Evelyne. Una donna di nome Dio
Letteratura italiana
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Una donna di nome Dio
Copertina interessante e titolo provocatorio. Questo è stato il primo passo che mi ha portato ad acquistare e poi a leggere questo libro.
Certamente "una donna di nome Dio" è un titolo che attrae e incuriosisce: non capita tutti i giorni un argomento del genere, no? Si evince subito che lo scrittore ha voluto provocare il lettore e, lo ammetto, mi ha sempre incuriosito nella letteratura ciò che va fuori dai soliti canoni.
Purtroppo appena aperto il libro, un senso di già letto mi ha colpito.. impercettibile, ma c'era e questo lo ammetto, mi ha profondamente disturbato.
Una ragazza che si sveglia cambiata dopo un incidente, tante domande e confusione, un mistero, questa la trama che mi ha invogliato a continuare la lettura e che mi hanno, in seguito rapito.
Un ambientazione favolosa, Praga, ideale per questa storia. Tra l'altro anche nei miei ricordi Praga era grigia e piovosa, ma sempre incredibile.
Anche lo stile dello scrittore mi ha favorevolmente colpito, ma i dialoghi mi sono apparsi un po' forzati.. una mia sensazione che traspariva dall'incredibile ingenuità delle parole pronunciate dalla protagonista e da quella continua frase "tanto non ho sonno" ripetuta più volte. Ma ho adorato Le descrizioni che hanno saputo aprire la mia mente all'immaginazione e dove ho potuto ritrovare Praga e le sue bellezze.
Il ritmo della narrazione non è statico, ma è in un crescendo continuo che mi ha scinto a continuare la lettura con sempre maggiore frenesia.
Sono arrivata alla conclusione che l'unica grande pecca di questo romanzo sia la brevità. Un finale troppo aperto che lascia la mente a spaziare non solo sulla sorte dei protagonisti, ma anche sulle considerazioni teologiche presenti.
Un bellissimo romanzo che spero abbia un continuo