Fosca
Letteratura italiana
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FOSCA,UNA DONNA FUORI DALL'ORDINARIO...
Ho letto questo libro scritto da un Autore dell' 800' e come potete immaginare lo stile è tipicamente ricercato ed elegante. Il romanzo narra di una ragazza,appunto Fosca,che vive tutta sola nella sua villa, a parte l'unico superstite della casa, lo zio.
Quello che più attrae in questo libro è proprio Fosca, un personaggio decisamente insolito e fuori dall'ordinario,sia fisicamente che mentalmente. Sgraziata ed epilettica nasconde dentro di sé un triste passato.Divoratrice di libri è un personaggio femminile poliedrico, con una capacità di amare che supera la stessa umana comprensione.
Una storia che con il passare delle pagine diventa sempre più interessante ed incalzante, in certi versi anche soffocante e tragica per via della presenza onnipresente di Fosca che tallona il povero Giorgio,ormai immischiato nelle sue "fosche" spire.
C'è un qualcosa di allucinato in questa storia, un qualcosa di irrealistico ma nello stesso momento reale. Per nulla sdolcinato, anzi umoristico e le battute di Giorgio strappano sempre un sorriso.
Fosca è capace anche di uscire fuori dal libro tale è la sua invadenza ed insolenza soprattutto verso il protagonista principale del romanzo, tutti i tentativi di sfuggire alle sue grinfie sono completamente vani.
Circa verso la fine del libro troverete una brutta sorpresa, l'Autore, cioè Ugo Tarchetti ,si ammala di febbre tifoide e muore a soli 30 anni o giù di lì',lasciando incompiuta l'opera; quest'ultima verrà ripresa dall'amico Salvatore Farina.
Ecco, questa è la parte del libro che mi è piaciuta decisamente meno e si nota chiaramente(almeno per me) le differenze di stile e di pensiero anche se sicuramente Salvatore Farina avrà fatto di tutto per immergersi nel racconto. Questo ha contribuito a rendere la fine della storia decisamente poco interessante ma resta comunque un bel romanzo da leggere.
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L'amore cieco
Iginio Ugo Tarchetti è uno dei massimi esponenti della Scapigliatura.
Questo movimento, nato verso la fine dell'ottocento in Italia settentrionale, si rifaceva ai bohémien francesi per tematiche e senso di ribellione. L'opera in questione uscì a puntate e non fu completata dall'autore perché scomparve prematuramente; l'ultimo capitolo fu terminato da un altro scapigliato, nonché amico dello scrittore, Salvatore Farina.
La storia narra di un ufficiale, tale Giorgio, diviso dall'amore per due donne; la prima che si incontra nella narrazione é Clara, una donna bella e luminosa con la quale Giorgio intraprende una relazione fortemente sentita e passionale; l'altra, Fosca, cugina di un colonnello dal quale Giorgio viene ospitato, é una donna di estrema bruttezza, isterica, malaticcia ma profondamente sensibile e dalla personalità ammaliante. La storia si sviluppa in forma di diario intimo che il protagonista redige in prima persona rivolto ad eventuali lettori. L'introduzione alla storia é particolarmente pesante, lenta e prolissa di spiegazioni inutili e sicuramente evitabili ma, essendo tipiche della scrittura ottocentesca, si può chiudere un occhio.
Il personaggio di Fosca, è introdotto da una sorta di "suspense" e, dalla rivelazione fino alla fine della storia, il racconto cambia divenendo una vera e propria discesa verso un nebbioso limbo dove il protagonista appare sospeso fino a restare imprigionato nella morbosità dell'incubo.
La donna con la sua aura nera trascinerà Giorgio con sé tra passione e tormento, tra realtà e delirio fino a sfiorare l'orrore. Una lettura non troppo piacevole, a volte claustrofobica, scritta in uno stile eloquente ma che sfiora il pedante; trama originale e audace ma non paragonabile alla letteratura bohèmien del medesimo periodo.
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