Pan Pan

Pan

Letteratura italiana

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Nelle notti romane ci sono bambini che sognano, e che nel sogno, ogni volta, ripetono il viaggio verso una grande isola che non c'è. Nelle notti più fredde di una Roma moderna, pulsante, segreta, qualcuno ormai comincia ad avvertirlo: uno spirito folle sta bussando alla porta, uno spirito anarchico e sensuale, passionale e libertino, pronto a tornare per rapirci. Qualcuno lo vuol chiamare Peter; un tempo era noto come Pan. A cento anni di distanza dalla sua prima comparsa, il Peter Pan di Barrie rivela oggi più che mai la propria carica eversiva. Nei cieli di Roma lo scontro si sta preparando: bambini e pirati, vecchie e nuove divinità, in un'inquietante favola nera che finirà per insegnarci come, talvolta, per vedere il mondo del sogno dal mondo reale, non serva altro che alzare la testa.



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Pan 2013-08-21 07:20:35 piero70
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piero70 Opinione inserita da piero70    21 Agosto, 2013
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Pan!

Mhhhhh… Vediamo. Come posso convincervi a leggere questo libro?
Potrei usare il tono triste-metafisico.
Questo libro mi ha fatto male. Molto male. Quanto tempo è che non sogno? Dove sono finiti i sogni che caratterizzavano la mia infanzia, quando volavo alto nei cieli e…
Ok… Come non detto… Vedo spuntare cappi, e tu, laggiù, lascia stare benzina e accendino per favore, non occorre che ti dai fuoco per protesta. Ho capito.
Potrei usare allora il tono sexy-brillantone.
Ragazzi questo libro è dinamite pura! Mai letto tanto sesso, e ben descritto, in un libro che in partenza dovrebbe essere fantasy. Donne con uomini. Donne con donne. Uomini con uomini. Uomini e donne con… Va beh… Leggerete. Non voglio rovinarvi la sorpresa. Sensuale, carnale, fisico. Queste pagine sono una testata in pieno setto nasale a tutta la merda chick-lit e neo-vampiresca, per non parlare delle varie sfumature che ci circondano ultimamente. Roba da smuovere eruzioni vulcaniche e maree oceaniche multiple.
Mhhhh… No. Così sembra più la recensione di un video di Youporn che di un libro (ehm… non che io guardi certa robaccia… me ne ha parlato mio cugggino… ehm).
Ok. Allora mi gioco la carta pulp.
Accidenti fanciulli! Non avrei mai pensato che in un libro che parla di Capitan Uncino, Peter Pan e Campanellino ci potessero essere tanti sbudellamenti.
Cavolo se lo sa usare quell’uncino, Uncino. E Peter? Ho perso il conto di quanti ne ha messi allo spiedo. Per non parlare delle risse tra le loro bande sgangherate, eterogenee, ma non per questo meno assetate di sangue. Descrizioni crude, senza lasciare spazio a pii buonismi o censure ipocrite. Questo libro gronda sangue e interiora.
No… Nemmeno. Così sembra la descrizione di un film di Tarantino.
Va bene. Scherzi a parte. Descrivere questo libro in uno solo di questi modi, pur essendo la pura e semplice verità, vorrebbe dire sminuirlo di parecchio.
L’autore ha avuto il coraggio di prendere il mito del Sempre-Ragazzo per presentarcelo sotto un punto di vista assolutamente inaspettato e molto, molto godibile.
Peter Pan è presentato come un satiro (come in effetti è sempre stato descritto il dio Pan), con tanto di corna, attributi pluridecimetrici e “sex appeal”. Capitan Uncino come un vecchio immortale, bastardo e reazionario, che ha la missione di togliere dal mondo qualsiasi pulsione; e non esita a usare violenza, menzogna e assassinio per riuscirci.
Quindi Ordine contro Disordine, Caos e Fantasia contro Omologazione coatta. E’ tempo di schierarsi. La battaglia finale sta per iniziare, avrà come teatro Roma (mai come in questo libro tanto gotica e magica) e l’Isola che non c’è, e l’esito è tutto tranne che scontato; in quanto a voi, si proprio voi che state leggendo, sappiate che non potrete restarne fuori. Anche se lo vorreste. In sogno o nella carne dovrete schierarvi.
Cosa aspettate? Avete deciso? Da che parte state? Siete pirati o bimbi sperduti?

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