Il bambino di Noè
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PER FORTUNA C' E' SEMPRE "UN NOE'".
Vi è mai capitato di voler "entrare in un libro" ?...è quello che è successo a me.
Ebbene, sì...avrei voluto gridare :"Ci sono qui io, vieni con me"....E avrei voluto abbracciare il piccolo Joseph...
Una guerra può essere raccontata dai vincitori, da coloro che hanno perso, da coloro che hanno assistito impotenti...o, come in questo caso...da un bambino...
Il racconto inizia con una triste passerella...di bambini che sperano di essere riconosciuti dai propri genitori...
Belgio, 1945...è la Shoah....
Joseph è un bambino ebreo che ci racconta la sua esperienza di bambino lasciato dai propri genitori, con la viva speranza di garantirgli la sopravvivenza, di sottrarlo alle retate naziste.
Troverà rifugio nella Villa Gialla , grazie all'opera di Padre Pons ... il Noè moderno ... "un uomo che ogni qualvolta si presentava una guerra nel mondo , iniziava una collezione"per cercare di salvaguardare la parte debole...e proprio a questo suo amore/rispetto per l'umanità molti bambini troveranno la salvezza.E Joseph con le sue paure , l'enuresi notturna, l'incapacità di capire le scelte dei genitori soffre terribilmente....
Interessante lo scambio di conoscenze tra i due protagonisti che ci introducono semplicemente ad un confronto tra le ideologie degli ebrei e dei cristiani.
Sarà un momento di vita nel quale l'amore reciproco porterà a rivedersi, a cambiare, ad abbracciare nuovi orizzonti di opinioni...e come sempre le esperienze di vita "forti" portano a cambiare, a "cambiamenti del tutto inaspettati"...mai immaginati.
Un piccolo libro che racconta una grande storia di amicizia , solidarietà ,e coraggio, ispirata ad una storia vera, che dura giusto il tempo da permettere a Joseph di diventare da bambino , fanciullo.
Una frase del racconto che mi è rimasta impressa è : "Alcune emozioni si rivelano così potenti che, tristi o liete che siano, ci distruggono."
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Il bambino di Noé
Bruxelles 1942, Joseph, un bambino ebreo di quasi otto anni, viene separato dalla sua famiglia a causa della stupidità degli uomini che pensano di risolvere i conflitti con l’uso della forza.
Le vicende narrate portano il bambino ad incontrare Padre Pons, un sacerdote cattolico che lo ospita, insieme ad altri bambini ebrei, in un collegio e così facendo gli salva la vita.
In questi due anni trascorsi con Padre Pons e gli altri ospiti del collegio, Joseph si apre alla vita e al mondo e mentre oltre le mura del parco che circonda il collegio sembra che la Terra tutta sprofondi nel baratro, il mondo di Joseph prende forma, tassello dopo tassello. Joseph prende coscienza di sè, di cosa significhi avere un amico, ma anche cosa siano la paura, il terrore e la disperazione.
Ma più di tutto, Joseph, attraverso l’amicizia con Padre Pons, intuisce la grandezza di Dio, cosa vuol dire essere ebreo ed essere cristiano, intuisce il valore della parola libertà. Dice Padre Pons al ragazzo che voleva convertirsi al cristianesimo: “Oggi come oggi è essenziale che tu accetti di essere ebreo. E’ una cosa che non ha niente a che vedere con la convinzione religiosa. In seguito, se continui a volerlo, potrai diventare un ebreo convertito”.
L’incontro finale con i genitori ritrovati riporta Joseph sulla terra e lo introduce nel mondo degli adulti. L’età della fanciullezza è alle spalle, ma Padre Pons lo accompagnerà sempre nel cammino della vita sino alla morte e gli passerà, con dolcezza e senza imposizioni, il testimone.
Un’opera da leggere per meglio comprendere quanto bene l’uomo può fare nel mondo rispettando e amando di più il proprio vicino di casa, in qualsiasi Paese quella casa abbia le fondamenta.