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Poesie zoomorfe
Pubblicato nel 1911, il “Bestiario” di Guillaume Apollinaire rappresenta una riedizione dei bestiari medioevali che viene colta dall’inquieto autore come occasione per esprimere in pochi versi alcune intuizioni intellettuali e poetiche, o spunti di vita vissuta.
I singoli componimenti sono anche momento di sperimentazione di una musicalità che si coglie appieno nel testo originale in francese (riportato nell’edizione di Guanda).
L’aspetto più interessante? Dal mio punto di vista, valutare quale sia stato l’abbinamento animale-situazione: il cavallo e la poesia, il gatto e l’ambiente domestico, il delfino e il gioco, il pavone e l’apparenza. Ecco la mia breve selezione.
Il cavallo
Col duro sogno della forma ti cavalcherò,
sul carro d’oro del destino ti sarò cocchiere
e redini allo spasimo ti siano
i miei versi, modello d’ogni poesia.
Il gatto
Nella mia casa voglio che ci sia
Una donna senza follia,
un gatto a spasso per la libreria
e amici ogni tempo che fa,
senza i quali la vita non mi va.
Il delfino
Giocando, delfini, nel mare
non fate le onde meno amare.
Se scoppia di gioia il mio cuore
la vita non perde rigore.
Il pavone
Tocca terra con le piume
e sembra, se fa la ruota, più bello
ma in verità mostra implume
il sedere questo uccello.
Bruno Elpis
P.S.: naturalmente, riportando questo testo nella sezione recensioni di www.brunoeplis.it , ho abbinato foto Nat-Geo ai componimenti di Apollinaire.
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Commenti
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@ Laura: sul piano estetico non avrei selezionato questo componimento, ma il suo contenuto mi ha colpito. Poi l'idea dei colori del pavone mi ha catturato. Il tuo sorriso mi ha definitivamente convinto... :-)
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