La tredicesima storia
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UNA STORIA CUPA E GOTICA
La lettura di questo libro è stata parecchio impegnativa, la prima parte l'ho trovata molto scorrevole mentre poi la narrazione è diventata un po' confusa e a mio avviso un po' contorta.
La protagonista del romanzo si chiama Margaret Lea, è una ragazza introversa, quando legge dimentica tutto quello che la circonda, perfino di mangiare. I libri le hanno sempre tenuto compagnia e lavora in una libreria antiquaria con il padre.
"Il mio compito non è vendere libri- a quello provvede mio padre-ma custodirli."
Un giorno riceve una lettera da una delle scrittrici inglesi più famose, Vida Winter, che le chiede di diventare la sua biografa.
Margaret conosce la sua fama, ma non ha mai letto un suo romanzo.
Decide di partire per lo Yorkshire, ma non accetta subito l'incarico perché preferisce conoscerla di persona e capire se le dirà la verità.
"La lettura non mi aveva mai tradito. Era sempre stata la mia unica certezza.
Vida Winter inizierà un lungo racconto ripercorrendo la sua vita fin dalla sua nascita.
In questo romanzo ci sono stati degli elementi che non mi hanno convinta, partendo dalla protagonista.
Margaret, dovrebbe essere un personaggio che colpisce qualsiasi lettore, è una lettrice onnivora, preferisce i romanzi alle persone, lavora in una libreria, ma purtroppo non mi ha lasciato nulla.
Credo che questo sia dovuto dal fatto che la storia non mi abbia coinvolto emotivamente, sebbene ci fossero delle ottime premesse.
A mio parere, l'autrice ha voluto creare un'ambientazione che ricordasse gli autori inglesi dell'Ottocento, la campagna inglese, i misteri famigliari, i fantasmi il tutto condito da una storia dai toni cupi e gotici.
Ma per me non è riuscita nel suo intento, perché la narrazione dura troppo, si dilunga troppo nelle descrizioni e nel raccontare dei dettagli futili.
I salti temperali spezzano la narrazione e il ritmo scende in particolare in alcuni punti che sono risultati un po' noiosi.
Forse l'autrice aveva in mente di creare una storia con una serie di colpi di scena e con una trama complicata da seguire, ma purtroppo a mio avviso la narrazione risulta confusionaria e bisogna leggere con molta attenzione per non perdere il filo del racconto.
In conclusione, lo stile e la scelta narrativa dell'autrice non mi ha convinta, ma sono sicura che ci sono altre persone che apprezzeranno sicuramente questa storia.
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Due gemelle solitarie
Apri un libro contemporaneo e sei subito avvolto da un’atmosfera ottocentesca, alla Jane Austen tanto per intenderci. Con uno stile raffinato, elegante, morbido, estremamente ricco di particolari e di descrizioni. Con un ritmo lento ed avvolgente. Il libro racconta la storia di una giovane donna che viene chiamata a scrivere la biografia di un’anziana scrittrice. E la storia di una si incastona nella storia dell’altra. E’ una vicenda di perdite, di gemellaggi, di solitudine, di ricerca della verità, ma anche di misteri e di vergogna. Prepotente emerge l’amore per la letteratura e l’empatia che prova chi legge talmente tanto da ritrovarsi con lo sguardo abbacinato fa senz’altro sentire molto vicine entrambe le protagoniste.
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Cenerentola senza scarpetta
Due donne, una storia, la tredicesima per giunta, che le fa incontrare e le mette una contro l'altra, una accanto all'altra. Una narrazione acerba, un'ambientazione dark, dai toni gotici riporta il resoconto di vite vissute ai margini, in sordina, in ritirata per dimenticare e nascondere. Poco importa la fama e la notorietà se strumentalizzate al fine di celare la verità. Vida incontra Margaret a due passi dalla morte e la sfrutta per raccontare la vita.
Ambientazioni note, facili, quasi scontate: la brughiera, l'antiquaria libreria polverosa richiamano alla mente titoli già famosi. Da Zafon a Brönte, dalla logora carta, poco importa la nazionalità, ai paesaggi brulli, il passo è breve, ma quando quell'ombra di vento si fa raffica gelida la storia decolla, il linguaggio fluidifica e l'amore, fraterno e filiale stavolta, torna protagonista indiscusso e pur facendo ancora rima con passione, ossessione e vendetta, attrae e incanta. Così le sempiterne emozioni, atomiche protagoniste di intrighi, misteri e colpi di scena, si rigenerano, sorprendendo con una nuova ricetta. L'insieme filoso resiste e genera un tessuto variegato, ricco e dal sapore fresco della novità. Personaggi come marionette ben orchestrate, alternate nelle scene con maestria tale da risollevare punti morti e capitoli ristagnanti. Apparizioni proverbiali convincono il lettore scettico e conducono alla fine lieta.
Lento ma innovativo, prolisso ma ben congegnato, un romanzo delle contraddizioni capace di mostrare una volta in più che tra l'idea e la sua realizzazione c'è un mare di difficoltà da superare.
Da leggere.
P.S. Due passi mi hanno colpito in particolare, li riporto.
Il primo, omaggio ai libri, come incarnazione dell'immortalità dell'uomo.
“Una volta morte, le persone scompaiono. La voce, le risate, il calore del loro respiro. La carne. E alla fine le ossa. Il ricordo perde ogni elemento vitale. É una cosa tremenda e naturale. Qualcuno però fa eccezione a questo annullamento. Perché continua a esistere nei libri che ha scritto. […], ciò che secondo le leggi di natura dovrebbe svanire viene, grazie al miracolo dell'inchiostro sulla carta, conservato. É una specie di magia.”
Il secondo, ironia semplice e diretta per quelle signorine che sognano il principe azzurro e un'esitenza da favola perdendosi nei libri,o attualizzando, nelle soap, nei social etc... dimenticandosi di vivere.
“Allungai la mano verso la ricetta. Con tratto vigoroso, aveva scritto: “Sir Arthur Conan Doyle, I taccuini di Shelock Holmes. Dieci pagine due volte al giorno fino a esaurimento.”
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Le racconterò la storia di due gemelle...
Questo libro mi è stato consigliato da un'amica, in un primo momento non mi aveva preso per niente, stavo infatti per mandarle un messaggio del tipo "ma che libri pallosi mi consigli?" quando poi sono entrate nel vivo della storia e ho cambiato opinione.
Sono d'accordo con chi dice che la scrittura sia un po' prolissa, forse proprio questo in un primo momento mi aveva scoraggiato, però tutto sommato ha una bellissima storia che ti coinvolge. Margaret Lea è una biografa che viene ingaggiata da una delle scrittrici più famose d'Inghilterra perché racconti la ssua VERA storia, la donna negli anni aveva sempre fornito racconti inventati. Veniamo così portati indietro nel tempo con una serie di flashback che pian piano ti permettono di capire un pezzettino alla volta come stanno le cose. Questa famiglia ha una storia degna di Beautiful eheh battute a parte, la storia è veramente intricata e probabilmente neanche con la più fervida immaginazione uno poteva immaginarsi simili intrecci, ad ogni modo è interessante la maniera in cui si viene a conoscenza via via delle cose, ed è proprio questo che ti tiene incollato fino alla fine.
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Sorelle e segreti.
Una canonica giornata di lavoro era giunta al termine quando la bibliografa/libraria Marguerite scopriva di aver ricevuto una lettera, dal contenuto alquanto vago, scrittale niente di meno che dalla celebre romanziera Vida Winter. Quest’ultima la invitava a recarsi presso la sua abitazione nello Yorkshire per redigere la sua biografia e dare voce una volta per tutte a quei segreti celati per la sua intera esistenza.
Premetto che questo romanzo mi era stato fortemente consigliato ma qualcosa mi spingeva a rimandarne la lettura sino a quando mi è stato prestato e dunque, dovendolo restituire, mi sono spronata a leggerlo per quanto possibile in tempi ragionevoli.
Il principale problema che ho riscontrato è identificabile nell’eccessiva prolissità. Le prime 156 pagine (se si considera che sono 412 in totale, tanto poche non sono) sono state un vero fardello da affrontare, non scorrevano e soprattutto la storia tardava a decollare perché l’autrice si ostinava a soffermarsi su dettagli che, con tutto il rispetto del mondo, potevano tranquillamente essere sintetizzati e/o tagliati (detto palesemente, per sfrangare questa prima parte ho avuto il tempo di iniziare e terminare un altro romanzo). Superate queste le vicende hanno cominciato a collegarsi dando spazio al fantomatico enigma svelato infine in una decina di pagine a termine dell’opera. L’epilogo, pur non accarezzando il lettore con parole capaci di farlo sospirare dal dispiacere per la conclusione del componimento narrativo, è accettabile.
Che dire, il lavoro è buono se si considera che è la prima opera pubblicata da quest’autrice ma non indimenticabile se si valuta oggettivamente e a prescindere da tale dato di fatto. E’ un romanzo che dal punto di vista dell’intreccio narrativo si riprende dalla metà ma che stilisticamente è pesante da digerire. Viceversa, nel suo secondo libro, “Le nere ali del tempo” la scrittura si presenta breve ed incisiva con paragrafi diretti al punto e chiari ma la trama è opinabile. In poche parole si è invertita la situazione. Se il primo romanzo era interessante dal punto di vista del mistero ma prolisso, il secondo si è dimostrato sterile dal punto di vista del contenuto ed apprezzabile da quello narrativo/stilistico (non a caso la prima parte scorre rapidissima, si perde quando inizia a parlare dell’opificio del lutto e via dicendo, ma questa è un’altra storia..). Il dubbio adesso è: sono io che ho un problema con questa autrice o essendo lei tuttora acerba non ha ancora raggiunto quel livello di narrazione tale da far innamorare qualsiasi lettore? Ai posteri l’ardua sentenza.
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Gemelli inquietanti
Oscuro e inquietante, questo romanzo narra la vicenda di una scrittrice famosissima e misteriosa, un King in gonnella. Ormai anziana, convoca una biografa per scrivere la propria storia. La donna, una libraia appassionata, comincia a scoprire sempre nuovi elementi sul passato della scrittrice... e anche sul proprio. Bella scoperta, sia l'autrice che il romanzo!
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La tredicesima storia di Diane Setterfield
È un romanzo, a mio avviso, intrigante e misterioso, da leggere di notte - in autunno o inverno - in una giornata uggiosa (non sicuramente sotto l'ombrellone). L'atmosfera che vi si respira è quella dei romanzi inglesi dell'800 o quella gotica dei libri di Zafon. È un libro dove si percepisce l'amore dell'autrice per i libri (e solo per questo sarebbe degno di essere letto). A fare da contorno a tutto questo, però, c'è anche una storia interessante, misteriosa e coinvolgente, raccontata da una scrittura fluida e scorrevole. L'atmosfera è nebbiosa, da campagna inglese e le descrizioni dei luoghi precise e approfondite. Il libro narra la storia di due donne, una giovane e una quasi sul punto di morte, molto diverse fra loro, ma anche molto simili, accomunate dallo stesso ardore e dalla stessa passione. Si tratta di una storia nella storia e non voglio togliervi la suspense raccontandola. Lo consiglio a tutti, anche ai non amanti del genere "mistero", perché è un libro coinvolgente, che merita di essere letto.
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Una storia, un mistero
Un libro davvero eccezionale che, non so per quale motivo, è rimasto nella mia libreria per un sacco di tempo prima che, finalmente, decidessi di leggerlo…
Un libro che parla di libri e di scrittura…
Un libro che parla di una scrittrice…
Un libro che parla di una vita che è anche un mistero…
Vida Winter è una scrittrice molto popolare e altrettanto misteriosa. I suoi libri sanno rapirti e trasportarti in un luogo nuovo e diverso, così come le storie che racconta ai molti giornalisti che le chiedono di parlare della sua vita…
Ma, ad un certo punto, la verità spinge per essere raccontata e svelata. Ad un certo punto nessuna storia può paragonarsi alla verità.
E così viene scelta lei, Margaret Lea, una giovane libraria artigiana che, ogni tanto si cimenta con biografie di scrittori lontani nel tempo…
Ma che cosa spinge la famosa scrittrice a scegliere proprio lei e non un più accreditato professionista?
… una storia di gemelle, tra passato e presente…
Esiste davvero quel legame così intenso fra gemelli? Un legame superiore a quello dei fratelli? Un legame che si sente, si percepisce, anche se non si è mai avuta occasione di conoscere l’altra metà?
A questo non so rispondere, ma tutto quello che viene raccontato sull’argomento mi ha molto affascinato.
Lo stile della scrittrice è molto fluido.
Il mistero aleggia ovunque, sia nel passato che nel presente. C’è anche un sentimento di nostalgia e di tristezza che sfocia immancabilmente in un sentimento di malinconia che permea le pagine con il suo sapore dolce-amaro.
Sono sincera, la storia mi ha ricordato “Una lontana follia” di Kate Morton che ho letto tempo fa. Diversa in alcuni punti, simile in altri al punto che, sono sicura, fra qualche tempo le storie si intrecceranno nella mia memoria…
Questo non toglie nulla alla bellezza di questo romanzo. Le parole del libro mi hanno talmente rapita che mi immaginavo anch'io come la protagonista, china sul suo manoscritto a leggere e rileggere la storia di Vida Winter in compagnia del gatto Ombra nell'enorme casa della scrittrice…
… e le ore passavano come fossero secondi…
Non posso chiedere nulla di più ad un libro.
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Le storie nella storia.
Diane Setterfield è una scrittrice britannica nata nel 1964 e questo è il suo unico romanzo, non a caso ha creato in un colpo solo un best-seller da 1000 copie a settimana vendute. Sulla sua vita non si trova molto quindi passo alla trama del libro che vi metterò qui sotto molto brevemente.
La protagonista è una ragazza, Margaret Lea, una giovane libraia antiquaria che lavora nel negozio del padre ereditando da lui la passione per la letteratura ma, soprattutto, per le biografie. Un giorno viene chiamata per scriverne la biografia dalla leggendaria Vida Winter, una scrittrice famosa quanto misteriosa. Pare che effettivamente non abbia mai detto la verità riguardo alla sua vita ed ogni intervista o dichiarazione contiene sempre fatti diversi, tutti inventati da lei. Margaret accetta un po' titubante e si reca nello Yorkshire dove verrà ospitata dalla stessa Vida. Qui rimarrà come "rapita" dalla complessa storia che interessa la famiglia Angelfield e la sua attenzione verrà catturata, in particolar modo, dal libro che Vida non ha mai voluto pubblicare: La tredicesima storia. Nascerà una profonda amicizia tra le due donne e Margaret scoprirà degli aspetti del suo carattere e della sua vita che senza questa esperienza non avrebbe mai potuto conoscere.
Beh, devo dire che non sapevo cosa aspettarmi da questo libro quando l'ho cominciato a leggere. Non mi pareva un gran che ma appena la storia di Vida Winter ha preso forma, mi sono dovuta ricredere. Trama intrecciata ma non troppo, tutto sommato si rimane confusi per poco poiché le spiegazioni arrivano nel momento giusto senza farti perdere il filo logico che le lega insieme. Scritto con sapienza,anche se ammetto che la nostra Margaret non mi sia risultata particolarmente simpatica. Momenti pieni di emotività si alternano ad attimi di "apatia" e nella ricerca di creare un personaggio più o meno reale, ogni tanto pare che questo intento non ci sia più. Influirà sicuramente il fatto che non mi identifico con lei, quindi tutto ciò che la riguardava ammetto di averlo letto con un certo distacco. Alla fine sì,è un libro così ben scritto e ci si può permettere di provare emozioni per i vari personaggi, tenerezza per Aurelius e un po' di antipatia per Margaret. Ce n'è per tutti.
Detto questo lo consiglio anche ai lettori occasionali ma non troppo, i capitoli sono quasi tutti brevi ma la trama non è delle più semplici e non conviene intervallare troppo le letture. Un linguaggio chiaro e scorrevole, alla portata di tutti.
Buona lettura!
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La tredicesima noia
Avrete notato dalla trama del libro un che di accattivante, misterioso.
Sarò molto breve con la recensione.
Se vi aspettate di leggere un capolavoro in stile Bronte ,Austen o Dickens , come mi aspettavo, siete avvertiti, neanche l'ombra.
E' un mattone di libro che non finisce più, monotono, colpi di scena un po' di qui e di là, appena accennati, a tratti incoerente, per non dire enigmatico.
Si per essere enigmatico lo è parecchio visto che avrò letto almeno 4 e 5 volte il finale della storia e ancora non l'ho capito. L'ho letto e riletto per dare un senso all'acquisto da me effettuato di 13 euro, un numero che decisamente non porta fortuna.
Spoilerando (chi sta leggendo il libro o vuole acquistarlo con i pro e i contro è meglio che non mi legga) posso dire che la protagonista è di una noia mortale.
Va bene essere una giovane libraria antiquaria, capirai è un mestiere affascinante, va bene che si cimenta nelle biografie letterarie di personaggi dimenticati ma illustri, va bene che ama stare sola soletta nella sua amatissima biblioteca immersa in un silenzio tombale che considera il suo paradiso terreno, ma ragazzi, diamoci un taglio con quest'aria da ospizio o peggio ancora da nerd affetto da mutismo intellettuale.
La protagonista,Margaret Lea, non solo ama appassionatamente i libri, tanto che rinchiusa nella sua camera da letto, saltando i pasti, si consuma nella lettura di quasi tutti i libri della vecchia scrittrice Vida Winter, ma mangia perfino la carta con incluso l'inchiostro e saprà dirci addirittura che gusto e retrogusto hanno. Quando ho letto il pezzo di Margaret che manda giù la carta scarabocchiata ho cominciato a perdere i sensi... il proseguo poi è di una lentezza inesorabile, sfiancante,asfissiante.
Immaginate di vedervi un film privo di colpi di scena, di cambiamenti. E' lo stesso del libro che in effetti ha tutta l'aria di essere un movie scadente e quasi privo di collegamenti sensati.
Insomma per farla breve, Margaret è stata assunta da Vida Winter per scrivere la sua biografia prima che la vecchia scrittrice passi a miglior vita.
E da qui inizia il racconto, che a dirla tutta, non è male.
Poi piano piano ecco la noia. Stesse cose, intere mattinate e interi pomeriggi quasi passati a non far nulla, se non quello di chiacchierare con Vida Winter, l'unico personaggio degno di nota.
La storia che ne esce fuori sembra un racconto uscito da un manicomio, tutti i protagonisti di Vida Winter soffrono di serie turbe mentali.
Ripeto, niente colpi di scena, tutto è pervaso da un ambiente asfissiante e ripetitivo.
La fine del libro è un mistero, non si è capito molto.
(Spoiler)Sarei grata se qualcuno rispondesse a questa domanda: Ma quel cuoco alla fine di chi era figlio??? Perché ci sono parecchi dubbi sulla sua vera provenienza,addirittura la scrittrice, intendo Diane Setterfield, si diverte a creare filastrocche e frasi estrapolate dal libro di Jane Eyre, per lasciar indovinare ai poveri e ignari lettori, compresa la sottoscritta, di capire chi cavolo è il tal protagonista.
Cioè Diane Setterfield tu non puoi finire il libro senza dirmi esattamente cosa è successo!
Perché tanti giri di parole e fregature linguistiche? Eh?
Consiglio questo libro? Chiaro che no.