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Alakim: Luce nelle tenebre del mondo ...
Alakim è un romanzo molto particolare. Partiamo dalla scelta del nome di questo personaggio che sembra già essere carico di tutta l’essenza immane ed intensa che si racchiude in un unico essere che diventa testimone di tutte le nefandezze di un mondo e di tanti altri ancora.
A me è piaciuto molto questo nome, sarà per la A che è anche la mia iniziale, oppure perché in esso ho immediatamente colto l'immensità di un personaggio così grande da rendere il suo essere incontrastato.
Quasi fosse impossibile resistergli.
Oppure perché per certi versi è simile al mio romanzo e soprattutto al seguito che sto scrivendo. Quasi una piacevole e strana coincidenza.
Ma chi è davvero Alakim?
Da dove nasce tanta rabbia, potenza e desiderio esasperato?
E’ mai possibile che un angelo, un Serafino, colui che ha sconfitto Lucifero, una volta caduto dall’Eden, e precipitato sulla terra per sua libera scelta, diventi così malvagio, perverso ed inarrestabile?
La risposta è sì quando la tua vita te la stai giocando con il Signore del Male.
Lucius come lo chiama fraternamente Alakim. Colui che gli era fratello quando nel Paradiso regnava la pace. Ebbene sappiate che non è stato l’arcangelo Michele a cacciare Lucifero ma Alakimael, un Serafino di egual potenza e luce che in nome del Padre, ha combattuto contro un suo simile, riportando una vittoria tanto meritata quanto eclatante.
Ma Alakim è sempre stato molto di più.
L’insofferenza nel vedere che gli angeli non possono godere di libero arbitrio mentre gli umani sì, lo ha spinto a voler scendere sulla terra e distruggere quel mondo che l’umanità non merita. I suoi piani però lo portano verso una strada completamente diversa sulla quale compare nuovamente il passato e il viso giovane e dissoluto di suo fratello Lucius.
Con lui stringerà un patto che se perderà lo costringerà a cedere la propria anima al Demonio, la cui brama sembra non avere fine.
Alakim è tante cose insieme. La sua natura è angelica, demoniaca, persino umana.
Da quando stringe quel patto, su di lui prevalgono le tenebre. La sua luce di Serafino viene offuscata e le sue azioni sono esclusivamente dettate da una fame insaziabile. Una fame fatta di malvagità, di odio, di rabbia, di sangue. Gli occhi dell’immortale hanno i colori dell’argento e si nutrono di tutto il male del mondo. Solo così egli riesce a sopravvivere facendo del male e subendolo in un misto di dolore e piacere che proprio per la natura perversa di quell’essenza non riesce mai a soccombere.
Sceso sulla terra si appropria del corpo di un uomo morto, un sicario e la sua forma umana diventa sinonimo di potenza, sensualità, forza, oscurità.
Alakim è un angelo e un demone, un uomo e un immortale che combatte continuamente contro la sua stessa natura.
E’ incredibile come l’autrice riesca a trasmettere perfettamente il dissidio interiore del protagonista. La sua fame, le sue voglie, la sua malvagità, la sua lussuria sono talmente vive tanto da sentirle addosso. Alakim ci sussurra continuamente all’orecchio quello che prova ed è devastante scoprire quanto sia forte la volontà di fare del male, tanto quanto è ancora acceso quel barlume di coscienza che gli permette di non superare il punto di non ritorno.
E poi c’è lei, Nicole, giovane donna che lotta per i propri ideali e che dalla vita è già rimasta ferita a tal punto da non avere nessuna fede.
Ebbene proprio lei incontrerà Alakim e scoprirà di essere colei che lui cerca. L’Invocantes, una persona in grado di richiamare gli angeli, l’unico modo per rispettare il patto con Lucius.
Nicole si troverà coinvolta in una storia incredibile, alla quale, inizialmente farà fatica a credere.
Conoscerà Alakim, scoprendo la sua natura di angelo e demone, i suoi amici, Samshat e Muriel, Nephilim anch’essi di straordinaria potenza e affronterà insidie e pericoli, sempre in balia di eventi che sembrano al di fuori della propria comprensione umana.
Ma la lotta più forte e più sentita sarà quella con il suo corpo e con il suo stesso cuore.
Alakim le strappa ogni briciolo di ragione, la conquista senza chiederle permesso, le entra dentro, appropriandosi di ciò che lui dice essere suo.
“Ti terrei qua per sempre, senza che tu possa mai vedere altro, senza che tu possa mai sentire altro al di fuori di questo. Qua ad aspettarmi ogni giorno e ogni notte, perché venga a riempire il tuo vuoto.”
Non lo fa solo perché Nicole è l’Invocantes e quindi l’unica in grado di aiutarlo, lo fa perché prova un’attrazione indefinibile per lei che lo porta a desiderare di farla sua in ogni modo possibile.
Nicole si rende lentamente conto che lo ama, e che desidera stare con lui contro tutto e tutti, persino contro la sua stessa natura che lo spinge inevitabilmente verso la malvagità e la crudeltà.
“Ma lei non serrò le palpebre e guardò dritto nella parte più tenebrosa di Alakim, poiché lui era anche questo: terrificante e affascinante come solo il male poteva essere.”
C’è molto di religioso all’interno del romanzo ed è inevitabile la riflessione che l’autrice fa nascere ponendo determinate questioni ma senza dubbio il suo stile rimane impresso non per le domande ma per le certezze che riesce a narrare.
La certezza delle sue parole, scelte perfettamente e con cura, capaci di descrivere in modo vivo e animato le sofferenze tanto quanto i piaceri.
Tutti i personaggi sono terribilmente reali, scoppiano di vitalità, non sono racchiusi nella pagina, essi vanno oltre, entrano nella testa e sono capaci di farti vedere ciò che essi stessi stanno vivendo.
Non sono personaggi fumettistici nonostante la loro natura immaginaria, sono esseri fatti di corpo e mente, a cui non manca una profonda carica di nostalgia e malinconia.
E’ così Muriel, con il suo viso triste e perfetto, talmente bello da apparire come il piacere stesso.
E’ così Samshat, guerriero e immortale, unico a cui Alakim dia davvero ascolto.
E così lo stesso Alakimael figlio del paradiso e adottato dall’inferno, anima dannata e maledetta che cerca soltanto pace nella possibilità di essere se stesso.
In questo romanzo si gioca la libertà di ciascuno dei personaggi e gli Dei sembrano ridere e prendersela comoda mentre le sue creature, sia esse mortali che immortali muoiono in nome della libertà.
Ma quanto vale la nostra libertà?
Alakim se lo chiede e per lui vale la sua stessa esistenza. Vale l’amore, la passione, la morte, e la vendetta. Non vuole rinunciarci e non ci rinuncerà mai.
Una storia che spezza il fiato, che non lascia respiro e che coinvolge oltre ogni possibilità di riflessione e comprensione.
Il clima è avvincente, non c’è un attimo di pausa, le vicende si susseguono senza lasciare spazio alla noia. La trama è costruita perfettamente e nonostante ci siano avvenimenti e personaggi, ciò che emerge e s’impone su tutto sono i pensieri e le anime di questa gente, di questo mondo in bilico tra l’umano e l’inafferabile.
I pensieri contorti, i desideri inappagabili, la fame immonda di un essere che desidera più di ogni altra cosa vivere.
Amare, lottare, odiare, per se stesso e per ciò che gli appartiene.
Alakim è più profondamente umano di qualsiasi altro personaggio fantasy inventato.
E’ così vicino al dolore, alla rabbia senza via d’uscita perché lui, nonostante la sua forza, non può combattere contro la sua stessa natura.
Molto brava Anna Chillon a rendere tutto questo vicino e comprensibile a tal punto che Alakim è uno sfacciatamente cattivo ma non puoi odiarlo.
La sua cattiveria, la sua malvagità sono figlie della sofferenza e dell’umanità. Sono figlie delle stesse domande che ogni santo giorno ci poniamo anche noi.
Dio dov’è? Perché mi ha fatto questo?
Egli è un reietto, uno che è stato abbandonato e adesso è perseguitato. I suoi sentimenti non sono quelli di un angelo potente e luminoso, sono quelli di un essere ferito, che ha combattuto in nome di ciò che credeva giusto e adesso è terribilmente solo.
La solitudine, la consapevolezza, l’estraneità sono elementi che permeano l’intero romanzo rendendo la lettura dello stesso profonda e incisiva.
Non si può restare indifferenti di fronte a tanta potenza, ardore, mistificazione.
Alakim è uno sconfitto che si trascina dietro gli echi di una vittoria. La più grande delle vittorie, i cui segni lo marcano dentro. Resterà per sempre un immortale che ha goduto del Paradiso ma adesso è sulla terra ed è questa la sua casa. L’umanità fatta di splendore e terrore colora e vivifica le sue notti solitarie di cui solo la luna è inconsapevole testimone.
Il suo orgoglio è grande tanto quanto la volontà di non piegarsi a nessuna lusinga, consapevole che la solitudine è l’unica scelta.
Sembra quasi che questo romanzo spiani la strada ad un prossimo in cui davvero conosceremo l’anima del suo eroe.
Un eroe nero, fatto di sangue e ferite, di desideri e paure che ci lascia dandoci le spalle, senza prometterci se ritornerà, avvolto dalle fredde ombre.
Ma nelle tenebre si nasconde inevitabilmente la luce.
Alakim ha dimenticato la sua vita da Serafino, Nicole può essere l’unica in grado di salvarlo, di riportarlo indietro dall’inferno in cui è precipitato.
Ma a che prezzo?
Anna Chillon è l’unica in grado di svelarcelo.
E’ l’unica ad avere le sorti di Alakim in mano.
Sono certa che non lo lascerà da solo, che continuerà ad ascoltarlo.
Ad ascoltare la sua fame e a cercare la sua luce.
Perché la luce è lì, da qualche parte.
Anna, trovala.
Per lui, per te, per noi.
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