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Il sentiero dei nidi di ragno
 
Il sentiero dei nidi di ragno 2014-05-16 18:23:05 Bruno Elpis
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Bruno Elpis Opinione inserita da Bruno Elpis    16 Mag, 2014
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Occhi bambini

Ho riletto l’opera prima di Italo Calvino nell’edizione illustrata da Gianni De Conno e ho assaporato l’interpretazione dello scrittore che - immedesimandosi in Pin, dieci anni di bimbo orfano che vive tra carrugi e osteria - guarda alla realtà con la sensibilità deformata, fantastica ed elementare dell’infanzia.
“Pin ha una voce rauca da bambino vecchio”, è “garzone ciabattino” “nella bottega di Pietromagno”, “spia con schifo la sorella sul letto insieme a uomini nudi, e il vederla è come una carezza ruvida, sotto la pelle, un gusto aspro, come tutte le cose degli uomini; fumo vino, donne”.

OCCHI BAMBINI GUARDANO UN POSTO SEGRETO

“Il posto dove fanno il nido i ragni”.
Chi di noi, da piccolo, non ha avuto un luogo – reale o trasfigurato dalla fantasia – ove sognare, sentirsi unico e al centro dell’universo? Che fosse una cavità di tronco, un ramo d’albero, un fienile, un angolo della casa o del giardino…
Il luogo ove i ragni fanno i nidi è esclusivo: “Solo Pin lo sa ed è l’unico in tutta la vallata, forse in tutta la regione: mai nessun ragazzo ha saputo di ragni che facciano il nido, tranne Pin”. Lì Pin è bimbo a tutto tondo, perfino nella crudeltà: “Pin si diverte a disfare le porte delle tane e a infilzare i ragni sugli stecchi…” E contro ogni scetticismo: “Ma va’ là. Quando mai i ragni hanno fatto il nido. Mica son rondini.”

OCCHI BAMBINI VEDONO SOLTANTO GIOCATTOLI

Pin è cresciuto a contatto della strada, della prostituzione e della guerra (“Pin non sa che raccontare storie d’uomini e donne nei letti e di uomini ammazzati o messi in prigione, storie insegnategli dai grandi”). “Si sente solo e sperduto in quella storia di sangue e corpi nudi che è la vita degli uomini”. Ma conserva la capacità fanciullesca di trasformare in gioco anche strumenti (“una pistola, un oggetto così misterioso, quasi irreale”), situazioni (“l’incendio è stato meraviglioso”) e simboli di morte (“Soltanto la brigata nera ha le teste da morto”).
“E anche le pistole, a parlarne così studiandone il meccanismo, non sono più arnesi per uccidere, ma giocattoli strani e incantati”.

OCCHI BAMBINI GUARDANO GLI ADULTI

Come non pensare al Petit Prince? “I grandi sono una razza ambigua e traditrice, non hanno quella serietà terribile nei giochi propria dei ragazzi”.
Pin scimmiotta gli adulti (“Pin vuol fare l’aria di superiorità ma non gli riesce bene”), ne conosce le abitudini (“con gli altri ragazzi di quell’età, Pin può almeno far valere la sua superiorità parlando di come son fatte le donne”), che rimangono incomprensibili.
“E’ triste essere come lui, un bambino nel mondo dei grandi, sempre un bambino, trattato dai grandi come qualcosa di divertente e di noioso; e… non potere far mai parte dei loro giochi”.

OCCHI BAMBINI INTERPRETANO LE ESPRESSIONI

Anche le parole dei grandi acquistano nuovi significati (“Comitato era l’unica persona buona”) o mantengono un alone di mistero (“Un’altra persona misteriosa: sim! gap!” “Sten: ecco un’altra parola misteriosa”) nella testa vivace del bambino…

OCCHI BAMBINI GUARDANO LA GUERRA

“Con quello struggimento di rabbia nel viso lentigginoso, anche quando ride…”, Pin conosce la prigionia (“- A me m’hanno battuto – dice Pin e mostra i segni”), l’evasione con Lupo Rosso, la fuga e diviene “recluta della rivoluzione” nel “distaccamento del Dritto: ladruncoli, carabinieri, militi, borsaneristi, girovaghi…. Eppure tu sai che c’è coraggio, che c’è furore anche in loro”. Nel rifugio partigiano (“Ma qui gli uomini hanno occhi torbidi e facce ispide”) tra esecuzioni e agguati, sente i discorsi dei grandi (“Tua sorella è nella esse-esse, e ha i vestiti di seta, e gira in macchina con gli ufficiali!”), ma continua a ricercare un amico… Lo troverà mai?

Bruno Elpis

“Tutti abbiamo una ferita segreta per riscattare la quale combattiamo”

“L’uomo porta dentro di sé le sue paure bambine per tutta la vita”

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Bellissima recensione. Pur amando moltissimo Calvino, quando iniziai questo libro molti anni fa non riuscii ad arrivare fino in fondo. Ma questa efficace raccolta di immagini in bianco e nero mi sembra ne catturi l'anima in modo splendido e credo proprio che lo rileggerò con uno sguardo diverso. Complimenti!
analisi profonda e dettagliata sotto ogni aspetto, caro Bruno!
l'ho riletto anche io lo scorso anno e affrontandolo con più maturità sulle spalle ne ho colto tutte le sfaccettature....
penso sia un errore farlo leggere in preadolescenza...
Bella e originale recensione, Bruno.
Del libro conservo un buon ricordo. Vedo che non ha perso smalto.
Certo che ci si sempre stupire con la tua fervida immaginazione, che ti porta a proporre recensioni strutturate con una creatività unica. Bravissimo "giocherellone" Bruno
:D Pia
C'è poesia in questa recensione....bellissima Bruno..,,Calvino è decisamente sulle tue corde :)
Bellissima recensione Bruno, riesci a trasmettere ottimamente tutte le varie emozioni e stati d'animo che attraversano il piccolo protagonista!
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