Ballando nel buio Ballando nel buio

Ballando nel buio

Letteratura italiana

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Nel 1974, quattro anni dopo la sua drammatica fuga da Tripoli, Mike “Africa” Balistreri è un giovane psicologicamente provato dagli eventi della sua intensa adolescenza libica. È uno studente di Filosofia all’Università di Roma venuto a contatto con l’estrema destra, ed è entrato nelle file di Ordine Nuovo, che – dopo essere stato messo fuori legge – si riorganizza clandestinamente per la lotta armata. L’estremismo politico degli anni di piombo, il passato e i suoi incubi tornano a bussare alla sua porta nel 1986, quando è ormai da tempo commissario di polizia e si ritrova a seguire le indagini sull’omicidio dell’avvocato e deputato Giulio Giuli, sua vecchia conoscenza in Ordine Nuovo.



Recensione della Redazione QLibri

 
Ballando nel buio 2017-10-18 08:57:21 Vita93
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Vita93 Opinione inserita da Vita93    18 Ottobre, 2017
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Dancing in the dark

“ Ballando nel buio “ è il quinto romanzo della saga con protagonista il commissario Michele Balistreri.
Nei quattro libri precedenti i numerosi salti temporali, vero e proprio marchio di fabbrica di Roberto Costantini, avevano fatto luce sulla giovinezza trascorsa da Balistreri a Tripoli fino al 1970 e su una serie di indagini ambientate nel 1982 o negli anni 2000.
Mancava un pezzo. Era lecito chiedersi cosa avesse trasformato l’ irascibile commissario del 1982 nel rassegnato Balistreri degli anni 2000.

La storia di “ Ballando col buio “ inizia nel 1974, a Roma. Sono passati quattro anni dalla fuga di Mike dalla Libia e la rabbia ed il dolore per la misteriosa e irrisolta morte della madre Italia sono ben lontani dall’ essere metabolizzati.
Il ventiquattrenne Michele è un idealista convinto di cambiare il mondo, in contrapposizione a quello che lui considera uno Stato debole e opportunista. Si mantiene lavorando in una palestra e frequenta alcuni movimenti organizzati di estrema destra formatisi dopo la chiusura di Ordine Nuovo. Non è nuovo a rappresaglie e scontri con fazioni di schieramenti politici diversi, ma sa che c’ è una bella differenza tra il liberare un’ università occupata dai comunisti e la deriva terroristica che alcuni soggetti all’ interno del movimento sembrano voler intraprendere.
Dieci anni dopo, nel 1984, Balistreri è già da qualche tempo commissario alla sezione omicidi. Un funzionario di polizia senza stimoli, servitore di un paese in cui non si riconosce. Fino a quando l’ uccisione di un vecchio compagno di Ordine Nuovo divenuto nel frattempo un parlamentare della DC, lo ricaccia con violenza nel pieno degli anni della militanza.

Il colonialismo italiano. L’ ascesa e la caduta di Gheddafi. L’ immigrazione. I rapporti tra Chiesa e Stato. Sono solo alcuni degli argomenti più o meno attuali, spesso storie rimosse dalla memoria collettiva, che l’ autore aveva brillantemente tratteggiato nella serie con un sapiente mix di letteratura gialla e noir, cui vanno in questo caso ad aggiungersi la strategia della tensione e le stragi tristemente note degli anni di piombo come quella a Brescia del 1974.
E anche stavolta nel proprio ambizioso ritratto verosimile e storicizzato Costantini si affida ad una schiera di personaggi per la maggior parte menefreghisti, superficiali, egocentrici.
Il tutto capitanato dall’ onnipresente Balistreri. Un antieroe estremamente riuscito dotato di caratteristiche tutt’ altro che empatiche, ma che non può non farsi apprezzare per schiettezza e coerenza ad un proprio e personale codice morale.
Il ritmo della vicenda è incalzante, l’ alternanza temporale suscita curiosità nel lettore ansioso di voltare pagina per scoprire gli sviluppi dell’ indagine e per aggiungere nuovi tasselli alla storia personale del commissario.

Il livello qualitativo della serie continua ad attestarsi su ottimi livelli.
Credo che l’ autore abbia compiuto un salto in avanti in termini di maturità letteraria.
Anni fa i primi due romanzi della serie mi avevano a dir poco entusiasmato, ma se riconsiderati oggi con un pizzico di esperienza da lettore in più soffrivano di lunghezza e intreccio fin troppo lunghi e complessi. Il terzo aveva chiuso dignitosamente il cerchio aperto dai primi due, conservandone le stesse caratteristiche.
Credo che dal quarto romanzo in poi Costantini abbia trovato la giusta dimensione con un numero di pagine minore e storie mature, lontane dall’ epicità delle precedenti opere probabilmente impossibile da mantenere nel corso di una produzione seriale, ma più intimiste.
Proprio come Balistreri, che si lascia conoscere e capire sempre meglio col trascorrere del tempo.

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Ballando nel buio 2022-03-24 14:39:42 michele87
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michele87 Opinione inserita da michele87    24 Marzo, 2022
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Gli ideali fanno i conti con la realtà

Nel quinto libro con protagonista il commissario Balistreri, Costantini scava nel passato del protagonista, raccontando la sua esperienza nel gruppo extraparlamentare di estrema destra Ordine Nuovo e la successiva trasformazione in commissario di polizia. Come sempre Balistreri dovrà fare i conti con il suo passato, indagando sull’omicidio di un parlamentare conosciuto dieci anni prima quando entrambi appartenevano alla formazione extraparlamentare. L’autore approfondisce sempre di più la personalità del protagonista, i cui ideali vanno man mano sgretolandosi di fronte al cinismo di coloro che usano quegli stessi ideali come pretesto per fare carriera, acquisire potere o guadagnare soldi.

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Ballando nel buio 2017-12-09 10:30:40 ornella donna
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ornella donna Opinione inserita da ornella donna    09 Dicembre, 2017
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Un ballo "rabbioso"

Ballando nel buio di Roberto Costantini è il quinto libro dedicato alla serie del commissario Mike Balistreri, detto “Africa”. Titolo prodromo stesso della vicenda narrata, un punto di confluenza preciso con i fantasmi del passato e le ossessioni feroci del presente. Un gioco continuo di rimandi e di salti cronologici,
“il punto dove il cerchio del passato e quello del presente si saldavano”.
Qui si gioca al buio, si balla al buio, tutti si credono un passo avanti. Ma i passi sono falsi. Si torna al 1974 con il commissario, al suo passato ingombrante e pesante. Mike “Africa Balistreri è un giovane psicologicamente provato dagli eventi della sua intensa adolescenza libica. Sono gli anni di Ordine Nuovo, degli estremi esasperati di destra e di sinistra, dei proclami e delle giusticazioni: tutto è lecito per salvare il paese dai camerati o dai rossi a seconda dei punti di vita. Tutto (o quasi) è lecito per Africa, che possiede una sua personale e privata idea di giustizia, armato di una rabbia che a stento argina in un codice etico che tuttavia lo innalza e lo caratterizza per umanità, rispetto alle sue frequentazioni e ai personaggi che lo circondano. Dodici anni dopo, nel 1986, Michele Balistreri viene chiamato dall’alto ad indagare, nonostante il palese conflitto di interessi, sull’omicidio di un politico che era suo amico negli anni ’70. Seguiranno altre morti, sempre nella sfera delle conoscenze strette di Africa. Poiché, evidentemente, per risolvere il caso Michele deve tuffarsi nel passato e confrontarsi con vari nemici, fra i quali, il più pericoloso potrebbe proprio essere il suo vecchio sé, il giovane ventiquattrenne che era. E le due ragazze, quella giusta e quella sbagliata, che frequentava al tempo.
Il personaggio di Mike Balistreri può risultare antipatico sin dall’inizio, come invece essere l’opposto. Colpiscono la rabbia insita in lui, nascosta, che si esprime, in particolar modo nel rapporto con le donne, ovvero:
“Niente secondi fini, illusioni di possibilità che generavano complicazioni, dolore, recriminazioni. Niente amore e quindi niente bugie. Una sua regola fissa. Mai con una donna che non ha un altro uomo- (…) – e sempre sincero.”.
“Africa” Balistreri non
“era un eroe romantico tradito dai suoi amici, da suo padre e dal mondo intero. Era un ragazzo esaltato e spietato, erede di un adolescente viziato, ma messo a dura prova dalla vita. Un ragazzo per il quale l’ideologia era solo la copertura per una vendetta privata.”
Un libro con mille sfaccettature ed intriganti colpi di scena, con una prosa adeguata alla scena descritta. Mi ha molto colpito la tensione rabbiosa che percorre l’intera narrazione. Una rabbia, la cui fonte
“non aveva a che fare con Ordine Nuovo o un ideale politico. Riguardava l’unica foto che avevo nella mia casa spoglia. Io, mio fratello, mio padre, mia madre. Italia Balistreri, moglie e madre esemplare, sacrificata da mio padre e da uomini ignobili per favorire l’ascesa al potere in Libria di un dittatore con cui concludere lucrosi affari. Riguardava l’onore e la lealtà.”.
Un gioco di specchi e di rimandi, dove nulla è mai quello che appare. Un pathos e una suspence ad alto grado completano il quadro vivido della storia. Un personaggio che forse non capiamo sempre, ma che sicuramente non possiamo fare a meno di amare, quasi come un grande amore che non è più, ma è stato.

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Consigliato a chi ha letto ed amato i precedenti quattro libri di Roberto Costantini, con protagonista il commissario Mike Balistreri.
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Ballando nel buio 2017-10-15 13:16:44 malamaur
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malamaur Opinione inserita da malamaur    15 Ottobre, 2017
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Il ritorno di Mike

Credo fosse difficile dare un seguito alla Trilogia del Male, ma questo libro appaga appieno le aspettative dei fan di Michele Balistreri. Un intreccio a volte un tantino complicato da seguire, quindi ne consiglio la lettura quanto più possibile continuativa, ma sempre perfetto e senza sbavature temporali. Un bellissimo thriller sullo sfondo dell'Italia tra il 1974 e il 1986 racconta la crescita morale di Mike, nella Roma degli anni difficili dopo la fuga precipitosa dalla Libia di Gheddafi. Da non perdere!

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La Trilogia del male
La serie di Rocco Schiavone
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