Buchi nella sabbia Buchi nella sabbia

Buchi nella sabbia

Letteratura italiana

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Pisa, settembre 1900. Per festeggiare l'arrivo del nuovo re d'Italia, Vittorio Emanuele III, viene deliberato di dare in suo onore, nel teatro della città, la nuova opera del maestro Giacomo Puccini. Purtroppo, l'opera in questione è Tosca, melodramma franco italiano dai forti contenuti politici, che dileggia il potere costituito. A seguire l'evento, che rischia di accendere gli animi, viene mandato da Roma come corrispondente Ernesto Ragazzoni - poeta, traduttore, giornalista anticonformista -, dal bicchiere facile, il quale farà amicizia con vari membri della compagnia, con alcuni simpatici cavatori carrarini che, tra un capitello e l'altro, cacciano di frodo nella Reale Tenuta, e soprattutto con gli osti della zona, nell'attesa della prima rappresentazione. Rappresentazione nel corso della quale il tenore verrà fucilato sia come Cavaradossi che come Balestrieri: qualche ignoto, infatti, pare abbia...



Recensione della Redazione QLibri

 
Buchi nella sabbia 2015-12-18 08:05:48 Pupottina
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Pupottina Opinione inserita da Pupottina    18 Dicembre, 2015
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1901: complotto anarchico da operetta

Marco Malvaldi ha momentaneamente abbandonato l'allegra combriccola del Bar Lume, per dedicarsi ad una altra scenografia. Ha scelto come ambientazione storica la città di Pisa nel 1901. Un contesto storico particolarmente rilevante.
La narrazione unisce elementi inventati a fatti e personaggi storici. La rappresentazione della "Tosca" a Pisa, con la rumorosa assenza del maestro Giacomo Puccini, fa molto parlare di sé finché non accade dell'altro: l'omicidio commesso sul palco del teatro, mentre ad assistervi vi è, niente di meno che, sua Maestà, il re Vittorio Emanuele III di Savoia. Questi ingredienti, uniti al solito umorismo, all'arguzia dell'intreccio e all'accuratezza con cui Malvaldi ricostruisce il momento storico (1901) e l'ambientazione pisana, decretano questo nuovo successo letterario.
È un ottimo lavoro con un tocco di teatralità esplicita, ossia la suddivisione in tre atti.
La vicenda narrata, in primo piano, è quella di una sgangherata, quanto improbabile, compagnia teatrale che mette in scena una delle opere liriche italiane più celebri, la "La Tosca" di Giacomo Puccini. Nell'atmosfera storica regna ancora l'inquietudine anarchica a seguito dell'attentato di Gaetano Bresci che, come tutti sappiamo, ha ucciso il re d'Italia, Umberto I. Molto probabilmente il destino misterioso dell'anarchico italiano, vittima forse della tecnica punitiva del santantonio, ha aggiunto un giallo storico al giallo teatrale. Mentre lo spettro di un nuovo attentato anarchico si propaga ovunque, anche nel teatro, c'è un bel daffare tra la grande emozione per l'ospite illustre e la paura di un nuovo insuccesso, con conseguente fermento e mobilitazione da parte delle forze dell'ordine e della stampa ufficiale.
Essendo un giallo, com'è prevedibile, anche al culmine della rappresentazione teatrale, ci scappa il morto, tra una cerchia colorita e variegata di attori, più o meno improbabili.
BUCHI NELLA SABBIA è un ottimo giallo che si legge scorrevolmente e divertendosi.
La descrizione dei personaggi è così credibile che più volte viene da chiedersi se Malvaldi non stia raccontando, trasformando in letteratura d'intrattenimento, un fatto realmente accaduto. Malvaldi è tanto bravo che mi sono posta il dubbio ed ho rispolverato i miei vecchi e polverosi volumi di storia senza trovare riscontro. A fine romanzo, però, la finzione emerge con chiarezza, ma questo non cancella la sensazione che alla base della narrazione ci sia stato un accurato lavoro di documentazione. Anche la descrizione del mondo della lirica ai primi del Novecento è particolarmente meticolosa, avvalorata e comprovata, con citazioni e notizie disseminate lungo il racconto.
È un libro spassosissimo, grazie all'ottima tecnica narrativa dove le scene si susseguono veloci come in una commedia brillante dai toni farseschi. Si ha la costante sensazione di essere seduti in poltrona a teatro ad assistere all'opera lirica, grazie allo stile intelligente e brioso, ma sapientemente magistrale, da narratore onnisciente di Malvaldi, che ha la capacità di rendere visivamente quello che racconta, confrontando la realtà storica con quella contemporanea.

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Buchi nella sabbia 2024-02-01 19:18:54 silvia t
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silvia t Opinione inserita da silvia t    01 Febbraio, 2024
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L'Anarchia e la lirica

Intrattenimento e riflessione sono gli ingredienti di questo libro, senza ombra di dubbio il mio preferito di Marco Malvaldi.
Rimasto per ultimo tra quelli editi da Sellerio si è rivelato una vera fonte di emozioni.
L'argomento trattato è così particolare che il tutto risulta quasi privo di massa, frutto di un pensiero, di un sogno.
Anarchia e lirica, uniti su un palcoscenico ad animare le vite di personaggi attraverso lo stile autoironico di Malvaldi.
Una trama semplice, con un intreccio intuibile e forse banale ed è lo sguardo dell'autore a fare la differenza.
La dolcezza dei dialoghi e il narrare senza giudicare o indulgere ci permette di empatizzare e comprendere quella forza così impetuosa che è l' Anarchia.
Gaetano Bresci è una figura onnipresente, che colora le pagine sotto l'inchiostro, forza propulsiva e ispiratrice di tutte quelle anime che cercano libertà, giustizia e felicità.
Ci si diverte, si riflette, con dialoghi ironici e acuti, adatto per il puro intrattenimento, sono i piani di lettura a non poter essere ignorati: quello sociale nella descrizione di una società passata che porta in grembo quella successiva; quella psicologica attraverso la dinamica di gruppo che si manifesta attraverso i rapporti della compagnia teatrale.
Un mondo fatato che necessita di una forte partecipazione da parte del pubblico, si rivela dietro le quinte in tutta le sue difficoltà, le sue contraddizioni, il suo dolore e la sua umanità.
Se non si conosce Malvaldi consiglio questo libro pur essendo lontano da tutte le altre produzioni, mantenendo ironia e sarcasmo ne è uscito fuori un piccolo gioiello.

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Buchi nella sabbia 2016-07-24 10:08:45 andrea70
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andrea70 Opinione inserita da andrea70    24 Luglio, 2016
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Umorismo intelligente

Malvaldi racconta di un omicidio ma non è un giallo , più che altro una arguta ed intelligente analisi dell'animo umano attraverso le vicende dei personaggi . Accurata ed appassionata l'ambientaziine nel mondo della lirica , fa pensare che l'autore non si sia semplicemente "documentato " ma abbia attinto ad una sua personale conoscenza e frequentazione come un autentico amante della lirica . Accurata ma mai prolissa la ricostruzione storica , fatti veri e fantasia si mescolano con tale eleganza come un meccanismo ad orologeria il tutto con l'umorismo che contraddistingue Malvaldi a fare da filo conduttore . Come sempre una lettura divertente e piacevole .

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Buchi nella sabbia 2016-02-21 16:43:55 ferrucciodemagistris
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ferrucciodemagistris Opinione inserita da ferrucciodemagistris    21 Febbraio, 2016
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Delitto all'opera lirica

Il primo romanzo che leggo di Malvaldi e, posso dire, ne leggerò anche degli altri.
La vicenda, la cui narrazione intreccia Storia, cronaca, fantasia e poliziesco è ambientata nella città di Pisa agli albori del novecento per l’esattezza il 1901; siamo in un periodo particolare della Storia d’Italia a pochi mesi dall’assassinio del re Umberto I, avvenuto a Monza, a causa dell’anarchico Gaetano Bresci.

Di conseguenza c’è molto nervosismo da parte delle autorità preposte alla protezione e difesa del nuovo re Vittorio Emanuele III anche perché siamo in Toscana, considerata terra di anarchici che hanno quale “base” la vicinissima Carrara. Dove per l’appunto a Pisa, presso il Teatro Nuovo sta per andare in scena l’opera lirica “Tosca” di Giacomo Puccini, alla presenza di sua maestà e del suo seguito reale; sono in molti, infatti, coinvolti nell’opera, dal tenore ai tecnici di teatro, a essere indicati quali sovversivi, per questo motivo le misure di sicurezza adottate dalla Guardie Reali (forse gli attuali corazzieri) sono indirizzate a prevenire qualsiasi azione violenta nei confronti della famiglia reale.

Ma succede un episodio inaspettato che ha del tragicomico: durante la rappresentazione teatrale la violenza si sposta sul palcoscenico tanto che a morire veramente, e non come sceneggiata, è proprio il tenore che interpreta il pittore Caravadossi amante della protagonista Tosca; da parte del finto plotone dì esecuzione facente parte del dramma inscenato che deve fucilare il pittore, un proiettile non a salve colpisce a morte l’attore.

E’ compito dei militari preposti alla protezione del re indagare sull’accaduto e sulle motivazioni di tale tragica circostanza; ed ecco che l’autore s’inoltra negli usi e costumi dell’Italia d’inizio del XX secolo, con dettagli riguardanti il modo di parlare, oggigiorno considerato desueto, le leggi vigenti, i regolamenti militari e cavallereschi.

La soluzione del delitto all’opera lirica sarà portato a buon fine grazie al discreto e arguto aiuto di un personaggio all’apparenza inaffidabile ed eccentrico.

Un romanzo che si legge volentieri, molto ironico, che fa ricordare al lettore le ambientazioni di un’epoca ormai relegata nei libri di storia.

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Gialli storici
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Buchi nella sabbia 2016-01-14 13:26:11 lapis
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lapis Opinione inserita da lapis    14 Gennaio, 2016
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Il piacere di una bella conversazione

Dopo "Odore di chiuso", ancora un giallo a sfondo storico per Malvaldi in cui l'autore si diverte a giocare con il contesto socio-politico di una Pisa di inizio Novecento, con il mondo dell'opera lirica e, soprattutto, come d'abitudine, con una serie di vivacissimi personaggi, divertenti e un filo sopra le righe. Il più riuscito? Sicuramente Ernesto Ragazzoni: giornalista della Stampa realmente esistito nonché poeta di rime surreali e pagine invisibili (o meglio, visibili solo nella sua mente, anche se presumibilmente un po' tremolanti per via degli effluvi alcoolici). Chiamato ad affiancare l’indagine, Ragazzoni sembra calzare davvero alla perfezione per un libro di Malvaldi: istrionico, bizzarro - con le sue pantofole e la cravatta di carta - e dalla mente fine.

Personalmente ho un debole per i gialli dalla struttura classica, che si aprono con l’elenco dei personaggi, da conoscere fin dalle prime pagine e tra cui immaginare il colpevole. Ad essere onesti però la trama legata alla linea investigativa in questo caso è piuttosto esile e il mistero si risolve di fatto in poche battute e qualche interrogatorio. Il tutto sembra più un pretesto per farci sedere davanti a un the e conversare con noi, raccontandoci d’altro (forse di quello che interessa davvero all’autore, chissà). Del mondo della lirica, con tante curiosità e aneddoti divertenti su compositori e costumi teatrali. Di un’Italia appena nata intorno a un regno incapace di unire se non ricorrendo al cannone. Di un’epoca che fu, in cui convivevano il codice cavalleresco e le tendenze anarchiche e rivoluzionarie. Tanti spunti, forse persino troppi.

A mio avviso questa confusione d’intenti non giova e toglie un po’ di spontaneità al romanzo: per essere un buon giallo servirebbe più ritmo e forse più mistero, così come per essere un romanzo storico servirebbe maggiore spessore nella caratterizzazione dei personaggi e nell’approfondimento delle vicende. Ciononostante, la lettura è gradevolissima: uno stile confidenziale ma ricercato, un lessico curato e non banale, una narrazione briosa e arguta. Il tutto condito con l’umorismo brillante e l’ironia che sono il marchio di fabbrica di Malvaldi.

Per questo lo consiglio, non sarà un capolavoro ma è un the in ottima compagnia.

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Buchi nella sabbia 2016-01-10 16:52:20 FrancoAntonio
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FrancoAntonio Opinione inserita da FrancoAntonio    10 Gennaio, 2016
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Ragazzoni, Puccini e gli anarchici

Anno 1901, a Pisa sta per andare in scena la Tosca di Puccini alla presenza di Sua Maestà Vittorio Emanuele III, da pochi mesi Re d’Italia. Il clima non è dei migliori, visto che la successione è stata accelerata dal regicidio commesso ai danni di Umberto I, da Gaetano Bresci, recentemente suicidatosi (o “suicidato”?) nel carcere dell’Elba. La situazione è ancor più critica se si tien conto che il tenore chiamato ad impersonare Cavaradossi è Ruggiero Balestrieri, noto anarchico, come anarchici sono i cavatori di marmo carraresi suoi amici, che saranno tutti presenti in sala. Inoltre anche il giornalista-poeta-etilista Ernesto Ragazzoni, inviato dal giornale La Stampa a relazionare sull'evento, è un notorio anarchico ed iconoclasta. I rischi, per l’ordine pubblico che le Guardie Reali di S.M. (i futuri “Corazzieri”) debbono assicurare, sono enormi.
Puntualmente l’omicidio viene perpetrato e proprio durante la scena conclusiva del melodramma. A dover sbrogliare la matassa, intricata ulteriormente dalla situazione politica e da un certo pressappochismo nelle indagini e nell'adozione delle misure di sicurezza, è chiamato il tenente della Guardia Reale, Gianfilippo Pellerey che deve combattere un po’ con tutti i soggetti coinvolti, ivi compreso il suo capitano, che pare voglia indagare lo stesso Puccini, per le sue tendenze non particolarmente affini alla Casa Reale.
È la seconda volta che Malvaldi si cimenta con un giallo di ambientazione storica, frammischiando personaggi reali con quelli inventati dalla sua fantasia: ne è uscito un piccolo capolavoro di arguzia e ironia. Non sono rare le pagine in cui il lettore non può fare a meno di sganasciarsi dalle risate, ed altre in cui deve ammirare la vivacità e l’acutezza dei dialoghi.
La ricostruzione ambientale dei primi anni del ‘900 è curata ed attenta. Godibilissime le schermaglie tra i personaggi che, in questa occasione, duellano a colpi di fioretto più che di mazzate, come avviene, spesso, nella saga dei vecchietti del Bar Lume. Forse l’aspetto meno curato è proprio la trama gialla che potrebbe essere risolta in poche righe se gli inquirenti avessero seguito procedure un po’ più consone (e non parlo di quelle odierne dei RIS!). Il “mistero”, invece, si trascina per oltre 170 pagine, ma per far solo da fondale davanti al quale sono recitate le commedie individuali dei singoli personaggi. Quindi, di per sé, non è affatto un difetto.
Proprio perché il romanzo è un gioiellino quasi perfetto (forse uno dei migliori di Malvaldi) vien più voglia di ricercare i piccoli nei che punteggiamo la trama, che osannarne i tanti pregi. Un po’ come quando, malignamente, gioiamo per uno scivolone dei “primi della classe”. Quindi, permettetemi di osservare innanzi tutto che, forse, Malvaldi indugia un po’ troppo sull'aneddotica del melodramma. Gli episodi sono sicuramente gustosi, ben narrati e, soprattutto veri, ma, per lo più, son anche parecchio risaputi, almeno per chi abbia una infarinatura dell’argomento. Quindi, dopo un po’ appaiono ridondanti. Sembrano inseriti, più che altro, per accattivare i consensi di chi la lirica l'ha sempre tenuta alla distanza credendola, erroneamente, solo una cosa noiosa per vecchi parrucconi. Ma non sono funzionali al racconto anzi, talvolta, distolgono l’attenzione. Poi, l’autore calca un po’ sugli interventi comici dei quattro cavatori carraresi (controfigure dei quattro vecchietti di Pineta?) e dello stesso Ragazzoni, quasi per strappare un applauso a scena aperta in una rappresentazione, comunque, già ottima. Infine segnalo un errorino (a matita rossa?): più volte ci si riferisce al re Vittorio Emanuele III con il titolo di “Sua Altezza Reale” e non di “Sua Maestà”. Ora S.A.R. era il titolo che spettava ai figli del re, ai figli del principe ereditario e alla consorte di questo, non certo al sovrano in carica al quale era dovuto, sempre e comunque, il titolo di Sua Maestà.
Ovviamente nulla di tutto ciò inficia il valore complessivo del libro e Malvaldi, su cui si può sempre contare, colpisce anche questa volta nel segno con un libro piacevolissimo.
Una annotazione conclusiva. È risaputo che lo stile e la correttezza formale di Malvaldi sono impeccabili. Mi ha divertito moltissimo il fatto che stavolta si sia voluto concedere un errore grammaticale, come garbato sberleffo al lettore, inserendo volutamente un anacoluto. Lo svarione viene sottolineato dallo stesso autore nella frase successiva, a favore dei più distratti a cui fosse sfuggito perché troppo presi dagli avvenimenti narrati, e giustificato col fatto che: “succede, con una pistola puntata addosso”. Impagabile!

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A chi ama Malvaldi, a chi vuol ridere ma in modo intelligente, a chi ama la lirica ed a chi non la conosce. Insomma a tutti.
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