Il faraone delle sabbie
Letteratura italiana
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Quale faraone?
Potrebbe contenere spoiler!!
Piccola premessa: se, come me, vi aspettate di leggere una storia sul Faraone delle sabbie, sull'Arca dell'alleanza e sulla tomba nel deserto, vi sbagliate di grosso.
E' un po' come prendere un libro di cucina sui dolci, trovare qualche lieve accenno alla crema pasticcera nelle prime tre pagine e verso la metà del libro, e per il resto leggere ricette di antipasti.
Del faraone o presunto tale e dell'importantissimo oggetto sottratto dalla furia di Nabucodonosor si fa appunto accenno nel primo capitolo, ambientato durante l'assedio del re a Gerusalemme, e verso la metà, quando aprono il sarcofago e scoprono chi è.
Una scoperta che, dicono, sconvolgerebbe la gran parte della popolazione mondiale.
Io non ne sono rimasta molto sconvolta, ma non vi dirò comunque chi è il faraone.
William Blake, il protagonista, si trasforma da sfigato professore di Chicago appena licenziato e fresco di divorzio dalla moglie, ad un misto tra Langdon (codice da vinci) e Indiana Jones, riuscendo persino a guidare la macchina e farsi il caffè coi polsi fratturati.
Ah e ovviamente conosce l'arabo, l'egiziano antico, sa scrivere in geroglifico e decifrare codici utilizzando un computer che stava nascosto in un assorbente femminile!!
La sua compagna, Sarah, oltre a innamorarsi di lui in tipo....cinque giorni, è ovviamente una Lara Croft provetta, guida qualsiasi mezzo esistente sul pianeta.
Nel mezzo ci sono terroristi armati di bombe nucleari che tengono sotto assedio gli Stati Uniti (ed essendo stato scritto nel 1998, fa un po' pensare) e la guerra tra Israele ed Egitto.
Ma del faraone c'è ben poco.
Mi ha deluso sia per la trama che per il modo in cui è stato scritto, molte volte mancano delle virgole fondamentali nelle frasi, ed alcune volte le frasi stesse sembrano troncate a metà.
Verso la fine poi diventa davvero piuttosto assurdo e caotico, per poi risolversi nel giro di dieci pagine, come al solito.
Non mi sento di consigliarlo, credo e spero che Manfredi abbia scritto di meglio.