Black Friars. L'ordine della croce
Letteratura italiana
Editore
Virginia De Winter meglio conosciuta sulla rete come Savannah, ama poco parlare di sé, lasciando agli altri il compito di immaginare chi sia. Vive a Roma da anni insieme alla sorella. Il suo sito www.virginiadewinter.net ha più di 300.000 visualizzazioni. Ai suoi libri è ispirato un gioco di ruolo molto seguito.
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Ottimo finale! (Spoiler)
Premessa: l'ultimo capitolo finale di saga che ho letto è stato Inheritance (saga dell'eredità di Christopher Paolini), il cui finale mi ha fatto perdere fiducia nel mondo e nell'umanità. Qui l'ho riconquistata.
Quello che si nota prima di tutto è lo stile dell'autrice: si è notevolmente semplificato tra il primo e il secondo libro, per poi vedere un miglioramento nel terzo capitolo. Tuttavia, questo stile, già cosi descrittivo, è andato migliorando ancora di più in questo ultimo libro, diventando anche immaginativo. Le scene descritte, che siano combattimenti, scene d'amore, o scene in cui semplicemente si parla dei sentimenti del tal personaggio, diventano immagini che restano impresse nella mente del lettore. Quindi, tanti complimenti a Virginia de Winter!
La seconda cosa che ho notato leggendolo, è che lo spazio dato alla storia d'amore tra le varie coppie è sempre meno nell'arco della saga, ma ancora meno in questo capitolo finale. Le scene con i fidanzatini Eloise e Axel sono sempre meno, laddove sempre di più compaiono insieme per collaborare o aiutarsi a vicenda. La storia tra Sophia e Gabriel viene approfondita quel tanto che serve perchè la storia possa proseguire (e i combattimenti pure!).
Sempre per quanto riguarda i personaggi, mi è piaciuto moltissimo un altro aspetto, ovvero che personaggi secondari (Julian, Jordan, Jerome, Alexandria e via cosi) diventano fondamentali: senza di loro la storia si concluderebbe in ben altro modo. Devo ammettere che questo è uno dei motivi per cui mi dispiace di più che la saga sia finita, ognuno di questi personaggi avrebbe un sacco di cose da raccontare e da dire.
Inoltre, non posso non restare affascinata da Clarisse Granville, donna forte, intelligente, che compie degli errori che paga con la vita, sua e della sua famiglia. Devo ammettere che di fronte alla forza di questo personaggio, che è solo un fantasma che aleggia continuamente presente durante tutto l'arco narrativo, sono rimasta in dubbio: pesano di più gli errori che ha commesso o il fatto che abbia pagato con la vita?
Menzione d'onore va però a Cain ed Adrian e al loro amore: con la loro vicendevole passione mi hanno conquistata!
Per quanto riguarda la storia in se stessa, è prevedibile e scontata per alcuni versi, ma la de Winter riesce a non farla mai risultare banale. Ad esempio, era scontato che ci sarebbe stato un matrimonio tra Eloise e Axel prima o poi (io me l'aspettavo come scena finale dell'epilogo), ma le circostanze fanno si che il matrimonio si celebri in tutta fretta in un modo che nessuno si aspetterebbe. Era ovvio anche che de Plessy sarebbe morto, ma il modo in cui è successo (da perfetto idiota distratto) è tutto tranne che banale, anzi: l'ho trovato parecchio realistico. La comparsa della Rosa di Blackmore, poi, è una delle scene più evocative e meglio riuscite del libro.
Come sempre, alle storie tra i personaggi si accompagna il mistero di ciò che successe davvero durante la rivolta, che viene finalmente svelato nella sua interezza. A questo si legano dei piccoli crimini (l'omicidio avvenuto per errore di una matricola), da cui poi discenderà in parte la rivolta. In questo ultimo capitolo, poi, si aggiunge la politica delle nazioni e la storia della nascita delle stesse, in un insieme molto ben amalgamato, in cui ritroviamo tutti i personaggi che sono intervenuti fino ad ora e ad ognuno di questi è dato un ruolo fondamentale.
Le 5 stelle sono meritatissime, per quanto mi riguarda, ora posso chiuderla qui, con tanti complimenti a Virginia de Winter!