Narrativa italiana Classici Il paese di cuccagna
 

Il paese di cuccagna Il paese di cuccagna

Il paese di cuccagna

Letteratura italiana

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La Serao iniziò a raccogliere materiali per un romanzo che adeguatamente spiegasse il doloroso condizionamento della miseria e della ignoranza per una popolazione ingenuamente superstiziosa e, per tanti versi, fuori dai percorsi della modernità. II paese di Cuccagna (1889-1891) fu pertanto la sua opera di più faticosa realizzazione, ma la amarezza delle sue conclusioni finì per sgomentare l'abituale pubblico di lettrici che, nonostante tutto, continuò a preferire la Serao come autrice di romantiche storie sentimentali o al più volle riconoscerle il gradito ruolo di autorevole confidente, esperta in salotti e in bon ton, spesso depositaria di auree norme di "saper vivere".



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Il paese di cuccagna 2016-03-03 07:35:17 lapis
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lapis Opinione inserita da lapis    03 Marzo, 2016
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Sogni infranti

Può sembrare davvero difficile entrare a fondo nel cuore di quest’opera perché la prima sensazione è di essere investiti da un’abbondanza di dettagli e di particolari sbalorditiva, quasi soffocante. Matilde Serao non ci accompagna per mano per le vie di Napoli ma ci catapulta in un vortice di miseria, di colori forti e odori pungenti, di caos e tradizioni. Sono tanti i personaggi che si avvicendano con le loro storie di dolore e di sofferenza. Per nessuno c’è misura, per nessuno c’è pietà.

La cifra narrativa consiste nella denuncia sociale del gioco come causa della rovina materiale e morale dell’individuo. Un tema, se vogliamo, attualissimo ancora oggi, magari non nella sua declinazione di superstizioni, fattucchiere e assistiti opportunisti, ma come non pensare alle tristi slot machines che sono la deriva delle fantasie di facile arricchimento delle miserie moderne?

Matilde Serao, con una profondissima capacità di analisi psicologica, affolla le pagine con i sogni della gente: di ricchezza, di rivalsa sulla vita, di felicità. Il guantaio sogna carne tutti i giorni e lussi intravisti, invidiati da lontano, e intanto si gioca la sola lira di guadagno facendo morire i propri figli di fame. Il borghese sogna di ingrandire la sua bella pasticceria di via Toledo e si gioca il frutto della laboriosità dei propri avi. La sigaraia sogna di riconquistare il suo amore, che la disdegna perché povera ma non lesina di chiederle qualche moneta. Il nobile decaduto sogna una cornucopia che gli restituisca un lustro e un prestigio ormai perduto, se non nel suo cuore orgoglioso.

Speranze diverse e un unico destino di delusione. Una delusione che va ad alimentare ancor di più il fuoco del desiderio, che incenerisce ogni forma di controllo e di ragione e conduce inesorabilmente alla deriva: nelle mani di famelici sfruttatori e usurai, in una spirale di violenza, verso la follia.

Matilde Serao è un’autrice davvero quasi dimenticata eppure la passione e l’efficacia espressiva di queste pagine meriterebbero una diversa considerazione, non solo per la capacità di descrivere la città partenopea con una ricchezza dalla valenza quasi documentaristica ma soprattutto per il coraggio, di giornalista e donna moderna, di addentrarsi nel nero delle anime e nelle piaghe della società, senza paura di scavare a fondo e di dare voce a scomode verità.

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Il paese di cuccagna 2013-11-28 07:24:11 silvia71
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silvia71 Opinione inserita da silvia71    28 Novembre, 2013
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Il paese di cuccagna

Il romanzo “Il paese di cuccagna” venne pubblicato a puntate a partire dal 1890 sul quotidiano “Il Mattino”.

Se già con “Il ventre di Napoli” la Serao aveva prestato la sua voce per raccontare e portare alla luce la situazione sociale, ambientale, culturale della città partenopea, con questo romanzo ritorna sul tema del gioco del lotto e delle conseguenze deleterie su qualsiasi ceto sociale.
Il Lotto, dipinto a tinte forti come avido mostro, causa di disgrazie, rovine, causa di miserie economiche ed umane, violentatore delle coscienze, fomentatore del vizio.
Il lettore conosce i numerosi volti del gioco del lotto attraverso le vicende dei protagonisti; una galleria variopinta di uomini, donne, bambini, la cui vita quotidiana deve fare i conti con la passione viziosa e sfrenata per il gioco.
Cabalisti, assistiti, usurai, sembrano personaggi partoriti dal dio lotto; avidi, immorali, sfruttatori, opportunisti.
Eppoi famiglie in lotta per un piatto di minestra, professionisti infangati nella reputazione, figli vittime della follia dei padri.
La Serao calca la mano sulle conseguenze del gioco, perché esso appaia come piaga sociale da combattere con ogni mezzo.

La penna dell'autrice, percorre i vicoli e le strade della città, capta i rumori, trasmette gli odori, ritrae tutti i colori, trascinando il pubblico in una girandola di sensazioni forti e pervasive.
Tuttavia“Il paese di cuccagna” non è solamente una denuncia del gioco del lotto, non è solamente storia di rovina materiale e morale, non è solo lacrime e misfatti, è anche bellezza virtuosa di una voce che dedica pagine dense alla descrizione di eventi simbolo per la città come il miracolo di San Gennaro ed il Carnevale.
Descrizioni minuziose, al limite di un gusto barocco, per raccontare con realismo uno spaccato sociale complesso, solidificatosi con anni di storia, pronto ad assumere il valore di documento.
Pagine ricche e pregne di informazioni che fotografano in maniera sublime la tradizione e la cultura partenopea di ieri; immagini che grazie al talento letterario della Serao si sono cristallizzate per sempre, rimanendo indelebili.

“Il paese di cuccagna” è una lettura imperdibile, forse dimenticata, eppure dotata di una carica narrativa prorompente, sia per il messaggio dell'autrice qui racchiuso sia per lo stile di scrittura, a tutto tondo, abbondante ma non superfluo, incisivo nel delineare i tratti psicologici umani.
Un pezzo di storia della nostra letteratura da riportare alla luce.

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Serao "Il ventre di Napoli"
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