Quinto comandamento
Letteratura italiana
Editore
Recensione della Redazione QLibri
Il quinto comandamento di Padre Giraldi
Imola, 11 febbraio 2004, un misterioso uomo di nome Jean Lautrec fa ingresso presso l’Ospedale San Gaetano alla ricerca di Padre Marco Giraldi. Dal breve incontro con i sanitari, essendo il parroco in coma farmacologico indotto, emerge che strani comportamenti violenti hanno avuto luogo in lui nei giorni in cui era cosciente tanto da renderne necessaria la sedazione. Altro enigma che si apprende nelle pagine a venire è quello dettato da un campione raccolto dal ministro di fede e stranamente scomparso nonché quello dettato dall’assenza nel suo sangue di una sostanza fondamentale per la terapia che da tempo sta seguendo. Ma chi è Jean Lautrec e che ruolo ha con padre Giraldi? E lo stesso padre Giraldi, chi è? Cosa fa e perché?
Facciamo un passo indietro. È il 1945 e Marco è un giovane seminarista adolescente in abito talare che ha da poco sentito di essere stato chiamato ai voti da Dio. Seguono anni di studio e la prima missione in Congo. La realtà in cui verrà a ritrovarsi sarà ben diversa da quella a cui era stato già preparato soprattutto per i conflitti interni al paese nonché a causa del regime coloniale, i colpi di stato, rivolte civili e gli squilibri politici a cui viene sottoposto. Tanti i tasselli che verranno a ricostruirsi, sino al raggiungimento di altre missioni, tra cui una fondamentale in Amazzonia.
Attraverso un linguaggio fluido e meticoloso, Valerio Massimo Manfredi dà vita ad un romanzo che trae ispirazione da un personaggio realmente esistente, un padre spirituale che ha vissuto la realtà del Congo durante la guerra Civile intercorsa tra il 1960 e il 1966 sino ad arrivare negli anni successivi alla sua missione in Amazzonia tra mercenari, il “quinto comandamento”, problemi ambientali, scontri politici, povertà. Di conseguenza, questa storia che ci viene raccontata non è solo una storia, ma anche e non di meno vita vera.
Infatti, a prescindere dalle vicende di questo padre bianco che sono caratterizzate dal susseguirsi di continui colpi di scena e da un ritmo calzante e ben cadenzato, Manfredi, con detta opera invita il lettore a riflettere su uno spaccato politico e su una realtà caratterizzata da conflitti interni, invasori, spossessamenti, sfruttamenti, violenze di ogni genere, e dittature. Riesce cioè a creare una vera e propria panoramica di quei paesi del “terzo mondo” che ancora oggi faticano per vedersi riconosciuti un minimo di diritti e/o garanzie, o più semplicemente di quegli uomini e donne che auspicherebbero alla certezza di un pasto e/o alla possibilità di attraversare una strada senza finire con l’essere crivellati di colpi di mitra.
Un romanzo d’avventura in tutto e per tutto, dove il protagonista non è altro che un funzionario di Dio, dove in discussione è messa la stessa Chiesa e dove si ripercorrono gli ultimi 70 anni di storia.