Argento vivo Argento vivo

Argento vivo

Letteratura italiana

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C’è una rapina nella casa di uno scrittore molto noto; col bottino, sparisce il computer in cui è salvato il suo ultimo romanzo non ancora consegnato alla casa editrice e incautamente non conservato in altro modo. Da questo momento il file comincia a scivolare come argento vivo sul piano accidentato della sua avventura, e si insinua, imprendibile e vivificante come il metallo liquido degli alchimisti, nel tran tran quotidiano dei tanti e diversi protagonisti.



Recensione della Redazione QLibri

 
Argento vivo 2013-10-18 13:32:38 Maso
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Maso Opinione inserita da Maso    18 Ottobre, 2013
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Diletto, con gusto

Ancora una volta mi affaccio con occhio vergine ad una finestra autorale e narrativa a me poco nota. La letteratura “umoristica”, se in questo ambito può essere collocato il romanzo di Malvaldi in questione, è una tipologia letteraria che ho esplorato davvero poco, e ne rimango, nel caso specifico, pienamente soddisfatto. Forse perché non si può esattamente e pienamente definire umorismo quello proposto dall’autore in questo “Argento vivo”. Si tratta principalmente di un sarcasmo ben costruito che si innesta in una commedia degli equivoci altrettanto ben architettata. Un intreccio narrativo degno della più alta tradizione cinematografica e delle sue brillanti sceneggiature pseudo-comiche. E gli attori che si muovono tra le pagine di questo romanzo seguono il proprio reciproco avvicendarsi attraverso una matassa di fili aggrovigliati, che si sbrogliano e si riannodano con fluidità e semplicità. In un piccolo romanzo italiano si congiungono le capacità e i cliché del canonico plot tipologico.
Il fitto intricarsi degli accadimenti non permette un’estrazione precisa della trama, sebbene l’autore, con didattica intelligenza, ci mostri nero su bianco come i personaggi del romanzo possano essere suddivisi in sei differenti coppie, unite da sentimento o da professione. Giacomo e Paola, lo scrittore cui viene svaligiata la casa, romanzo inedito compreso, e la moglie. Leonardo e Letizia, novelli sposi alle prese con gli equivoci della legge e della cattiva sorte. Corinna e il Dott. Corradini, lei statuaria poliziotta con tanto zelo e tanta voglia di fare, lui viscido superiore poco propenso al consiglio. Gutta e il Gobbo, criminali improvvisati e comicamente mancanti di vera esperienza, e infine tutta la sequela di personaggi secondari atti a dare il tormento, sgradevole quanto inconsapevole, ai nostri eroi moderni così vicini alla condizione del cittadino medio italiano. Ed è forse proprio questa specifica caratteristica, prima di tutte la altre, che attira il mio personale apprezzamento verso questo romanzo. Sono i personaggi, così vicini a noi, così concreti da poter essere il nostro vicino di casa, il nostro collega di lavoro o il poliziotto che sta all’incrocio a fare il grande lavoro che dona assoluta verosimiglianza anche ad una trama così tremendamente buffa e poco probabile. E ciò che in assoluto contribuisce alla verosimiglianza dei personaggi di Malvaldi è sicuramente un realismo dialettico eccezionale. Una spontaneità di linguaggio talmente genuina che provoca il riso (non il sorriso) nel lettore, che vede trasposti e nobilitati dall’editoria dei modi di dire e delle locuzioni abitualmente utilizzate nel linguaggio più spiccio della propria vita quotidiana. Un personaggio che sbotta allo stesso proprio modo è qualcosa che colpisce, che immediatamente proietta la propria immedesimazione all’interno di una situazione puramente immaginaria. Questa è, a parer mio, la causa del gradevole intrattenimento che si può ottenere dalla lettura di “Argento vivo”. Se l’idea di leggere un giallo sostanzialmente blando in quanto a suspance non attrae la nostra attenzione, vale certo la pena godere a pieno della bravura linguistica e della proprietà di linguaggio dell’autore. Sarcastico, ironico, puntiglioso e piacevolmente autoreferenziale (e autoironico), dà, a parer mio, una lezione magistrale sulla condizione del narratore indeciso. Quello che narra senza troppa convinzione di onniscenza. Quello che tenta un oggettività doverosa senza riuscire a resistere alla tentazione di infilarsi in mezzo. Un compiaciuto, ma non irritante, eloquio che si burla delle ieratiche costrizioni lessicali e che ci lascia divertenti giochi di parole.
Di Malvaldi, come prima personale impressione, credo valga la pena leggere i romanzi principalmente per la modalità di scrittura che per la parte più meramente contenutistica. Una modalità di scrittura che mantiene il lettore, senza difficoltà, attaccato morbosamente allo svolgersi delle vicende, una modalità che non fa mai svanire il sorriso sulle labbra di chi scorre senza sosta questo delizioso, piccolo romanzo. Per quanto mi riguarda, una vera e propria boccata d’aria fresca, utile a schiarire le idee e a dare un po’ di ossigeno al cervello, dilettevole ma senza sovraccarichi. Uno di quei libri che ci dobbiamo necessariamente concedere nei periodi in cui nulla sembra entrare in testa. Uno di quei libri che, finalmente, ci fa divertire senza scadere nel cattivo gusto, nell’assurdo o nel superficiale.

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Argento vivo 2014-05-22 19:50:17 Roberto Pasqualini
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Opinione inserita da Roberto Pasqualini    22 Mag, 2014

Lettura fluida e piacevolissima

Approfittando della temporanea assenza dei proprietari, tre furfanti eseguono un furto all’interno di una villa, ma commettono errori molto goffi.
Tra le cose rubate, c’è un portatile che contiene il nuovo romanzo, non ancora pubblicato, di un noto scrittore. Non esiste una seconda copia del romanzo, mentre l’auto usata per il furto rimane a secco di carburante …
Una commedia molto divertente, nella quale personaggi di diversa estrazione sociale sono coinvolti in un gioco delle coppie.
Un intrigo poliziesco che ci racconta storie di tutti i giorni, condite con pregi, difetti, passioni, fortune, sfortune, peripezie.
Sono presenti mariti e mogli, malfattori e rappresentanti della legge, ingegnere e disoccupato, editor e editore. Non mancano il furbo domestico scansafatiche, il barista, l’avvocato e l’impiegato comunale.
Un linguaggio diretto, sornione, che si esalta nell’ironia che zampilla tra le parole, a volte un po’ colorito come il quotidiano modo di pensare ed esprimersi della gente comune.
Parole che creano immagini che si dissolvono e si ricreano con la stessa parola, come in uno scorrere di fotogrammi.
Tutto s’incastra perfettamente come in un’equazione matematica.
L’autore, mentre indossa le vesti di un personaggio, comunica al lettore le proprie riflessioni. Effetto che raggiunge il proprio massimo nella contrapposizione tra Giacomo e Leonardo. Lo scrittore e la propria coscienza critica.

Spesso la vita scorre tra ambienti diversi, che a volte non si conoscono nemmeno. E mentre si ride, il romanzo nel romanzo ci lascia un velo di malinconia …
Insomma, un insieme di caricature magistralmente descritte ed un susseguirsi di fatti imprevisti che provocano un divertente garbuglio. Riuscirà il lettore a dipanare la matassa?

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Argento vivo 2014-01-27 11:09:49 BEPUZ
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BEPUZ Opinione inserita da BEPUZ    27 Gennaio, 2014
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Un libro nel libro

Ebbene mi ritrovo a leggere per la prima volta questo autore, dallo stile di scrittura piacevole ed anche molto divertende. Pronti via e si inizia il romanzo con la presentazione dei personaggi con una breve descrizione degli stessi. Le coppie dei personaggi, nella trama, non si conoscono tra loro e la bellezza dell'autore sta nel far incrociare le loro vite in modo bizzarro e divertende. L'autore non lascia con il fiato sospeso nella ricerca del colpevole o con finale a sorpresa. Quello che riesce a fare meglio è l'equivoco che crea nel dipanamento della trama. Il romanzo è imperniato sul furto patito all'interno dell'abitazione di uno scrittore Giacomo. Tra i vari oggetti asportati, il più importante per Giacomo è un computer portatile al cui interno vi è salvato il file dell'ultimo romanzo che lo stesso sta scrivendo. Ovviamente Giacomo non l'ha nè stampato, nè salvato copia del file in un pennino usb. In modo veramente rocambolesco e pazzesco questo computer portatile va a finire nella mani di Leonardo, un programmatore di computer con la passione della lettura che nè legge la trama......

Non voglio dilungarmi nella spiegazione della trama, nè nella descrizione degli altri personaggi facenti parte della stessa, alcuni comunque con ruolo marginale, perchè è bello che siate Voi lettori a farlo....

Perchè ho titolato la mia recensione un libro nel libro? E' come se l'autore si fosse servito della trama e dei personaggi per dire altro. Difatti il titolo stesso del romanzo è tratto sul discorso che Carlo ( personaggio del libro di Giacomo) matematico fa sulla bellezza, sulla musica, sulla ricerca e soprattutto sull'arte persa oggi giorno sul silenzio. " Siamo nell'epoca dei reality show, talk show, dei talent show. E tutti ci tengono a darti la loro opinione. Non ho mai sentito nessuno dire io non mi esprimo perchè non capisco una mazza. Prima, magari premettono di essere ignoranti, poi ti danno lo stesso la loro opinione".....

L'autore è riuscito veramente a divertirmi e mi ha offerto grandi spunti di riflessione, riuscendo nel connubio del romanzo nel romanzo........

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Argento vivo 2013-12-15 17:42:57 Felice Ramundo
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Opinione inserita da Felice Ramundo    15 Dicembre, 2013

Il peggior libro di Malvaldi

Mi ha incuriosito, Malvaldi, con la prima storia del Bar Lume; poi non me ne sono perso alcuna.Divertenti!
Poi abbiamo avuto Artusi con la scena del Carducci orinante! Anche questo libro m’è piaciuto.
Il migliore, per me, è stato “Milioni di milioni”.
Tutti quanti li ho letti nello spazio di pochissimo tempo, perché divertenti, godibili e di lettura non ‘invasiva’.
Ora “Argento vivo”. Contorto, confuso, di pesante lettura, con strani intrecci. Rimasticature di qualcosa già letto (il discorso di Carlo). Lo scrittore che non ha dimestichezza con la punteggiatura mi sembra Malvaldi che in questo libro non ha dimestichezza con la/le trama/e.
Se volete mantenere un buon rapporto con Malvaldi non comprate questo libro; 14 € sprecati!

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Argento vivo 2013-11-25 14:42:50 FrancoAntonio
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FrancoAntonio Opinione inserita da FrancoAntonio    25 Novembre, 2013
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NON SONO I VECCHIETTI DEL BAR LUME, TUTTAVIA...

Quando compare un nuovo volume di Malvaldi in libreria è un po' come quando si incontra un caro amico che non si vede da tempo. Da nessuno dei due si pretendono eroismi o azioni memorabili, ma solo di passare uno scampolo di tempo assieme in modo sereno e gradevole. Entrambi, cioè, nel loro piccolo, dànno quel utile contributo che rende la vita più dolce.
Anche con questa nuova fatica l'autore dimostra tutte le sue qualità. Innanzi tutto conferma l’ineccepibile padronanza nell'uso della lingua italiana che riesce ad utilizzare in modo brioso e fantasioso per il godimento puro del lettore. E di ciò lo stesso Malvaldi è chiaramente consapevole, visto che, proprio in "Argento vivo", non lesina punzecchiature a quei sedicenti scrittori che, invece, l'uso corretto dell'italiano non sanno neppure dove stia di casa. Poi, la storia che ci racconta è brillante e non banale; né mancano spunti decisamente comici o, comunque, assai divertenti.
Ciò precisato, da fan sfegatato dei vecchietti del Bar Lume, debbo osservare che "Argento vivo" non è il romanzo migliore di Malvaldi e la narrazione talvolta ha un andamento un po' altalenante.
Come in una intricata commedia degli equivoci, le vicende dei vari personaggi si incrociano, interagiscono e si incastrano l’una nell’altra in maniera apparentemente casuale se non quasi caotica, ma, siccome tutto alla fine deve condurre all’inevitabile happy end, talora l’impalco narrativo appare lievemente forzato. I personaggi sono decisamente gradevoli, ma il lettore, soprattutto nelle prime pagine, fatica a seguire il filo del racconto e può rimanere un po' sconcertato dai repentini salti.
In passato l’autore aveva teorizzato il principio in base al quale, per tener desta la concentrazione dell’ascoltatore, è necessario procedere ad improvvise digressioni ultronee; chi ne vuol sapere di più si legga le prime pagine di “Milioni di milioni”: il pezzo merita di per se stesso. In questo romanzo, tuttavia, almeno un paio di guizzi di goliardia toscana potevano essere evitati, perché rischiano di avere l’effetto opposto: disorientare il lettore.
Ma, con tutto ciò, si tratta di peccati venialissimi: il tempo passato a leggere le pagine di “Argento vivo” scorre rapido e gradevole e, come i vecchi amici, il libro non delude le aspettative.
L’unico vero rimpianto è non potersi imbattere nuovamente nel “barrista” e nei suoi ottuagenari avventori. Mi rendo conto che a Pineta non si può ammazzare un disgraziato ogni anno, giusto per far contenti i lettori, e che, in ogni caso, ad ottanta e passa anni le speranze di vita sono piuttosto esili, ma mi permetto di formulare il desiderio che, in futuro, con lo scatenato quintetto, si possa condividere almeno qualche altra avventura che non siano solo le brevi parentesi nelle antologie stagionali della Sellerio. A questo proposito, segnalo che è appena uscito “Regalo di Natale” con un raccontino sugli inevitabili Viviani e C…

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Consigliato a tutti coloro che amano i racconti umoristici, ma non banali. Ovviamente quasi obbligatorio per gli amanti dei romanzi di Malvaldi.
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Argento vivo 2013-10-30 16:44:50 phoebe1976
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phoebe1976 Opinione inserita da phoebe1976    30 Ottobre, 2013
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Argento vivo addosso

L'ho conosciuto per caso qualche anno fa, perchè su Anobi tutti ne parlavano. All'inizio ero scettica, perché Sellerio ha quel formato di libri che mi manda in panico la disposizione della libreria, mi infastidisce e mi fa pensare di aver investito male i miei soldi a prescindere, anche se non è vero.
Poi giunse l'ebook, che tutte le divinità delle principali religioni riunite a convegno l'abbiano in gloria.
E così ho conosciuto Marco Malvaldi, ex ricercatore passato alla scrittura, e la sua quadrilogia del BarLume, imperdibili gialli trasportati da una scrittura leggera e mai banale e sostenuti da personaggi che non si possono non amare, dove l'omicidio o il crimine di turno è solo un pretesto per raccontare una storia ed un pezzetto d'Italia.
Chi non ama nonno Ampelio, per dire?
O il Del Tacca?
Ma Marco Malvaldi è molto di più di questo, che tuttavia già sarebbe abbastanza per qualunque scrittore del panorama italiano, di per sé sconsolato e sconsolante per i cosiddetti bestseller che ci vengono scodellati senza soluzione di continuità.
Bisogno di esempi?
Malvaldi, dicevo, è capace di uscire dal clichè della lunga serialità (sempre che quattro libri possano essere definiti come tale), esplorando nuovi sentieri: dalla storia su Pellegrino Artusi, passando per l'immaginario paesino di Montesodi bloccato dalla neve di Milioni di Milioni, fino a giungere al suo ultimo libro, uscito da pochissimo e già in vetta alle classifiche di vendita, Argento vivo.
Ecco, anche per questo l'Italia è un paese strano: Malvaldi è in cima alle classifiche di vendita, eppure se lo si nomina fuori dall'ambito dei lettori onnivori o della libreria cade il silenzio. E chi è? Nessuno lo conosce o quasi, al massimo i più lo hanno sentito nominare da qualche amico, ma rimane nel limbo. Perchè?
Forse perché il nostro Marco non va in televisione, non frequenta i salotti buoni, non bacia pile e soprattutto perché l'italiano medio legge e conosce di narrrativa quanto io di fisica quantistica.
Venendo a parlare della sua ultima fatica letteraria, Argento vivo non delude le aspettative dei fan e si rende fruibile anche da chi si avvicina allo scrittore pisano per la prima volta.
Malvaldi conferma di avere il dono della scrittura, creativa ma senza troppi fronzoli, allegra e disincantata come solo un toscano può essere.
Divertente nell'intreccio leggermente surreale, il libro gioca tra le pieghe della commedia italiana, mescolando personaggi e situazioni fino al finale scontato ma sempre divertente.
Un libro da leggere per divertirsi senza cadere nella banalità o nel triviale.

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a chi ama la letteratura non solo impegnata, ma in ogni caso ben scritta.
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Argento vivo 2013-10-27 13:14:30 silvia t
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silvia t Opinione inserita da silvia t    27 Ottobre, 2013
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L'autore ha più talento

Ultimo lavoro di Marco Malvaldi che abbandona, per il momento, i vecchietti del Bar lume per tentare una prova più matura e strutturata.
Come spesso accade, però, è difficile riuscire ad abbandonare le caratteristiche di una scrittura accolta in modo benevolo dal pubblico riducendo la vena comica e umoristica; senza dubbio se ne apprezza lo sforzo, ma il risultato è uno schizofrenico romanzo in cui le due anime di Malvaldi si trovano a scrivere ognuna un romanzo e solo a riunificazione avvenuta si ha, anche, la compenetrazione delle due opere.
E' necessario spendere qualche parola sulla trama affinché l'affermazione fatta poc'anzi possa essere compresa; un noto scrittore subisce il furto del proprio computer portatile dove è custodita l'unica copia del nuovo romanzo che viene ritrovato da un blogger appassionato di letteratura.
Lo stile è quello a cui Malvaldi ci ha abituato, semplice nel lessico e nella costruzione della frase, mai banale o sciatto, ma piuttosto attento e corretto.
I personaggi del libro sono piuttosto bidimensionali, privi di una personalità vera e propria, eredità, forse dei precedenti lavori; il protagonista, in particolar modo, appare privo di sentimenti e di emozioni, un modo di affrontare la vita quasi patologico, così come la moglie che non appare ben delineata, ma quasi una comparsa; lo stesso, più o meno vale per gli altri personaggi.
Il commento a questo libro potrebbe finire qui, se non fossero presenti all'interno di esso alcuni capitoli del libro rubato, che attraverso gli occhi del protagonista ci vengono mostrati.
E' in quelle pagine che c'è il vero romanzo che a mio avviso Malvaldi voleva scrivere, ma che non ha avuto il coraggio di portare a termine o che forse non ha riscosso fiducia da parte dell'editore.
Il tema di questo romanzo nel romanzo è la ricerca della bellezza, non da un punto di vista filosofico, ma da quello scientifico: un matematico, che ha investito la vita a questo scopo, lascia la carriera per sopraggiunti limiti di età e nel discorso di commiato racconta ciò che ha cercato per tutta la sua esistenza, senza riuscirci.
Sono pochi capitoli dedicati a questo, ma sono i più belli, sembra che in quelli Malvaldi abbia la possibilità di mettere a nudo la propria essenza senza la maschera del discolo, del simpatico per forza, di colui che fa divertire, ma un uomo che pensa, che ha delle passioni profonde, che crede in ciò che ha studiato; allora la chimica, la musica, la ricerca si fondono, in quelle poche pagine creando personaggi di spessore, che attraverso i silenzi e le parole manifestano ciò che provano, ciò che pensano, trasudano emozioni e sensazioni contrastanti, senza quella patina macchiettistica che imbibisce tutto il romanzo. Un'oasi in mezzo al deserto, ma generata dalla medesima penna.
Spero che in futuro abbia il coraggio di lasciar fluire le sue passioni e scriva per emozionare e non solo per far divertire, spero che non debba più ricorrere a questi stratagemmi per nascondere ciò che davvero vuol scrivere.
Malvaldi non ha la penna del grande scrittore, ma ha di sicuro più talento di quello che manifesta in queste opere che non vanno al di là dell'intrattenimento e della risata facile, che non lasciano niente se non una piacevole ora in allegria.

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Argento vivo 2013-10-22 17:05:50 andrea70
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andrea70 Opinione inserita da andrea70    22 Ottobre, 2013
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Sempre bravo

Ironico ed autoironico. Colto senza mai essere supponente. Divertente senza ombra di volgarità.
Malvaldi mette in scena quella che è una piacevolissima commedia delle parti travestita da giallo , dove sei ipotetiche coppie
più o meno mal assortite tengono in piedi una trama fatta di equivoci e piccoli colpi di scena.
A casa di uno scrittore di una certa fama avviene un furto, tra le cose rubate c'è il portatile che contiene l'unica copia del suo ultimo libro, non ancora consegnato alla casa editrice. Peccato che i ladri siano alquanto sgangherati e imprudenti e si innesca così una serie di eventi che vanno a coinvolgere varie persone in modo più o meno casuale.
Sembra una di quelle belle commedie all'italiana (quelle ben riuscite tipo alcuni film del grande Totò) trasposta su carta.
Il tutto in chiave moderna, con tutti i vizi e le virtù della nostra società , i problemi del lavoro, del rapporto di coppia, una certa vena autoironica nel dipingere senza compromessi le difficoltà e le debolezze di uno scrittore di medio successo e le trappole che gli vengono tese sul percorso dal mondo dell'editoria.
Uno spaccato assolutamente divertente sulla quotidianità, quella che magari non ci tocca diretatmente ma ci sfiora senza che neppure la vediamo, troppo presi dal nostro piccolo orticello.
Quello di Malvaldi non è un giallo, in quanto a suspance e tensione siamo ai minimi termini, ma si legge con appassionata attenzione perchè ogni pagina è una piccola perla che strappa un sorriso , provi simpatia per molti personaggi e un sano astio per l'ingegner Tenasso , molto simpatica la macchietta del barista .
Uno di quei libri da leggere per fare una lettura intelligente quando non si ha voglia di cose troppo impegnative.

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Argento vivo 2013-09-28 11:22:43 massimo manganelli
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Opinione inserita da massimo manganelli    28 Settembre, 2013

Delizioso

Imprevedibile, magistralmente architettato, Argento Vivo costituisce un'ulteriore 'svolta silistica' nella carriera dello scrittore pisano. Piu' meditato e meno gioiosamente umoristico del solito, ha evidenti richiami a Zio Petros e la Congettuta di Goldbach e a... I princìpi della matematica, di Lord Bertrand Russell, ma richiami reverenti e affettuosi a tali opere non possono essere considerati, ovviamente, 'plagi'.

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