Café Nopal
Letteratura italiana
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Cafè Nopal
L'inizio è noioso, oserei definirlo vuoto, con un'introduzione molto lunga. Alla fine ho capito che questa lungaggine non è altro che un modo per descrivere il vuoto che c'era nella vita del protagonista; un amore finito; non sa dove sbattere la testa. Man mano che la storia si dipana e precipita, aumenta il coinvolgimento sentimentale.
Carina la figura dello zio medico rompiscatole che con le sue teorie e i suoi proverbi riesce sempre a tornare alla memoria, un pò come , a un certo punto,dice lo stesso protagonista: "E se avesse ragione lui con tutte le sue scemenze?
Il pezzo che, personalmente, mi ha coinvolta di più è il dialogo che c'è tra le pag. 198-199: "Misurare i bisogni degli altri sui propri era un'idiozia così comune che per un attimo a Enrico sembrò ragionevole. ... Non erano i soldi che volevano da te. ... E tu non l'hai mai capito." E' una frase alla quale ho pensato spesso, esattamente così come è stata scritta.
Alla fine, dopo mille peripezie e pericoli, il protagonista ritrova il suo equilibrio, ma non è un lieto fine, è un essere diventato maturo, essere riusciti a dipanare il vuoto nel quale viveva all'inizio, e avere capito cosa bisogna fare per ricominciare daccapo. E' riuscito a lasciarsi alle spalle il passato. Se il protagonista fosse stato un bambino, i critici letterari avrebbero potuto scrivere che si tratta di un romanzo di formazione.
Per essere l'opera prima di uno "scansafatiche", è un libro molto bello. La caratteristica che ho notato io, quindi un giudizio esclusivamente soggettivo, è che il giallo lascia spazio a una storia sentimentale, abbandonando i binari del mistero per concentrarsi sull'intimità del protagonista.