Narrativa italiana Gialli, Thriller, Horror C'è un cadavere al Bioparco
 

C'è un cadavere al Bioparco C'è un cadavere al Bioparco

C'è un cadavere al Bioparco

Letteratura italiana

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Dopo la felice soluzione del caso del bambino scomparso, il commissario Buonvino si gode la quiete ritrovata del parco di Villa Borghese e le gioie dell’amore. Ma è una tregua di breve durata: un cadavere abbandonato nel rettilario del Bioparco, il giardino zoologico della capitale, rappresenta una brutta gatta da pelare per il nostro eroe, che si dà il caso sia erpetofobico e provi un terrore atavico per qualsiasi tipo di rettile. Come ci è finito il corpo di un uomo nudo dentro la teca dell’anaconda? E com’è finita nella pancia del gigantesco serpente la testa di quella persona? Sono solo alcuni degli interrogativi senza risposta tra i quali il commissario e i suoi impavidi quanto scombinati agenti si barcamenano nel tentativo di risolvere quello che appare un vero e proprio rompicapo. Quasi ci trovassimo nel più intricato dei gialli di Agatha Christie, Buonvino dovrà dar fondo a tutto il suo acume e alle sue capacità deduttive per sbrogliare i fili di una complessa indagine in cui gli indizi scarseggiano e i sospettati abbondano, smascherando infine il colpevole.



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C'è un cadavere al Bioparco 2022-01-24 16:00:01 Lonely
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Lonely Opinione inserita da Lonely    24 Gennaio, 2022
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Veltroni e il "giallo"!?!

All'ispettore Buonvino viene affidato un nuovo commissariato istituito all'interno di Villa Borghese. Con lui ruota un team scombinato di agenti del tutto improbabili :
"La squadra degli agenti del commissariato di Villa Borghese sembrava composta da Bombolo, Alvaro Vitali, Gigi Reder, i gemelli marchesini Pucci di Sapore di mare, Aristoteles e Edwige Fenech. Uno normale, a vista, non c’era."
Per loro si prospettano giorni di furti e piccole rapine, un commissariato tranquillo all'apparenza, nel quale invece si scatenano inspiegabili delitti, che tentano di togliere luce al buon nome dell'ispettore.
Il commissario Buonvino è il protagonista di una serie di libri gialli scritti da Walter Veltroni.
Questo è il terzo ed ultimo, per ora, in ordine cronologico, ma sinceramente oserei dire, se proprio devo, che forse il primo era il migliore,
Inizialmente mi aveva fatto una buona impressione: personaggi, vittime ,assassini, ambientazione, storiella, i presupposti c'erano tutti per un buon giallo all'italiana.
Tra l'altro nel primo romanzo Veltroni faceva sfoggio di innumerevoli citazioni musicali, riferimenti letterari e cenni storici, tanto che valeva la pena leggerlo solo per questo.
Purtroppo i successivi sono spogli anche di questi "orpelli" ,e così è ancora più evidente l'inconsistenza del plot, perchè la trama, va detto, è davvero poco credibile.
Veltroni scrive bene e ha cultura, è innegabile, ma i suoi gialli hanno poca sostanza e nessuna struttura.
Manca l'impianto del giallo: c'è un assassino, un labile movente e una vittima, ma non ci sono, gli indizi, gli intrecci, la suspense. Quello che un lettore si aspetta da un buon giallo qui non c'è e la storia non coinvolge. Si rimane appesi alle intuizioni del commissario Buonvino, senza tentare di capire chi, perchè e come, insomma si resta a "guardare". Ma leggere è ben altro, è coinvolgimento, pensiero, riflessione, è prendere parte, appassionarsi, stupirsi, è entrare in un altro mondo e lasciarsi trasportare, e questo stavolta mi è mancato, peccato!

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C'è un cadavere al Bioparco 2021-10-31 07:44:16 ornella donna
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ornella donna Opinione inserita da ornella donna    31 Ottobre, 2021
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Buonvino e l'anaconda

Torna Walter Veltroni e la sua felice creatura di carta, il commissario Buonvino, ne C’è un cadavere al bioparco, edito da Marsilio. Dopo aver pubblicato Assassinio a Villa Borghese, Buonvino e il caso del bambino scomparso, Walter Veltroni torna a stupirci, raccontando le imprese di un commissario di stanza all’interno della fascinosa Villa Borghese a Roma, ove, in teoria, non dovrebbe mai accadere nulla. Ma …
In questo romanzo Buonvino è alle prese con un cadavere alquanto inusuale: un uomo viene trovato morto all’interno del Bioparco, e più precisamente all’interno della teca che ospita l’anaconda. L’uomo è stato ucciso recidendogli la testa , data in pasto al serpente, e il corpo nudo stritolato, invece, dalla stessa anaconda. Chi ha compiuto un delitto così atroce? E a chi appartengono i resti della povera vittima?
Il commissario è oltremodo terrorizzato, perché è erpetofobico, e quindi prova un terrore atavico verso qualsiasi tipo di rettile; così non sarà facile per lui condurre queste indagini.
L’ambientazione nel bioparco di Roma è , sicuramente, la seconda protagonista di questo libro. Resa con perizia di particolari e precisione assoluta, non si può guardare ad essa se non con accresciuto stupore:
“A quel tempo l’area circostante in origine denominata “campagna” di Villa Borghese, contava dodici ettari, che alla fine degli anni Venti sarebbero arrivati agli attuali diciassette. Hagenbeck aveva sostituito gran parte delle gabbie con dei più accoglienti fossati, nel tentativo di allestire degli ambienti che almeno simulassero, spesso con il ricorso a tecniche scenografiche, l’habitat naturale delle specie ospitate. Allora lo zoo non aveva finalità scientifiche, e neanche educative. Era solo un luogo di spettacolo. “
Il libro risponde bene alle caratteristiche del genere a cui appartiene. La trama è solida e ben congegnata, i personaggi vividamente descritti. Nel complesso una storia dei giorni nostri costruita con sapienza narrativa, che si legge tutta di un fiato.

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Consigliato a chi ha letto...
A chi ha amato le precedenti storie: Assassinio a Villa Borghese e Buonvino e il caso del bambino scomparso.
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