Arrivederci amore, ciao Arrivederci amore, ciao

Arrivederci amore, ciao

Letteratura italiana

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In questo romanzo che racconta il cuore nero del Nordest e, più in generale, dell'Italia patinata ed "emergente", Carlotto "mette a frutto" le pessime conoscenze che ha fatto in carcere, nel mondo criminale e anche tra i personaggi delle istituzioni e ci dà uno sconvolgente ritratto dell'Italia nera dei nostri anni. Il giovane e bel protagonista del romanzo ha un solo scopo: lasciarsi alle spalle una storia politica in cui non ha mai creduto veramente e che gli ha procurato solo guai ed entrare nel mondo dei vincenti. Per farlo, si darà una sola regola: prevaricare a ogni costo, con ogni mezzo.



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Arrivederci amore, ciao 2014-07-30 13:41:21 Amedeo Altieri
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Amedeo Altieri Opinione inserita da Amedeo Altieri    30 Luglio, 2014
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LA FORZA DELL'ABIEZIONE.

Volete mettervi alla prova? Leggete questo romanzo sospendendo il giudizio morale. Immedesimatevi nel protagonista, se ne avete lo stomaco. No, non crediate che si senta cattivo, è solo amorale, non possiede un’etica. Vi siete mai chiesti cosa sareste voi senza un’etica? Leggete il romanzo e forse, potreste farvene un’idea. Il libro vi condurrà, cinicamente, nei meandri di una mente razionale, lucida, spietata, che ha un solo obiettivo, conquistare una posizione sociale, diventare rispettabile. Sullo sfondo di un’Italia assolutamente credibile, al punto da farci sorridere sulla verosimiglianza del tessuto affaristico, politico e culturale che pur sembra inventato, il nostro personaggio si muove con scaltrezza, calpestando chiunque provi a fermarlo. Il romanzo scorre bene e lascia l’amaro in bocca. L’aspetto tragico è rappresentato dalla considerazione che tutti gli accadimenti potrebbero essere assolutamente reali. Mi sono fermato a riflettere su quanto del protagonista ci possa essere in una persona normale, dotata dei più semplici doveri morali. Una sera, prendendo spunto dal romanzo, ho intavolato una discussione con alcuni amici, e sono venute fuori molte sorprese. Provate.

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Arrivederci amore, ciao 2014-07-04 22:19:28 Lara Lang
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Opinione inserita da Lara Lang    05 Luglio, 2014

RITRATTO DI UN CINICO

Spaccato di una società violenta, dove delinquere è il primo comandamento per sopravvivere. I passi falsi si pagano cari, le remore nonchè le più elementari debolezze umane ti riducono a una facile preda. Lo sa bene Pellegrini: dotato di uno spiccato e bieco egoismo, e di una stupefacente lucida freddezza, striscia come un'ombra attraverso i più disparati ambienti malavitosi con grande abilità. E' scaltro, intelligente e privo di qualsiasi sentimento, particolarmente spregevole e crudele con le donne. Lui vuole essere un vincente, lui vuole ripulirsi anche a costo di sporcarsi quelle mani già luride. Quasi ti porta a tifare per il cattivo... Ce la farà?

Notevole e divorato in un paio di giorni, leggerò sicuramente altro di Carlotto.

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Arrivederci amore, ciao 2013-04-17 08:10:53 C.U.B.
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C.U.B. Opinione inserita da C.U.B.    17 Aprile, 2013
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CAROGNA !

Giorgio Pellegrini : terrorista , fuggitivo, assassino, ladro , carcerato in attesa della meritata -a suo parere- riabilitazione legale e sociale.
Piu' che un uomo una carogna - mi ronzavano un'infinita' di epiteti meno signorili in testa, carogna e' il termine piu' elegante e consono alla forma scritta che io abbia individuato - che puzza di marcio e di morte anche fresco di doccia.
Arrivista, freddo, cinico, cattivo, sadico con le donne, con chiunque.
Tre cose contano : fare soldi, evitare l'ergastolo, ottenere la riabilitazione.

In un noir veloce e godibile, Carlotto traccia il profilo di un nord Italia degli anni '80 attraverso un personaggio tanto odioso quanto incomprensibilmente accattivante. Vedete, e' un po' come l'inevitabile fenomeno da cui talvolta siamo sfiorate noi donne ( dai ragazze, concedetemi il plurale maiestatis :-) che ci fa sentire quel brivido di attrazione per il delinquente di turno. E' solo un attimo che ben occultiamo agli altri e con la stessa rapidita' scacciamo dalla testa pero'... Ecco , questo e' quel che ho vissuto in Giorgio Pellegrini : detestabile delinquente, uomo disgustoso ad ogni pagina speravo che la giustizia senza appello lo condannasse al regno degli inferi pero'... pero'. Arrivederci carogna, ciao.

Il mio primo Carlotto e sicuramente non l'ultimo, grazie Gracy per il suggerimento :-)

Buona lettura.

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Arrivederci amore, ciao 2012-11-06 20:36:14 faye valentine
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faye valentine Opinione inserita da faye valentine    06 Novembre, 2012
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l'uomo senza qualità

Immaginate il protagonista di un romanzo violento, crudo, spietatamente cinico. Immaginate che quest'uomo agisca per puro istinto animalesco, puro egoismo, puro egocentrismo. Immaginatelo talmente duro e maligno da deludere ogni vostra speranza che il bene, prima o poi, possa anche solo accostarsi alla sua scorza intaccabile.
Se non avete letto Carlotto, non so quanto riuscirete ad avvicinarvi a questa allucinante personificazione del male che è Pellegrini.
Travagliata e senza ogni minima forma di altruismo, l'esistenza di Pellegrini vede un monotono alternarsi di stupri, rapine, omicidi, nefandezze varie, fino a quando questo impossibile protagonista incontra la possibilità di cambiare vita, di giocare pulito, di riabilitarsi.
Nel linguaggio estremamente scarno ed essenziale della narrazione di Carlotto si riflettono le caratteristiche del protagonista. Poco ci importa degli altri personaggi: delle innumerevoli donne, che hanno come unico privilegio quello di dare il nome ai capitoli del libro; degli uomini, altrettanto malavitosi, ma sempre un passo indietro rispetto a Lui; ci si concentra solo sul protagonista e sullo spazio geografico in cui vive: descritto con poche parole, ma reso visibile e palpitante agli occhi del lettore.
Il giudizio positivo che do a questo romanzo, e che con tutta probabilità mi farà leggere ancora Carlotto, devo ammetterlo, è arrivato verso i due terzi del libro che inizialmente non mi sembrava soddisfare le tante aspettative. Poi c'è stato qualcosa, forse una percezione più profonda e meno condizionata del modo di essere del protagonista, che mi ha permesso di appassionarmi alla vicenda.
L'unico personaggio che mi sento di citare è la Vedova: delineato, sempre con pochi tratti, ma in modo efficacissimo dall'autore.
Il bel Pellegrini, nonostante tutto, continua ad affascinare e mietere vittime e Carlotto, con quest'uomo senza qualità, fa indubbiamente centro.

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Arrivederci amore, ciao 2012-01-18 19:53:23 antonelladimartino
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antonelladimartino Opinione inserita da antonelladimartino    18 Gennaio, 2012
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Un mostro banale e intelligente

Giorgio Pellegrini è il personaggio principale e la voce narrante del romanzo: un cinico senza sentimenti, senza spessore, volitivo, intelligente e determinato. Mi è capitato spesso di leggere commenti negativi (scritti da critici non qualificati) su questo bel libro di Carlotto, basate proprio sulla negatività di questo personaggio. Sono commenti che sorprendono e fanno riflettere. Certo, il personaggio è odioso, uno dei più odiosi che io abbia mai incontrato tra le pagine dei libri, ma sono dettati solamente dall’emozione, e se non “ci azzeccano” con la qualità del romanzo, possono testimoniare sulla bravura dell’autore, che ha costruito un vero mostro banale nella sua malvagità.

L’ambiente in cui vive il protagonista non è migliore di lui, che non è nato così bastardo: in gioventù è stato un cazzone e ha commesso un grave errore, ma poi ha imparato dall’esperienza ed è diventato un delinquente completo e un assassino efficiente, riuscendo infine a riabilitarsi.

Questa fiaba nera si svolge nel Nord Est italiano, ma secondo me potrebbe svolgersi con minime differenze anche in altre regioni della nostra Italia: da Palermo ed Aosta, Giorgio Pellegrini riuscirebbe comunque a raggiungere il suo lieto fine.

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Noir o narrativa sociale.
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Arrivederci amore, ciao 2011-10-13 19:08:59 lella gritti
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lella gritti Opinione inserita da lella gritti    13 Ottobre, 2011
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Il nord est di Carlotto

Anche questo libro ha avuto un seguito cinematografico. Fortunatamente ho fatto in tempo a leggerlo prima di sapere di interpreti, trama, trailer, ecc. Così non mi sono fatta influenzare nella mia prefigurazione di ambienti e personaggi.

Il romanzo è incentrato su un personaggio principale che è quanto di più abbietto, amorale e cinico possa aver prodotto la nostra società attraverso il mito del denaro. Insomma, un vero bastardo. Un individuo che non possiede emozioni e che può dare la morte come fumare una sigaretta. L'importante è raggiungere il suo obiettivo, cioè rifarsi una verginità. Nel concreto, deve costruirsi l'immagine e la posizione sociale, dopo un passato da delinquente terrorista, latitante e galeotto.
Personalmente trovo che Carlotto sia bravissimo nel descrivere, con stile asciutto e distaccato, le atmosfere cupe del nostro nord-est dove tutto viene immolato al dio denaro. Sotto la parvenza di persone per bene. Questa è la differenza rispetto ad altri ambienti criminali nostrani. Nel Veneto si vuol apparire brave persone, ma dentro si è marci, novelli Jekyll-Hyde.
Una volta si giocava con leggerezza su questa doppiezza e ipocrisia di quella società veneta, come nel film di Germi "Signore e signori". Oggi si arriva al delitto.

Il film "Arrivederci amore ciao" (che ho visto dopo la lettura del libro) regge la storia, ma meno le emozioni che dà il libro. Il film (quasi tutti i film) mi imbrigliano la fantasia. Alessio Boni ha un po' sempre la stessa faccia...

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libri sul nord-est italiano e/o noir (italiani, francesi)
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Arrivederci amore, ciao 2011-08-31 11:14:21 Marghe Cri
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Marghe Cri Opinione inserita da Marghe Cri    31 Agosto, 2011
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Un noir senza speranza

Leggendo qua e là trovo qualcuno che paragona la scrittura di Carlotto a quella di Scerbanenco. È una provocazione! Devo leggerlo.
Allora fra tutti i libri disponibili scelgo questo, perché scopro che è il primo in cui appare un personaggio che Carlotto farà vivere in occasioni successive e, mi dico, se mi dovesse piacere meglio cominciare dall’inizio.
Non sono un’amante del genere “noir”, preferisco semmai il “poliziesco” che consente di seguire la logica investigativa, non tanto per lasciarmi consolare dal pensiero che il bene trionfa, quanto perché mi consente di partecipare razionalmente all’azione ed allo svolgersi degli eventi.
Questo è invece il tipo di racconto in cui la mia partecipazione è pari a zero: non c’è una storia su cui investigare, i personaggi sono tutti negativi, marci, corrotti. Non ce n’è uno che s’accenda di un lampo di umanità. Non si cerca il “cattivo” perché lo sono tutti.
Preso atto del passato di Carlotto, si potrebbe forse leggerlo come un libro denuncia della corruzione e del malaffare a tutti i livelli in cui affonda il nostro paese, ma non credo fosse l’intenzione dell’autore che non affronta con decisione l’argomento da questo punto di vista.
È, alla fine, la cronaca di una vita mal spesa, che si giustifica moralmente mediante l’accostamento ad altre vite ugualmente marce.
Persino Roberta, l’unico personaggio che potrebbe riscattare con la sua “innocenza” una lunga processione di personalità malate ha tratti di “rigidità” e grettezza che finiscono con l’uniformarla a tutti gli altri.
Carlotto ha una buona penna, per gli amanti del genere potrebbe diventare (è diventato?) una nuova realtà interessante.
Personalmente amo una prosa che scavi in profondità piuttosto di una che scivoli liscia sulla superficie degli eventi.
Per concludere da dove ho iniziato: Scerbanenco è stato un grande autore di polizieschi e di romanzi, capace di calarsi con maestria nella psicologia dei personaggi fino a renderli reali, interessanti per se stessi oltre che per il loro ruolo nella vicenda, mentre quelle che ho visto muoversi in “Arrivederci amore, ciao” mi sembrano più figure piane, ad una sola dimensione, che scorrono, ben lubrificate, verso un finale prevedibile.

[...]
Mi si leggeva in faccia che ero un marginale. Cercai lavoro ma mi resi conto che entrare in quell’ottica mi avrebbe fottuto per l’eternità. Sarei rimasto un miserabile. Nei miei piani per il futuro c’era ben altro che osservare la realtà dal retro di un fast food con i capelli puzzolenti di grasso. Soldi. Avevo bisogno di soldi per rialzarmi dal letamaio in cui ero finito.
[…]
La sua domanda però mi fece riflettere. Aveva ragione, ero uno schifoso, o meglio una carogna, come aveva detto il prete. Non provavo vergogna per questo. Ne ero cosciente, ma in realtà esercitare potere su donne deboli mi aiutava a campare. A stare meglio. A sopravvivere.
[...]

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consigliato sì... consigliato no... posso dire che non lo rileggerei, ma c'è a chi questo stile piace...
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Arrivederci amore, ciao 2011-08-02 16:02:24 joshua65
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joshua65 Opinione inserita da joshua65    02 Agosto, 2011
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Nessuno mi può giudicare, nemmeno tu

Il più bel romanzo di Carlotto? Probabilmente la sua vita. Militante di Lotta Continua, poi vittima di un incredibile caso giudiziario (basta cercare “il caso Carlotto” su Internet), poi latitante in Sudamerica, poi l’arresto da parte dalla polizia messicana, quindi otto anni di carcere in Italia, infine, nel 1993, la grazia ricevuta dal Presidente Scalfaro.

Giorgio Pellegrini, invece, è il protagonista di Arrivederci amore, ciao. Passato da terrorista, coinvolto in un omicidio di un metronotte e fuggito all’estero, decide di rientrare in Italia e di ripercorrere in senso inverso la scala sociale, puntando con ogni mezzo e senza esclusione di colpi alla ricostruzione di una posizione nella società che conta. Del resto Giorgio Pellegrini, giovane e dal fascino irresistibile, sa fare bene una cosa sola: uccidere.

Scritto con stile rapido e incalzante, la storia scorre veloce quasi come una raccolta di articoli della “nera”, descrivendo la rapida ascesa del protagonista, da guerrigliero nel Centro America a proprietario di La Nena, raffinato ed esclusivo ristorante in una non precisata e opulenta città del Nord Est.

In mezzo un’incredibile serie di losers: terroristi dissociati, poliziotti corrotti, mafiosi pugliesi, albanesi, kosovari, anarchici spagnoli, cecchini croati, avvocati senza scrupoli e ovviamente pronti ad entrare nella politica che vince. Inutile provare a schierarsi con qualcuno e tentarne l’assoluzione, tutti hanno bisogno di tutti.

E poi tante donne (Flora, Francisca, Luana, Roberta) che scandiscono come un metronomo impazzito la vita del protagonista, marchiando a fuoco con i loro nomi i capitoli del libro ed inviando al loro apparire nuovi e macabri presagi di sventura.

Arrivederci amore, ciao. Noir bello, crudo, essenziale.

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Carlotto, Ellroy, Hard Boiled
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Arrivederci amore, ciao 2010-06-05 07:59:41 gracy
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gracy Opinione inserita da gracy    05 Giugno, 2010
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"..le tenerezze che non ho,la comprensione che non

Caterina Caselli canta dell'amore finito nella sua canzone "arrivederci amore ciao"...

Insieme a te non ci stò più,
guardo le nuvole lassù...
e quando andrò-ò-ò...
devi sorridermi se puoi...

Carlotto parla d'amore solo nel titolo e poi basta. Il protagonista è un farabutto screanzato senza cuore, senza amore, neanche per la patria, anche se da ragazzo è stato un rivoluzionario, ma è stato più delinquente che idealista.
non mancano di certo i momenti di riflessione che ti fanno amare questo libro:

"La solitudine di quella donna era agghiacciante, e la solitudine era l'unico lato dell'esistenza che mi faceva paura."

"I cinesi copiano tutto. Sono precisi e meticolosi, se non ci fossero gli ideogrami la prenderesti per una autentica...Perfetta nell'aspetto ma debole dentro....Esattamente come il socialismo cinese."


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Noir italiani
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