Una peccatrice
Letteratura italiana
Editore
Recensione della Redazione QLibri
Una peccatrice
Tra le pagine del romanzo breve “Una peccatrice” incontriamo un giovanissimo Verga, romantico e passionale, fortemente influenzato dalle correnti letterarie e filosofiche del tempo.
Verga, partendo da una vicenda autobiografica, confeziona una storia struggente, che ribolle di amore e sentimenti; amore convulso e irrefrenabile, amore che percorre la strada dell'esaltazione del cuore e della mente sfociando in passioni insane e distruttive.
Anche se considerato da sempre dalla critica un romanzo minore, tuttavia è una piccola perla del Romanticismo ottocentesco italiano, di facile lettura nella sua suddivisione tra una parte narrata ed una parte epistolare. E' un crescendo di toni, dalla gioia pura dell'innamoramento alla tensione emotiva scaturita da una relazione tra un giovane studente ed una donna matura, avvenente e spregiudicata.
E' una febbre che sale infiammando i cuori dei protagonisti e destando pathos e curiosità nel pubblico; a distanza di tanti anni da allora, pensiamo che la pubblicazione risale al 1866, è un racconto emozionante che ci catapulta in un passato lontano dove amore significava corteggiamenti, sguardi indiscreti, profferte amorose, missive, convenzioni sociali, ma anche tradimenti, disillusioni e inganni. Verga convoglia con maestria tutti gli ingredienti in un flusso narrativo rapido, impetuoso e denso.
La giovane penna del Verga ha firmato un lavoro con cui immortalare le frenesie dettate dalla passione amorosa, vagheggiando rapimento, estasi, disperazione e furia.
E' una testimonianza letteraria pregevole per approfondire la conoscenza di un autore che, oltre ad essere ricordato come esponente del Verismo, ha dapprima percorso la strada del filone romantico, maturando un'ottima capacità di mettere a nudo l'animo dei suoi personaggi.
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amore con la "A" maiuscola
"Una Peccatrice" scritto da Giovanni Verga, nel 1866 quando si trasferisce a Firenze Capitale d'Italia che rappresenta in quel periodo il luogo d'incontro degli intellettuali italiani.
E' un romanzo drammatico. Il tema affrontato è l'amore. Amore inteso con la A maiuscola. Questo nobili sentimento viene trattato dall'autore da ogni angolazione. Amore tormentato, passionale, ardente, struggente, tenero, che riesce a trasformare le persone "...questa donna che vivea per piacere della quale il lusso era il bisogno come l'aria è il bisogno dell'uomo, questa donna non esce più quasi mai..."
Sebbene oggi risulta anacronistico. E' una bella storia d'amore che travolge Pietro Brusio in borghese studente in legge, con la passione per la scrittura, per l'aristocratica Narcisa Valderi, donna elegante non bella ma affascinante, sposata al Conte di Prato. Addentrandoci nella lettura si assisterà alla maturazione del personaggio principale in uomo "...ti prego lasciami per l'avvenire al quanto più di libertà, che l'età mia ora richiede..." Stupisce anche la consapevolezza che la madre ha per il figlio ormai adulto e che non può più proteggere. Pietro inizierà una corte incalzante fatta di appostamenti, pedinamenti che lo porterà inizialmente a trascurare i suoi studi, le sue amicizie... per poi riversare la sua delusione nella scrittura. Il successo della sua opera teatrale "Gilberto" consentirà a Pietro di essere accettato in quel mondo aristocratico che fino ad allora era stato impenetrabile, riuscendo a far breccia nel cuore della contessa. La trama cambierà nella seconda parte con un epilogo tragico.
Viene affrontato seppur marginalmente, il divario che esiste tra il popolo e l'aristocrazia. Il mio giudizio su questo romanzo è positivo. Verga riesce a conquistare il lettore poco alla volta e posso assicurare che le sue storie rimarranno a lungo impresse.
Essendo donna il corteggiamento di Pietro per la sua amante, mi ha suscitato un' invidia momentanea. A chi non piacerebbe essere amata dal proprio uomo con la stessa intensità del nostro personaggio principale?
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Troppo tragico!
Non mi ha convinto particolarmente! Collocato nella fase scapigliata dell'autore..ancora troppo attaccato all'effetto romantico...troppo tragico!