I racconti della Sovrappopolazione
Letteratura italiana
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I racconti della Sovrappopolazione
In una città stretta da mura dalle quali non si può guardare fuori e che si stringono sempre più, vive un’umanità in precario equilibrio demografico in cui, viste le limitatissime risorse, è necessario che i padri lascino il posto ai figli una volte che questi raggiungano la maggiore età. La società è strettamente divisa in classi (caste) e la mobilità sociale è limitatissima e più che altro figlia della propaganda dei pochi fortunati che da un palazzo tutto dirigono permettendosi (ovviamente) i lussi negati agli altri, a partire dall’acqua. Un’altra distopia? Eh sì, un’altra distopia e a questo punto il lettore si avvicina dubbioso, visto che l’argomento è, negli ultimi tempi, un filino inflazionato. Questo libro, ricevuto in ebook come ‘premio di consolazione’ di un giveaway su goodreads.com, si incarica di demolire buona parte dei preconcetti perché prima di tutto è scritto bene (ci sono solo un paio di erroretti dovuti a confusione fra i nomi dei personaggi) e poi perché il tutto è visto da una prospettiva ben più adulta di quella adolescenziale oggi di moda. Anche il trio di neppure ventenni protagonisti de ‘Le mura’, forse il racconto che più mi è piaciuto, sono ben più adulti della loro età in una storia che racconta con efficacia come l’avidità – a scatenare il tutto è un anello trovato per caso - possa portare a una guerra fra poveri che finisce solo per favorire chi è in posizione dominante. L’iniziale ‘L’orfanotrofio’ è invece più lineare, con l’istituto che è più che altro una grande caserma dove solo i più meritevoli vengono lasciati vivere mettendo a dura prova i nervi e la coscienza di chi ha il compito di giudicare i test e prendere i necessari provvedimenti. Diversa è invece la prospettiva degli ultimi due racconti, poiché ci si sposta sul lato di chi detiene il potere come già fa presagire il titolo del terzo segmento del libro, ovvero ‘Il palazzo’: nella cittadella fortificata il primo tra i pari del consiglio introduce una donna proveniente dai quartieri popolari per farne la sua concubina in una storia popolata da altre figure non meno ambigue a partire dalla stessa Mira e per finire con il dottor Abdel che pare voglia aiutarla. Il potente Shane torna anche nel conclusiovo ‘L’arena’ che, dopo un bel numero di morti stretti nella lotta di potere tra consiglio e il ‘sacerdote’ Elias, sembra forse aprire un piccolo spiraglio. Come si vede, nulla di particolarmente originale, ma la capacità di rielaborare gli elementi già conosciuti rende questi racconti assai interessanti anche se magari un po’ carenti nello scavo psicologico dei personaggi (aspetto, peraltro che per il genere non si può definire indispensabile): la struttura sociale costruita da Besi ha il suo fascino e – sebbene venga spontaneo vedere la città come un’allegoria della Terra con le sue risorse sempre più scarse e le urticanti differenze tra chi ha e chi non ha - rimane la curiosità per sapere cosa ci sia aldilà del muro.