La coda del diavolo
Letteratura italiana
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Sante Maros nessuna dignità nessuna regola
Maurizio Maggi ne La coda del diavolo scrive una storia, ambientata in:
“Una terra che nasconde segreti inconfessabili. Un protagonista a caccia di verità e giustizia. Un nuovo eroe, implacabile e ribelle.”.
La terra di cui parliamo è la terra di Sardegna, aspra, brulla, sterile e precisamente siamo in un carcere e in una colonia penale agricola: un luogo che colpisce nella sua drammaticità e nella sua intima solitudine:
“Verso il nord , oltre le sughere si intravedevano le chiome dei lecci, che crescono alle quote più alte. Verso est, costruzioni abortite in blocchetti di cemento e flosce recinzioni in rete plastica da cantiere segnalavano la vicinanza della zona urbana. Ogni volta che uscivo dalla mia tana, dove l’incuria dello stato aveva creato una sorta di area protetta e senza tempo, avvertivo l’ostilità del mondo. M’ero sentito al sicuro rintanato lì, negli ultimi cinque anni, ma quello che m’ero illuso di chiudere fuori dalla porta ora tornava a bussare.”
In questi luoghi arriva il mostro, colui che davanti a una pattuglia di carabinieri non esita ad uccidere a sangue freddo la sua vittima, che ha commesso il grave peccato di aver tentato di fuggire da un luogo di prigionia e di violenza. Lui, il mostro, la solleva per un orecchio come se fosse un coniglio e le spara alle tempie con una pistola ammazza buoi. La stessa vittima era in precedenza stata marchiata a fuoco con uno strano simbolo: la coda del diavolo. Il carnefice una volta catturato e portato in prigione fa la conoscenza di Sante, un poliziotto con un grande segreto e una colpa da espiare. Un ex legionario, un uomo solo in preda all’angoscia più profonda, è:
“un poliziotto, un uomo della legge. Prende sul serio il suo ruolo, si allena ogni giorno, mantiene una condizione fisica invidiabile. Sembra un soldato. Dicono che sia stato nella Legione Straniera.
(…) Ed è un solitario, le piace la natura. Nessuno vivrebbe in una ex colonia penale agricola, altrimenti.”
Un uomo che scrive diari, diari con dipinti di fiori e di piante, e diari con statistiche. Al limite della follia e del disturbo mentale. Un uomo che ha chiuso con il mondo. Un uomo siffatto diventa preda facile di un gioco allucinante più grande di lui, dove non vi sono regole né rispetto per gli esseri umani. Non vi è dignità alcuna e la vita umana non ha alcun prezzo. Non vale nulla.
Il libro narra un’avventura ai confini. Ai confini brutali, abietti cui l’essere umano può giungere. Un uomo solo contro tutti, contro un colosso inespugnabile. La prosa è veloce, scorre e non si ferma mai. La vita in carcere, le sue regole inflessibili e ferree, i suoi meccanismi sono descritti con perizia e cognizione di causa. L’ambientazione è resa perfetta all’interno di una narrazione che non concede spazio ai sentimentalismi. Crea nel lettore un crescendo di tensione che si scioglie soltanto in un finale imprevedibile ed avvincente. Una lettura adrenalinica!