’amico-bagnino Diego o forse perché afflitto dalla crisi coniugale, si concede una scappatella. Lo stesso giorno, Anna sparisce nel nulla (“Dal pomeriggio del 14 febbraio Anna Di Fosco svanisce nel nulla senza un motivo apparente, senza lasciare dietro di sé un biglietto o un indizio, nemmeno un’impronta sulla neve caduta per San Valentino”).

La scomparsa scatena la curiosità dei mass media, sempre pronti ad approfittare di ogni occasione per spettacolarizzare il dolore.
Come nel titolo dello sceneggiato, dov’è Anna? Si è ricostruita una vita felice in un posto lontano o è vittima di un femminicidio compiuto da Giangi, comico da strapazzo ed ex amante della donna scomparsa, che ha reagito in malo modo nel vedersi respinto?

Il noir è sorretto da un buon ritmo, da trovate narrative accattivanti (su tutte, quelle di una lettera manoscritta da Anna) e dal sarcasmo amarognolo con il quale Giampaolo Simi sbeffeggia gli aspetti deteriori della società contemporanea, nella quale i rapporti sembrano esistere in ragione della loro dimensione economica, televisiva o social…

Bruno Elpis

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