Narrativa italiana Fantasy La radice del rubino
 

La radice del rubino La radice del rubino

La radice del rubino

Letteratura italiana

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La presentazione e le recensioni de "La radice del rubino", opera di Gloria Scaioli pubblicata da Plesio Editore. Euno è l'unico che può salvare le Città Millenarie dall'ascesa del regno di Petreia, ma di lui si è persa ogni traccia da diciotto anni per volere di suo padre, il re dell'Ovest, che ha deciso di allontanarlo ancora bambino dalla sua terra. Servirà un uomo fidato per riportarlo a casa, attraverso una foresta senza luce, da Pentapoli l'operosa ad Alchemia la ricca, mentre il nemico è già sulle sue tracce. Quest'uomo è Manfredi, cacciatore di taglie costretto ogni notte a lottare contro una terribile maledizione, che controvoglia conduce con sé Duccio ed Eco, rispettivamente quasimastro e mezzamaga, il tenero micrandro Cino, la battagliera Tamiri e i gemelli Filostrato e Filocolo, che condividono ben più di quanto vorrebbero. E così le vicende di perfetti estranei si trovano legate dai fili invisibili di una profezia e minacciate dai passi silenziosi di un traditore misterioso, in un mondo in cui un rubino ha meno valore della sua radice impura.



Recensione della Redazione QLibri

 
La radice del rubino 2013-03-05 15:17:16 lilith shadows
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lilith shadows Opinione inserita da lilith shadows    05 Marzo, 2013
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Intrigante esordio

Brillante esordio di Gloria Scaioli, che ci propone un’avvincente storia fantasy dai tratti classici ma con un’ambientazione che affonda radici nella storia antica, e in una mitologia greco-romana (da cui traspare il background di studi dell’autrice, qui sfruttato al meglio), più che prettamente celtica e arturiana. Decisamente apprezzabile dai lettori con basi classiche ma non solo, anzi il target d’interesse è ampio e si estende tranquillamente oltre gli amanti del fantasy classico. Infatti ogni riferimento è la base per la creazione di un mondo fantastico originale, con una sua struttura sociale ben definita, ricca di particolari e dinamiche ma facilmente comprensibile, e molto accattivante.
Uno dei pregi della costruzione narrativa sta proprio nell’immergere direttamente il lettore nel mondo delle Città Millenarie, svelandone gli antefatti e la struttura in maniera graduale nel procedere della storia, senza mai dilungarsi troppo in complesse spiegazioni, così come in ridondanti e prolisse descrizioni dell’ambiente; che avrebbero minato il ritmo d’azione e avventura che non manca all’interno romanzo, e che si mantiene invece costante dimostrandosi in grado di accaparrarsi l’attenzione del lettore fino alla fine. All’obiettivo primario e fulcro della storia: la ricerca del principe Euno da parte di fazioni opposte che si contendono le sorti delle Città Millenarie, s’intrecciano e si legano le vicende dei diversi personaggi, in maniera naturale ed efficace, contribuendo a una struttura narrativa scorrevole e piacevole. Che dà vita a storia di spessore, non banale ma intrigante. La stessa figura di mago proposta nasce da un approfondimento psicologico interessante (che personalmente ho apprezzato soprattutto nella figura della maga –mezza maga- Eco).
Un altro dei punti forti de La Radice di rubino sono i personaggi, molti tra protagonisti e secondari e tutti tratteggiati con maestria, dalle personalità forti e ben definite, che s’imprimono nel cuore del lettore, che li scopre gradualmente con il procedere della storia attraverso il loro passato, le azioni e i pensieri. In alcuni casi, infatti, bastano poche battute ben congegnate per introdurre nella particolare psicologia del personaggio (sempre abbastanza complessa da non risultare mai superficiale o standardizzata). Come nel caso del mago Sosigene, dove basta una battuta sagace nel prologo per inquadrarlo e farsene un’idea piuttosto precisa (una delle mie battute preferite). Il cacciatore di taglie Manfredi è senza dubbio uno dei protagonisti di questo primo volume della saga, uno tra quelli che si fa notare per il suo passato particolarmente misterioso e intrigante. Anche se i fratelli Metelli non son da meno (e gli amanti della psicologia non faticheranno a intuirne la particolare situazione e a restarne intrigati). Ammetto comunque di avere una particolare affezione per Palla (nonostante sospetti che nel secondo volume ci riserverà sorprese, e forse non belle).
Lo stile narrativo non è colloquiale, ma con un registro di sicuro più raffinato ed elegante che dimostra una notevole padronanza della lingua italiana in sintonia con l’atmosfera e l’ambientazione propria del romanzo. In ogni caso scorrevole e fluido. Il testo, un altro dei pregi del romanzo, è ricco di battute ironiche e sagaci che contribuiscono alla piacevolezza della lettura.

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La radice del rubino 2013-08-08 09:33:38 HobbitdellaContea
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HobbitdellaContea Opinione inserita da HobbitdellaContea    08 Agosto, 2013
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Piatto ricco mi ci ficco

Prendete una giovane autrice con grande abilità nell'arte dello scrivere,perchè di arte si tratta e chi è lettore lo sa,aggiungete maghi,guerrieri,terre selvagge e misteriose città,oscuri e arcani segreti da non rivelare,condite il tutto con un pizzico di humor e grande originalità;versate in un vaso attico,ma non di Pandora,e mescolate energicamente.
Non lasciate riposare perchè il romanzo vi terrà col fiato sospeso dalla prima all'ultima pagina e perderete un pò di sonno per il desiderio di sapere come prosegue o forse perchè un piccolo demonietto non vi farà dormire.
Se siete stanchi della solita minestra questo è quello che fa per voi,un piatto per palati fini e raffinati...e se lo dice uno hobbit della contea potete fidarvi.

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La radice del rubino 2013-01-10 10:56:19 Joker
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Joker Opinione inserita da Joker    10 Gennaio, 2013
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Una bella sorpresa

Una bella sorpresa questo romanzo, un fantasy decisamente interessante che propone una trama finalmente non banale oltre che riferimenti alla cultura mitologica antica che ci fa sentire un pò' "a casa" nel mondo da cui vengono le nostre radici culturali, senza perderci in freddi mondi nordici a volte un po' disorientanti. I personaggi sono tutti ben caratterizzati e coerenti nella psicologia che richiede il loro ruolo ed è innegabile la piacevolezza di avere un antagonista misterioso e, diciamocelo, credibile e che non è il solito re cattivo che vuole conquistare il mondo. Una parola merita anche lo stile, molto ricercato ma non pesante che conferisce gusto alla lettura e permette di non annoiarsi mai, anche perchè non ci si può permettere una distrazione per non perdere di vista la trama complessiva costruita con un intreccio delle storie di tutti i personaggi. In ultimo noterei anche la scelta accurata del titolo e dei nomi di personaggi e luoghi che non sono versi inventati di sana pianta perchè "suonano da fantasy" ma molti hanno un riferimento specifico con il ruolo del personaggio (ad esempio, quale nome migliore di Eco per una maga che sfrutta come suo potere l'aria?).
Consiglierei di leggere questo romanzo perchè è diverso dal solito e non si confonde nel vasto panorama fantasy che ultimamente sta venendo fuori in commercio, assediato da vampiri oppure improbabili (e quasi mai felici) tentativi di imitare il maestro Tolkien.

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La radice del rubino 2013-01-07 13:31:42 Araba fenice
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Araba fenice Opinione inserita da Araba fenice    07 Gennaio, 2013
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Un mondo fantastico.

Ecco un fantasy che può piacere ai cultori del genere come ai non amanti del genere, perchè ne elude e sovverte i luoghi comuni dark proponendo una realtà fantastica del tutto originale. Basato su un impianto narrativo ben strutturato che non procede per addizione, ma sottende un progetto globale mai trascurato, accende l'interesse del lettore coinvolgendolo senza furbizie, ma con continue invenzioni e variazioni. I personaggi hanno spessore psicologico e appartengono alle più varie categorie (notevole le presenza di personaggi femminili una volta tanto non stereotipati e rinchuisi nel solito archetipo della guerriera o della strega!). I continui riferimenti alla cultura classica e italiana in generale possono essere recepiti e quasi "assaporati" da chi ha questa base formativa, ma non sono tali da appesantire la lettura di chi abbia invece una formazione diversa. Infine, ma non ultima notazione, questa autrice dimostra una padronanza lessicale e sintattica non cumune che restituisce il gusto di una lettura di un testo costruito in italiano e non tradotto da un'altra lingua.

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