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Invito alla lettura di Bruno Elpis
“Strane cose, domani” si lascia apprezzare per molti particolari, al di là della storia già di per sé originale: uno psicologo, che ha commesso un inconfessato duplice omicidio, trova un diario abbandonato su una panchina. E’ una specie di messaggio nella bottiglia e appartiene a una giovane, che invoca aiuto. Da questo momento gli eventi si susseguono a cascata, verso un finale drammatico e sorprendente.
E veniamo agli ulteriori motivi di apprezzamento.
Durante la lettura di questo romanzo, ad esempio, sembra di sentire in sottofondo Miles Davis, “il divino” tanto amato dal protagonista.
E si scorge, quasi fosse un bassorilievo, una Milano dipinta con pennellate che colgono l’essenza o i particolari rionali della città: Chinatown, la Bovisa, il parco Sempione caratterizzato rispetto ai “giardini”, le zone presidiate dagli ausiliari della sosta (“creature tozze e lente!”) … la “malmostosa Milano, spazzata dal vento” o la “Milano, orrenda Milano, come ti amo da quassù!”
Nel romanzo, inoltre, abbondano le caratterizzazioni, a volte sardoniche, a volte malinconiche, spesso divertenti: come la descrizione dell’effetto parabrezza, del posteggiare a Milano, dei frequentatori dell’Esselunga o della Standa, della borghese Cristiana che tutto ha e tutto compra …
La narrazione si svolge con simmetria geometrica, scandita dalle mosse di una bizzarra partita a scacchi. Non soltanto perchè lo psicologo, omicida per fuggire a un abuso e a una prepotenza, si propone di soccorrere la giovane insidiata. Anche i complessi rapporti con familiari, amici e pazienti troveranno una loro composizione geometrica e le mongolfiere dell’incipit realizzeranno nell’epilogo un’oscura profezia di fuoco e aria: in una perfetta e tragica simmetria.
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