Narrativa italiana Classici Suor Giovanna della Croce
 

Suor Giovanna della Croce Suor Giovanna della Croce

Suor Giovanna della Croce

Letteratura italiana

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Nel 1890, una legge voluta da Francesco Crispi ordina la soppressione dei conventi di clausura. Da quell'episodio, un decennio più tardi, Matilde Serao prende ispirazione per un romanzo. Suo Giovanna della Croce è una vinta, offesa dalla vita, costretta a subire l'onta suprema di lasciare il romitorio delle "sepolte vive" dove, quarant'anni prima, aveva deciso di rinchiudersi. La privata discesa all'inferno della monaca coincide con il suo ingresso nel mondo. Con pacatezza di scrittura inversa alla straziante drammaticità degli eventi, il romanzo disegna un'ascesi mistica rovesciata di straordinaria efficacia narrativa: una donna vecchia, sola e senza mezzi, inetta alla vita, che si muove con ossessiva ingenuità nel frastuono caotico e colorato di una Napoli indimenticabile, furba e stracciona quanto Suor Giovanna è, flaubertianamente, semplice.



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Suor Giovanna della Croce 2018-02-06 08:34:50 Mario Inisi
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Mario Inisi Opinione inserita da Mario Inisi    06 Febbraio, 2018
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Peggio di Giobbe

Il racconto è molto bello e quasi distopico, ma solo per alcuni aspetti. Un fantomatico governo decreta la chiusura di tutti i monasteri di clausura e la confisca dei beni delle suore, che vengono trattate come potrebbe accadere in uno stato comunista: viene loro strappato il velo e vengono messe dall'oggi al domani nella strada, quelle senza parenti ospitate nelle galere di stato. Il romanzo poi parla della miseria e della sventura che colpisce chi meno se lo merita e che impedisce al poveraccio di rialzarsi. E' un libro che ricalca in qualche modo il testo biblico di Giobbe, solo che la dose di pazienza necessaria a tirare avanti è così grande da far dubitare dell'esistenza di Dio. Bellissimo il finale, rende come meglio non si potrebbe il senso di nostalgia di Dio, di vergogna per la propria condizione e di ingiustizia sociale e morale senza scampo.

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