A chi appartiene la notte
Letteratura italiana
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La notte oscura
Patrick Fogli, bolognese, dopo aver scritto Io non voglio il silenzio e Io sono Alfa, torna a stupire i suoi lettori con A chi appartiene la notte. Un libro intriso di mistero, buio, profondo, dove
“ciò che appartiene alla notte, appartiene alla notte, le illusioni durano un istante e quando se ne vanno non sono mai esistite. Come i sogni, i miraggi, i miracoli, gli incubi, i demoni.”
Il nemico è il Male che serpeggia, strisciando, per tutto il testo. Ma è un nemico che non si conosce, è indefinito, attrae e respinge, colpisce senza struttura e pianificazione semina paura e terrore ovunque. E’ una storia che collega Storia, le storie, e il Territorio, perché:
“Le storie vanno raccontate fino in fondo. (…) Ogni storia inventata contiene una storia vera. Tutte, senza eccezioni. Ogni amore, ogni personaggio, tutte le descrizioni e i luoghi inventati, nascondono un frammento piccolo o grande di un equivalente reale. Chi scrive lo sa, lo sa anche chi legge. “.
E la storia qui è quella di Filippo, giovane introverso, taciturno, che un giorno viene trovato morto ai piedi de “La Pietra”. La Pietra è un luogo speciale, è
“una scogliera di terraferma alta trecento metri, (…) al centro il riflesso del sole, in un lato del parcheggio. Formiche indaffarate, nel presepe sterminato in cui l’altezza trasforma il mondo. C’è un alone di umidità, una nuvola più bassa”.
Ma Filippo si è suicidato, è stato spinto giù? Qual è la verità? Cosa nascondeva la sua vita, all’apparenza così innocente e tranquilla?
“Filippo era un bravo ragazzo.(…) Filippo ha cambiato di colpo, quindi è successo qualcosa. Filippo amava i borghi abbandonati. (…) E se ha cercato, di sicuro ha trovato le stesse storie che ho sentito. Ognuna di quelle storie ha una spiegazione plausibile. E altrettanti buchi. Filippo non ha subito violenze di alcun genere. E’ morto per la caduta, il suo corpo non ha tracce di torture, sevizie, nulla di nulla.”
Ma … Sua madre Dorina, già così duramente provata dalla vita, chiede a Irene Fontana di aiutarla, per dare un senso alla tragedia. Irene è una ex giornalista, una donna che si è confrontata con le tante facce del potere, ed ha perso. Ora è sola, con i suoi incubi, con i suoi demoni. Vive e lavora alla Contessa,
“La Contessa siede sulla collina e ci protegge tutti. La Contessa è la casa di sua nonna. Due piani in sasso e una mansarda su di una pianta rettangolare enorme, in cima a una delle colline che spuntano come bernoccoli in quella parte di Appennino. “.
Lei tornata all’indietro in un passato variegato, scoperchia un vaso di Pandora: dalle feste allucinanti, dove chiunque può fare dell’altro ciò che vuole, senza limiti né regole, al fascino misterioso dei borghi abbandonati, alle sette mistiche, al un patto risalente al dopoguerra, una sorta di rito che attraverso il sacrificio di qualcuno, concede agiatezza agli altri…
La lettura di un thriller che avvince e convince, che coinvolge l’attenzione del lettore in un vortice frenetico. Una commistione di thriller, horror e noir per la ricerca costante di una verità a lungo agognata, che assume un caleidoscopio di toni e che non è mai intrinsecamente univoca.