Narrativa italiana Avventura I pirati della Malesia
 

I pirati della Malesia I pirati della Malesia

I pirati della Malesia

Letteratura italiana

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«Alta era la sua fronte, scintillante lo sguardo, sottili le labbra, atteggiate ad un sorriso indefinibile, magnifica la barba che dava ai suoi lineamenti un certo che di fiero che incuteva ad un tempo rispetto e paura.» È Sandokan, la Tigre della Malesia, l'eroe salgariano per eccellenza, che ritorna — più invincibile e invulnerabile che mai — in questo romanzo nel ruolo di vendicatore degli oppressi. Con il fido Yanez, la Tigre della Malesia decide di muoversi per liberare il prode Tremal-Naik, bengalese che ama Ada ed è prigioniero di Lord James Brooke, il despota inglese nemico mortale dei pirati malesi. La lotta fra Sandokan e il «rajah bianco» di Sarawak costituisce il leitmotiv di un avvincente romanzo in cui Salgari raggiunge il massimo equilibrio fra l'avventura, l'amore e la guerra.



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I pirati della Malesia 2018-03-04 09:31:30 catcarlo
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catcarlo Opinione inserita da catcarlo    04 Marzo, 2018
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Sandokan e Tremal-Naik

Il ciclo di Sandokan inizia a prendere forma fra queste pagine in cui Salgari decide di riunire le trame de ‘Le tigri di Mompracem’ e de ‘I misteri della jungla nera’ in un’avventura piena di mirabolanti vicende che non può non trascinare grandi e piccini. La scomparsa di Marianna toglie dai piedi un personaggio scomodo e consente di mostrare la Tigre ferita dentro: circostanza che lo rende particolarmente sensibile alle pene di Tremal-Naik, prigioniero a Sarawak in attesa di essere deportato in Australia e perciò a rischio di venir separato per sempre dall’amata Ada. La sua lacrimevole storia viene raccontata da Kammamuri, finito per i capricci del mare a Mompracem assieme alla donna che, per l’accumulo di emozioni, è uscita di senno: visto che il carceriere dell’indiano è Lord Brooke, nemico e sterminatore di pirati nell’intero il Borneo, subito si stabilisce di unire l’utile al dilettevole partendo per la missione di salvataggio. Yanez si esibisce in uno dei suoi numeri preferiti, ovvero l’infiltrato nei panni di un nobiluomo scozzese, e può fornire a Tremal-Naik la misteriosa sostanza che ne simula la morte, passaggio necessario per favorirne la fuga. Ben presto le cose per il portoghese si mettono male e i tigrotti, nonostante l’intervento salvifico di Lord Guillonk (che considera oramai Sandokan un nipote), finiscono in una situazione complicata: l’assedio su un’isola li conduce alla resa che però è solo il preludio alla sconfitta di Brooke, contro il quale i nostri spingono alla rivolta il rajah che aveva spodestato. Ovviamente gli innamorati si ritrovano progettando la futura felicità, mentre il protagonista fa il generoso con Brooke lasciandosi nel frattempo attrarre da una gitarella in India per eliminare i thug. La narrazione procede brillante alternando con cura i personaggi e le situazioni di una trama abbastanza complessa nonché corredata di un buon numero di colpi di scena: lo spazio lasciato a Yanez offre la consueta opportunità di alleggerire il clima laddove la Tigre comincia a delinearsi come una figura a tutto tondo - uomo coraggioso, ma pure riflessivo - che si è liberata dell’insopportabile egocentrismo che la caratterizza nel primo romanzo. Immancabili sono le scene madri e le minuziose descrizioni, ma si rivelano meno ingombranti del consueto in un libro d’azione che, malgrado l’italiano dell’altroieri, si fa apprezzare spesso e volentieri per la sua modernità.

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