Picabo Swayne
Letteratura italiana
Editore
Recensione della Redazione QLibri
Non permettere che la vita sia più veloce di te.
Scritto a quattro mani da due autori italiani, "Picabo Swayne" è un romanzo distopico young adult da non perdere per tutti gli amanti del genere e che non ha nulla di che invidiare ai romanzi d'oltreoceano.
L'ambientazione è in un imprecisato futuro, nella grigia e fatiscente città di Coldbay, circondata da rifiuti tossici e governata da un regime tirannico e totalitarista che controlla ogni aspetto della vita dei suoi abitanti.
Picabo, la protagonista sedicenne di questa storia, è ormai abituata a vivere a Coldbay, non ha mai immaginato nulla di diverso. Inoltre nel suo mondo è consentito solamente pensare al presente e tutto ciò che riguarda il passato è stato distrutto. Però, quando sua mamma sparisce nel nulla (come del resto succede a tutti gli abitanti di Coldbay superata una certa età) e lei è costretta ad entrare nel programma di procreazione (obbligatorio per tutte le ragazze al compimento del sedicesimo anno) capisce che vivere così non è ciò che vuole e dentro di lei si accende la scintilla della ribellione. Grazie a una straordinaria, nonché vietatissima, macchina fotografica in grado di vedere indietro nel tempo, capisce che un passato diverso esiste, e la speranza per un futuro migliore la porterà lottare contro lo stile di vita imposto dal governo.
La lettura del romanzo è stata piacevole ed entusiasmante. Lo stile di scrittura è molto scorrevole e gli aspetti di questo nuovo mondo dallo scenario distopico e post apocalittico sono ben descritti, riuscendo a sanare ogni dubbio che si presenta nella mente del lettore man mano che la storia prosegue. Trovo infatti che sia difficile ricreare un mondo diverso da quello in cui siamo abituati a vivere senza creare confusione. Ci sono infatti moltissimi ambienti, usanze, leggi, stili di vita, che differiscono totalmente da ciò che noi abbiamo appreso come "normalità". Ma gli autori sono stati molto bravi a fornire spiegazioni precise e semplici per ogni cosa. Ne risulta uno scenario del tutto credibile e tridimensionale, nel quale il lettore si può facilmente immedesimare. La storia poi l'ho trovata interessante ed è riuscita ad calamitare la mia attenzione fin da subito. Gli avvenimenti si susseguono in maniera uniforme e non mancano le scene di azione. Anche se la maggior parte di esse si manifestano nelle ultime 100 pagine, ho trovato che la divisione dei punti focali del romanzo non siano poi così nette come spesso avviene nella maggioranza dei libri. Siamo infatti di fronte ad un romanzo ben bilanciato, che ha l'enorme pregio di non creare punti "morti" nella narrazione. Dopo aver terminato la lettura ho avuto un presentimento (ma potrei anche sbagliarmi) di un seguito, perché alcune questioni rimangono in sospeso. E siccome sono rimasta soddisfatta da questo libro mi auguro proprio che sia così.
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Opinioni inserite: 3
Che schifo il Pacific Trash Vortex!
2095.
Picabo Swayne vive a Coldbay, con la madre e gli amici Fitz e Lethem. E fin qui, nulla di strano.
Peccato che Coldbay sia una specie di prigione, bloccata su tre lati dall'oceano di rifiuti, il Pacific Trash Vortex (meglio noto come "la Zuppa") e da un lato dalla Death Valley. Non solo: la madre di Picabo è stata prelevata, apparentemente per lavorare nel Grande Inceneritore, che incanala i rifiuti e li trasforma in energia.
A Coldbay si vive secondo i regimi di "Civiltà Nuova": qui i Quattro Regnanti hanno deciso di far sparire qualunque riferimento al passato e di instaurare delle nuove regole di vita basate su Presente, Procrezione e Produzione. Presente perchè, appunto, ogni riferimento al passato è stato annientato e vige il divieto più assoluto di pensarvici: è necessario vivere il presente. Procreazione, perchè ogni donna di Coldbay, compiuti i 16 anni di età, deve dare alla luce almeno un figlio, per il bene della civiltà: i genitori poi, un giorno, entreranno a lavorare nel Grande Inceneritore da cui (complice anche l'alto livello di tossicità) non faranno mai più ritorno; ciò rientra nel concetto di Produzione.
Dopo esser rimasta sola, Picabo non sa cosa fare: deciderà di sposare Lethem, ma quando andrà a consegnare i documenti per il matrimonio, si troverà già sposata a....Barnaba Cox, un uomo terribile, nonchè personalità più importante a Coldbay dopo i Quattro Regnanti.
Inizia così la fuga, la paura, le insicurezze...e la meraviglia di avere con sé un oggetto antico e con peculiarità straordinarie: la macchina fotografica di sua madre che immortala il presente, il passato e probabilmente anche il futuro.
Quale sarà il destino di Picabo, del Gruppo di Sovversione, Barnaba Cox e gli altri?
Bello, bello, bello! Ecco cosa posso dire di questo romanzo (basti pensare che ho letto le sue 375 pagine in due sere). Ho apprezzato i personaggi, la vicenda e l'ambientazione; mi sono invaghita di Axel e spero di trovarmici faccia a faccia un giorno (consiglio: per scoprire quanto è gnocco, leggete il romanzo!).
Il finale poi è apertissimo e lascia intravedere solo in parte come andrà a finire: a questo proposito, mi auguro che gli autori vogliano lavorare ad un seguito!
La lettura è scorrevole e anzi, una pagina tira l'altra; non mi sono mai annoiata e non c'è stata una parte del romanzo in cui non mi sia sentita coinvolta. Il tema sviluppato è interessante e privo di eccessi: potrebbbe il mondo venire "invaso" da un'ondata di rifiuti? Sì, per come stanno le cose ora lo ritengo probabile. E possono questi rifiuti estinguere le specie animali, cambiarne altre e generare esseri umani con deformità o caratteristiche particolari? Sì, si chiama adattamento della specie, l'umanità e il mondo animale interi sono passati e passano continuamente da questo.
Quindi per quanto possa sembrare fantasioso, questo romanzo lancia anche un avvertimento agli abitanti del nostro pianeta: tenere pulito il mondo oggi per averlo pulito domani ;)
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Picabo Swayne
Appena ho finito di leggere questo libro ho subito pensato: devo farlo leggere alle mie figlie (appena avranno l’età per farlo…).
Credo che i due autori si siano sforzati di pensare come potrebbe trasformarsi il nostro mondo piegato da una crisi energetica senza precedenti e dall’incapacità di gestire i nostri rifiuti.
E secondo me, quello che viene fuori purtroppo è un mondo plausibile: immaginate cosa potrebbe significare la nostra vita senza nessun modo per comunicare: niente telefono, computer, radio, tv, libri, niente carta! Insomma niente di niente… per anni e anni... . E come sarebbe vivere circondati da un mare di rifiuti tossici che ormai unisce i continenti e ci rende prigionieri del luogo in cui viviamo. Quante generazioni ci vogliono secondo voi per annullare il nostro passato e renderci schiavi della paura e dell’ignoranza, e far credere a tutti che non ci sia futuro?
E così, le situazioni descritte in questo libro acquistano un senso, ed è terribile!
Ma ovviamente, non sono una sadica pazza che vuole terrorizzare le sue figlie. Questa non è affatto una storia di rassegnazione, ma di crescita, ti coinvolge, ti assorbe, e alla fine ti fa dire: ma certo! Quello che fa la differenza siamo sempre noi (nel male ma anche nel bene), e la nostra capacità di fare delle scelte, soprattutto la scelta di non accettare che non ci sia possibilità di cambiare le cose. Questo vorrei che capissero le mie figlie…
Insomma, leggetelo questo libro, non vi deluderà.
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A volte succede
A volte succede.
Succede che entri in libreria per comprare un libro ben preciso, ed esci con un altro, di tutt’altro genere.
Oppure succede che sei lì che giri, senza alcunché di preciso in mente, e vieni attratto da un dorso di copertina dal colore improbabilmente giallo-verde, da un libro incastrato malamente in mezzo ad altri su uno scaffale un po’ in disparte.
E scocca la scintilla. Vuoi dare una possibilità a quel libro che sembra capitato lì suo malgrado.
E lui ti ripaga, perchè senza saperlo hai appena messo le mani su un piccolo gioiello.
A volte capita. A volte si è fortunati.
Come ha scritto ottimamente chi mi ha preceduto nelle recensioni, Picabo Swayne si colloca senza il minimo dubbio nello stesso filone di 1984 e The Giver.
Una realtà che potrebbe essere tranquillamente il nostro futuro prossimo. Ambientato in una fantomatica città/società isolata, stretta nella morsa dell’inquinamento ambientale e in perenne crisi energetica, dove il passato è proibito e il futuro non esiste. Si vive solo il presente, per il bene comune. Tutti omologati, tutti sanno già quello che si prospetta loro: produrre energia, o produrre figli.
Finchè non viene fuori il classico granello di sabbia che inceppa l’ingranaggio, Picabo Swayne.
Come dicevo prima è facile accostare questo libro ad Orwell e alla Lowry, ma io trovo che abbia qualcosa di diverso. Le due opere sopracitate, pur nella loro grandezza sia chiaro, mi hanno sempre trasmesso una freddezza infinita, come se gli autori stessi, nel descrivere quel loro mondo crudo e perverso abbiano voluto mantenere le distanze da esso.
Qui invece (sarà il carattere mediterraneo degli autori) chi scrive ci fa vivere la storia con passione, ci catapulta in questo universo pulsante e malato, facendocelo scorrere sulla pelle, pagina dopo pagina.
Picabo la protagonista la sento diversa da Jonas, forse più vicina al personaggio di Winston, ma dotata di una umana debolezza, di un carattere ben più forte e delineato.
Riusciamo a vivere con lei i suoi stessi dubbi, le sue stesse emozioni.
Siamo più coinvolti, insomma, a mio modo di vedere.
Si fa leggere molto bene questo libro, nonostante non sia leggerissimo da digerire. Ci sono scene abbastanza crude ed esplicite, ma questo, trovo, è la sua forza.
Assolutamente consigliato.
Una piccola lancia spezzata infine, se mi consentite, verso librerie ed editori.
Per la prima volta ho capito la difficoltà nel catalogare un libro di questo genere.
Il libro era collocato nello scaffale per ragazzi tra i 6 e gli 11 anni.
Non sono per nulla d’accordo, vista la crudezza di certe scene (c’è almeno una scena di sesso quasi esplicito). Questo è un libro “adulto”. E’ mai possibile che ogni volta che in un libro i protagonisti siano adolescenti, questo venga automaticamente relegato nella sezione per bambini?
Lo trovo sbagliato. Però… Però, lo devo ammettere, lo farei leggere volentieri a una classe di studenti delle medie, o ai miei figli e nipoti.
E quindi? Quindi lo metterei nello scaffale dei libri “per tutti”, ma io adulto ne avvallerei la massima diffusione ad ogni livello.
Semplice no?