Chiedi alla notte
Letteratura italiana
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Una notte oscura
Antonella Boralevi ha pubblicato 21 libri, tra romanzi, racconti e saggi. Ora pubblica Chiedi alla notte, il sequel di La bambina nel buio, dove tornano i due protagonisti, Emma, avvocato inglese, ed Alfio, commissario siciliano trapiantato a Venezia. Un bel giallo, introspettivo e curioso, che risente di una certa formazione psicoanalitica della scrittrice. I personaggi, infatti, sono spesso analizzati nelle loro paure, nei loro ambigui e strani comportamenti, nei loro stati di animo. Si respira un'aria che sa di affanno, di ambiguità, per cui:
"Era qualcosa di altro. Qualcosa di diverso, di molto più potente. Qualcosa che titillava una corda segreta della sua anima, (....)la percezione precisa di essere capitata dentro un mistero".
E di mistero, sicuramente, si tratta. La morte violenta di Vivi Wilson colpisce tutto il pubblico che affollava la sera precedente il Lido di Venezia. Un mondo luccicante di paillettes, il Red Carpet, star, limousine, champagne, fotografi. E dopo la notte, quel mucchietto orrendo di stracci lungo la riva. Lei, Vivi Wilson, una creatura fatata che:
"Era bella da stringere il cuore".
Non c'è più. Chi ha voluto la sua morte? Quali segreti nascondeva con tanto ardite? Della sua morte violenta si occupa il commissario Alfio, un uomo arguto nel lavoro, incapace nei sentimenti e nella vita affettiva. Nel suo evolversi non può che imbattersi in Emma, avvocato di Netflix, che coproduce il film vincitore. Lei alloggia alla villa Furibonda alla Giudecca, ospite della contessa Maria Morosini. I due si amano e si odiano. Due naufraghi alla deriva, alla ricerca di una verità che si nasconde, terribile e vendicativa, nel buio della notte, dove nulla è ciò che appare, dove le persone si tramutano in un altro inconoscibile, dove:
"Ciascuno di noi può diventare un altro. La persona che non hai mai creduto di essere. E fare cose che non avrebbe mai pensato di essere capace di fare."
Chiedi alla notte è davvero un giallo intenso che si divora con passione. Al suo proposito Maurizio De Giovanni ha scritto che:
"Antonella Boralevi conosce le anime per averle frequentate e gli abissi neri che possono conservare al loro interno.".
Infatti scrive ed elabora una storia bella che trasuda dolore, ricca di pathos e di mistero, di fantasmi che albergano nelle menti umane deviandole impercettibilmente ma nel profondo. Una storia da vivere, che accompagna, con sentimento e sagacia, per mano il lettore fino al finale, sconvolgente e terribile, inaspettato. La ambientazione, la città di Venezia, è resa con grande fascino e con una terminologia che nulla lascia al caso. Una trama elaborata e personaggi avvincenti completano il testo da leggere con accanimento e perigliosita'.