Colpo grosso ai Frigoriferi Milanesi
Letteratura italiana
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La ringhiera sul cortile
Un romanzo che è composto da una serie di rimandi, omaggi o chiamateli come volete a varie opere di fiction che sia letteraria o presa dalla TV.
Abbiamo quindi la banda scalcagnata di improbabili rapinatori di un caveau apparentemente inespugnabile i cui componenti si danno nomi inventati per non essere immediatamente riconoscibili , peccato che la maggior parte di essi abitino nella stessa casa di ringhiera a Milano.
Gli spostamenti ed i comportamenti dei vari componenti diventano presto diversi dalle loro abitudini e quindi sospetti per gli altri condomìni i quali finiscono per voler curiosare dove non dovrebbero e inguaiare ulteriormente gli autori del colpo che già di loro non brillano per efficacia e iniziativa.
Storiella abbastanza esile in cui la parte più interessante è riconoscere nella trama e nelle vicende i film o i romanzi da cui traggono ispirazione le vicende e la particolare scrittura dell'autore che instaura una sorta di dialogo parallelo tra i personaggi e la sua figura un pò come fece Camilleri nel suo romanzo postumo "Riccardino" , quello che in quel romanzo veniva esplicitamente chiamato come l'Autore , in questo racconto rimane una figura mai precisata, quasi un componente esterno alla banda di delinquenti improvvisati, colui che può al fine decidere del loro destino. I personaggi dialogano tra di loro parlando dell'evolversi della trama e manifestando le loro perplessità in proposito come se si trattasse del copione di una recita o di un film e loro fossero degli attori.
Alla fine non si capisce bene cosa dovessero rubare e perchè , rimane una lettura curiosa ma abbastanza banale.
Indicazioni utili
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Colpo grosso a cura de la Casa di ringhiera
«Ci si lamenta sempre del presente, senza pensare troppo alle amenità del passato. Gli ultimi cinque-sei elementi di sesso maschile lasciarono la casa di ringhiera, come dei fantasmi. Al solito dal centro non uscì nessuna ragazza, quelle non si vedevano mai.»
Torna in libreria Francesco Recami con un nuovo appuntamento dedicato alla serie della Casa di ringhiera – edito da Sellerio nella collana “La Memoria”. Qui gli inquilini storici si sono riuniti in “perfetto anonimato”, perché nessuno deve sapere niente e nessuno deve osare usare i “nomi veri”, pena l’esclusione dal piano, pena la non partecipazione al colpo. Eh sì, perché gli inquilini storici hanno deciso di far svoltare la propria vita, di rifarsi e anche di sbarazzarsi delle beghe del quotidiano e per farlo quale miglior modo se non quello di un bel colpo ai Frigoriferi Milanesi?
«Allora, i vostri nomi in codice li conoscete già. Userò quelli, e dovete farlo anche voi. L’avete visto quel film? Ecco, allo stesso modo. Adesso vi spiegherò in sintesi quali saranno i vostri ruoli, senza entrare troppo nei dettagli. Lei, Piero – si rivolgeva al vecchio – lei sarà lo specialista dei mezzi di trasporto, come è naturale. Potrà esercitare le sue doti al volante, e in genere si occuperà di camion, furgoni e altro. Ci sarà bisogno anche della sua auto personale.»
L’antica costruzione dei Magazzini Refrigeranti e Ghiaccio Gondrand Mangili fu edificata in quel del 1899. Si trattava di una fabbrica del ghiaccio che nei primi anni del 1900 produceva tonnellate e tonnellate di ghiaccio per sopperire alle richieste dei tanti clienti che al tempo non avevano frigoriferi o altri strumenti per la conservazione del cibo. Poi, con il progredire della tecnologia e il boom economico, tutti hanno cominciato ad avere frigoriferi in casa e la struttura ha cambiato la sua destinazione. Qui si celano dei caveaux pieni di ricchezze senza fine che, se nelle mani giuste, potranno garantire vite agiate e ricchezza.
«Adesso, che erano passate due settimane, Angela continuava a domandarsi: ma la mia vita è fatta così?»
Siamo quindi a Milano e ancora una volta torniamo in compagnia dei residenti della Casa di Ringhiera ma con qualche dovuto cambiamento tra gente che va e gente che torna. Gli inquilini infatti vanno e vengono, ora il pianterreno è affittato a dei cinesi che hanno aperto un centro massaggi Shouyin Xing, apparentemente con il favore di tutti, di fatto con il dissenso di alcuni, un piano è stato occupato da tre, più una quarta, ragazze romagnole che ben si definiscono dedite allo studio e motivate nel portare avanti i loro progetti universitari e a rispettare le regole condominiali. Peccato che il loro concetto di rispetto delle regole condominiali esuli in parte da alcuni canonici costumi e preveda festini notturni, serate alcoliche, serate in discoteca, schiamazzi e chi più ne ha più ne metta. Son belle, son giovani, non temono di mostrare metrature di gambe e petti scollacciati, ben presto la capitolazione generale è resa nel vero senso del termine. La storica famiglia Giorgi, ancora, si è trasferita e al suo posto sono arrivati gli Scemaghi, preda perfetta per la signorina Mattei-Ferri, notoriamente falsa invalida, che cerca il suo riscatto agli occhi dei vicini.
«Nessuno le voleva bene, perché lei voleva male, e chi semina raccoglie.»
Tuttavia, gli Scemaghi, composti da madre, padre e la piccola Ofelia, son tutti ambientalisti, restii al contatto con chi non la pensa come loro, indecifrabili talvolta nei loro ragionamenti e in perenne lotta con il vicinato fumatore, disturbante e instancabilmente dedito all’inquinamento più totale dei luoghi e del mondo. Volti nuovi che si uniscono ai volti storici quale il tappezziere in pensione Amedeo Consonni, la signorina Angela Mattioli, sua figlia Giulia, la già citata signorina Mattei-Ferri e il benestante Luis con la sua Maserati, auto che gli costa non poco e che, tra le altre cose, gli è costata anche una multa a tre zeri con tanto di ritiro della patente poi non ritirata perché la colpa se l’è presa il nipote alla modica cifra di euro trentamila per il “favoruccio”. Ma d’altra parte, poteva mai lui restare senza patente? Assolutamente no! E avrebbe mai potuto vendere la sua Maserati per tornare a guidare una pandina scassata? Ma nemmeno per scherzo!
«Non erano abituati a fare indagini, e tendevano a interpretare qualsiasi mistero come un intrigo sentimentale.»
Ed eccoli qua i volti che colorano le pagine di “Colpo grosso ai Frigoriferi Milanesi”, un noir che trattiene e coinvolge i lettori tra colpi di scena e quotidianità data da vite che si intrecciano tra loro. Sono proprio alcuni di questi personaggi che nascosti in un capannone con il loro nome in codice (da Il Solista, a Piero, Faccia d’Angelo, La Miciona, La Piccerella, Il René a La Mantide) preparano il colpo, un colpo che avrà dei risvolti completamente inattesi quanto inaspettati e che coinvolgerà in modi sempre più eclettici non solo i protagonisti ma anche le loro sorti. Perché ciascuno di questi è spinto da un suo motivo personale, il bottino fa gola ma per ragioni diverse e molteplici. Ma si sa, non tutto va sempre come vorremmo e l’imprevisto è sempre dietro l’angolo così come il non intendersi di determinati campi quale l’arte. Al tutto si somma uno stile rapido, fluido, ironico e pungente che non fatica a farsi apprezzare. Immancabile è tra queste pagine l’impronta di Francesco Recami.
In conclusione, “Colpo grosso ai Frigoriferi Milanesi” è un noir originale, una commedia umana divertente ed esilarante, un titolo pieno di colpi di scena e che non delude le aspettative regalando ore liete al lettore. Buona lettura!