Arma infero. Il mastro di forgia
Letteratura italiana
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Un futuro al segno della distruzione
La narrazione si svolge in un lontano ma non identificato futuro su un pianeta, Muareb, desertico e cosparso da strati di cenere a suo tempo colonizzato dal genere umano. Protagonista è Karan, un vecchio viandante che essendo arrivato in una piazza dove si celebra un rito religioso a favore di un certo Lakon, interviene e racconta con sue parole e con la propria memoria e visione le varie vicissitudini che sono il fulcro del racconto.
A mio parere è un genere più fantasy che fantascientifico, il contenuto è molto erudito e vasto nella profondità di linguaggio e nei dettagli tecno-scientifici; i riferimenti alle storie cavalleresche medievali e all’antica cultura greco-romana sono da apprezzare in quanto inducono il lettore preparato a fare mente locale su tali argomentazioni, utili, volendo, a un veloce ripasso storico.
In sintesi, il romanzo merita l’attenzione da parte di lettori di “nicchia”, intendendo che non mi sembra possa essere indirizzato a un pubblico popolare. Come già scritto, il linguaggio altamente erudito, ma anche desueto e a volte barocco, ridondante (specialmente in dettagli tecnici troppo approfonditi), rende la lettura non facile e potrebbe scoraggiare coloro che per abitudine, e gusti personali, hanno una visione più semplice e schematizzata del romanzo di fantascienza.