La crociata dei bambini
Letteratura italiana
Editore
Recensione della Redazione QLibri
Il terribile futuro
Dmitry Glukhovski consegna alla storia della letteratura distopica il suo Metro 2033 circa dodici anni fa.
Immediato successo, nascita di un videogioco, gtraduzioni in tutto il mondo. Tullio Avoledo anni dopo entra nell'universo distopico di Glukhovski con Le radici del cielo, opera di grande successo che però non è di mera fantascienza perché combina accanto ai tipici elementi del romanzo anti utopistico disquisizioni filosofico-religiose.
Dopo il grande successo del primo romanzo il sequel La crociata dei bambini mantiene le premesse iniziali. Ambientato in un'epoca post atomica di violenza inaudita in una Milano sferzata da un tempo gelido e nevoso il romanzo, il cui titolo si rifà a un episodio occorso probabilmente nel 1212 e che vide un gruppo di fanciulli decisi a marciare verso il santo sepolcro, è una commistione di filosofia unita a descrizioni splatter che ben rendono il clima ostile in cui è precipitato il mondo dopo il disastro atomico.
Trascinante per la narrazione scorrevole e a volte poetica il romanzo avvince anche chi non è appassionato del genere per la capacità dell'autore di saper parlare a un pubblico vasto e curioso.
Giganteggia la figura del religioso cattolico John Daniels, l'inquietante Monaco e Vagante, ex bambino violato della sua infanzia.
La precisa descrizione della Metro milanese dove è ambientato il romanzo e degli altri luoghi della città ormai abbandonati a se stessi inquieta e a tratti sconforta. Ma se la storia appare per quasi tutto il tempo come un tunnel buio e cupo la luce della speranza non abbandona mai la narrazione, rendendo l'opera non pienamente distopica ma forte di una fede forse non salda ma atavicamente collegata all'essenza umana.