A bocca chiusa
Letteratura italiana
Editore
Stefano Bonazzi, nato nel 1983 a Ferrara, web master di professione e grafico, da oltre dieci anni realizza composizioni e fotografie sul mondo dell’arte pop surrealista. Le sue opere sono state esposte, oltre che in Italia, a Londra, Miami, Seul, Monaco. Come autore, ha esordito nel 2011 con il racconto Stazioni di posta, scelto da Gianluca Morozzi per l’antologia Auto Grill, cui sono seguiti Morsi, contenuto nel volume Il voltatore di pagine, e Primo amore, in Bologna violenta.
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La fiaba nera
Succede così almeno una volta alla settimana. Entro in libreria e comincio a girare leggendo titoli a casaccio. Mi fermo davanti ad uno scaffale e sfilo con gli occhi i titoli. Ne prendo uno a caso, leggo la terza o la quarta di copertina, la sinossi, ma spesso non tutta, e poi scorro la prima pagina sperando di leggere qualcosa di nuovo, intrigante. Spesso, molto spesso questo tipo di pesca non porta a nulla, e allora esco dalla libreria con una sensazione di vuoto. Capita soprattutto quando non riesco a rilassarmi, e a concentrarmi. E si perché varcare la soglia di una libreria sarebbe come entrare in un’altra dimensione, nella quale riesco a vagare per ore alla caccia del mio nuovo libro da leggere. E’ così che ho scoperto il libro di Bonazzi senza sapere nulla, di lui e del libro. Mi ha colpito la prima pagina, e così ho deciso di andare avanti e l’ho comprato. Il libro mantiene la promessa della prima pagina. Scorre velocemente e ti trasporta in un incubo senza fine. Il punto di vista del romanzo è quello di un bambino di dieci anni. Odori, rumori, visioni, sono tutti resi vividi e reali. Anche il tempo, il lento passare del tempo, che si dilata e si contrae in un altalena di situazioni angoscianti, si materializza nelle pagine del libro, come un nemico, un invincibile nemico. E poi c’è una costante che permea il romanzo dall'inizio alla fine, che avvolge l’esistenza di ciascuno dei personaggi, senza esclusione di alcuno: la solitudine, fredda, tagliente, impermeabile. Un romanzo cupo, senza riscatto, un pugno allo stomaco. Una fiaba nera che sei contento di aver letto, solo perché hai avuto si paura, ma per fortuna è tutto inventato.