Narrativa italiana Fantascienza Ofelia e la luna di paglia
 

Ofelia e la luna di paglia Ofelia e la luna di paglia

Ofelia e la luna di paglia

Letteratura italiana

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2122. La programmatrice Nina ha progettato un videogioco di ultima generazione. Si chiama Erasmus4 ed è stato commissionato da una potente multinazionale. Poi, Nina, per una sorta di incantesimo riesce a entrare nel videogame. Si è ritrovata a viverci dentro. Si sta orientando nel mondo nuovo. Altrove, un manager ha assunto Isabel per perfezionare il programma, per cambiarlo. Nina si accorge che qualcuno sta modificando il codice della programmazione, capisce che sta rischiando la vita, perché il malvagio Julius, un personaggio che doveva essere cancellato, la sta minacciando. Julius ora è vivo, agisce come un umano in carne e ossa: il videogioco sta uccidendo Nina. Il virtuale, adesso, è soggetto al male, agli inganni, all'errore.



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Ofelia e la luna di paglia 2009-07-22 09:37:48 Renzo Montagnoli
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Renzo Montagnoli Opinione inserita da Renzo Montagnoli    22 Luglio, 2009
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La sublimazione del fantastico

In noi c’è sempre un modo fantastico in cui rifugiarci per trovare sollievo alle difficoltà della vita reale. E’ ciò che vorremmo che fosse e che purtroppo non è mai. E questo è appunto il problema di Nina, una creatrice di videogiochi, prostrata moralmente per la scomparsa del padre. Nel suo lavoro è molto brava, è una delle migliori e quando le viene offerto di collaborare alla realizzazione di un nuovo avveniristico videogame accetta con entusiasmo e non solo per il cospicuo ingaggio. In questa realtà virtuale mette tutto quel mondo che avverte dentro di sé e in particolare allestisce un livello del gioco in cui c’è una figura che ricorda tanto quella paterna.

Non vado oltre nel parlare della trama per non togliere il piacere ai lettori di assaporare la bellezza di questo romanzo. Aggiungo solo che a un certo punto Nina entrerà in quella realtà virtuale, fatta da un arcipelago di incredibile bellezza, da una luna di paglia che sembra bagnarsi ogni notte nel mare e da personaggi, frutto della sua creatività, talmente perfetti da avere un’anima.

Credo che Messina con questo testo sia giunto alla sublimazione del fantastico, permeando visioni oniriche di pura poesia, avvincendo il lettore non solo con una trama incalzante e complessa, ma ponendogli, indirettamente, delle domande su quel che è la vita per ognuno di noi.

Il reale si confonde con il virtuale, l’impressione che si ricava è che gli uomini in fondo siano solo i protagonisti di una rappresentazione a cui ognuno partecipa secondo il ruolo assegnato dagli dei.

In un fantastico caleidoscopio di immagini, dove i sentimenti tuttavia non vengono mai a mancare, tutto scorre su piani paralleli, che a volte si sovvertono, si incrociano, determinando la nostra maggiore o minore razionalità.

E’ un viaggio nel sogno, dove tutto è sempre possibile, anche che nulla sia accaduto realmente e nemmeno virtualmente, in un tripudio di sensazioni che finiscono con il portare ad accettare il proprio ruolo.

Sono 160 pagine, cioè nemmeno poche, ma una volta iniziato il libro non riesci a staccartene; e così riemerge poco a poco il mondo interiore di ciascuno di noi che va sempre più somigliando, nella prosecuzione della lettura, a quello del video game, un’oasi di serenità, di pace, con i pescatori che all’alba iniziano la loro giornata, con il Palazzo delle Sorgenti Prossime al Nulla, con la Spiaggia degli Spiriti Vagabondi, con quella Luna di Paglia dal sempre più enigmatico sorriso.

Ho sempre apprezzato la fantascienza filosofica di Antonio Messina, lamentando solo una certa sua complessità, ma in Ofelia e la Luna di Paglia tutto scorre dolcemente come un fiume, senza intoppi, tutto è facilmente comprensibile, ferma restando la straordinaria capacità dell’autore di condurci a profonde riflessioni sulla vita.

Come penso avrete capito ci troviamo di fronte a un autentico capolavoro.

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Consigliato a chi ha letto...
Le vele di Astrabat, di Antonio Messina;<br />
La memoria dell'acqua, di Antonio Messina.
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